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Quesito
Caro Padre Angelo,
sono un giovane uomo di 32 anni, che da qualche tempo sta tentando di riavvicinarsi alla fede e alla Chiesa, come le scrissi qualche giorno fa, ed allora sono pieno di dubbi e curiosità, su un mondo che per me è quasi del tutto nuovo, poiché, tra le altre cose, non sono cresciuto in una famiglia religiosa. Questa volta vorrei sapere la Sua opinione rispetto all’aborto, rispetto al quale sono contrario, ma che in certi casi ritengo almeno comprensibile. Mi riferisco al caso in cui, come è successo poche settimane fa in Brasile, una bimba di appena nove anni, in seguito ai ripetuti abusi sessuali subiti dal patrigno da quando aveva 6 anni, è rimasta incinta, e poi, comprensibilmente dico io, ha abortito; la Chiesa invece ha scomunicato la bimba. Volevo perciò sapere la Sua opinione in merito.
Ringraziandola per l’importante servizio che svolge, la saluto cordialmente.
Alessandro
Risposta del sacerdote
Caro Alessandro,
1. sono contento che tu, come tanti altri, ti stia riavvicinando alla fede.
Penso che anche tu sia felice del cammino che stai facendo.
Dio è il nostro principio e il nostro fine. Aneliamo a Lui come la pianta si dirige e si innalza verso la luce.
2. Molte domande si affacciano alla tua mente ed è giusto che sia così.
La nostra intelligenza ha sete di verità. E questa sete ce l’ha messa Dio.
Ci poniamo domande relative anche alla fede. Vogliamo capire quello che crediamo.
3. Per la questione dell’aborto, di per sé, non è necessario scomodare la fede. Si tratta di una vita umana che viene uccisa.
Ora ognuno di noi sa di non essere padrone della vita di un altro. Guai se fosse così!
La vita umana, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura.
4. Anche per il caso che mi hai sottoposto, che a dire il vero è di un anno fa, c’è da chiedersi: che diritto abbiamo noi di sopprimere un bambino che è vivo?
Nessuno, ma proprio nessuno.
5. È vero che la mamma di questo bambino era ancora una bambina.
È vero anche che questo bambino è frutto di un abuso, di una violenza compiuta su una minore.
Ma la questione non cambia: si tratta di vedere se abbiamo il potere di uccidere un innocente e un indifeso.
Lui (il bambino) è vivo. E se tu vedessi le reazioni di un feto nel grembo della madre ai tentativi di ucciderlo (come si è potuto verificare dai video compiuti su interventi di aborto) probabilmente cambieresti subito idea. Con i suoi movimenti e contorcimenti grida in maniera silenziosa la sua volontà di continuare a vivere.
6. Capisco la situazione della mamma. Ma non si rimedia un crimine commettendone un altro.
Piuttosto ci si farà carico di quel bambino e anche della madre.
La Chiesa si è sempre comportata così su questo fronte.
Madre Teresa di Calcutta, quando prese il premio Nobel per la pace, disse: “Se sapete di qualche donna che vuole abortire, ditele di portare il suo bambino a me. Io lo amerò”.
La voce di madre Teresa è la voce della Chiesa.
7. Nel caso da te citato, non è vero che la Chiesa abbia scomunicato la bambina. Il Codice di diritto canonico, al can. 1323, dice: “Non è passibile di alcuna pena chi, quando violò la legge o il precetto:
1. non aveva ancora compiuto i 16 anni di età” (can. 1323,1).
8. Il vescovo di quella diocesi non ha dato alcuna scomunica. Ha solo ricordato che chi compie aborto incorre nella scomunica. In questo caso la scomunica colpiva i medici, gli infermieri e tutto coloro che hanno dato l’assenso perché l’aborto si compisse.
Penso che adesso le cose sono più chiare e ristabilite nella loro verità.
Ti ringrazio della fiducia, ti prometto un ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo