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Quesito
Salve.
Volevo chiederVi una spiegazione riportata al nostro tempo presente sul significato della frase evangelica “rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”.
Un saluto a Padre Angelo.
Grazie.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. Il compendio di dottrina sociale della Chiesa commenta il versetto che tu hai riportato da Mt 22,21 nel seguente modo:
“Gesù rifiuta il potere oppressivo e dispotico dei capi sulle Nazioni (cfr. Mc 10,42) e la loro pretesa di farsi chiamare benefattori (cfr. Lc 22,25), ma non contesta mai direttamente le autorità del Suo tempo. Nella diatriba sul tributo da dare a Cesare (cfr. Mc 12,13-17; Mt 22,15-22; Lc 20,20-26), Egli afferma che occorre dare a Dio quello che è di Dio, condannando implicitamente ogni tentativo di divinizzazione e di assolutizzazione del potere temporale: solo Dio può esigere tutto dall’uomo. Nello stesso tempo, il potere temporale ha diritto a ciò che gli è dovuto: Gesù non considera ingiusto il tributo a Cesare” (n. 379).
2. Elencando poi i doveri dei fedeli laici nell’ordine temporale, ricorda che il primo compito è quello di promuovere il rispetto della persona umana.
Ma tale compito non può essere assolto adeguatamente se i singoli non si rinnovano interiormente.
È sbagliato pensare che la società si rinnovi con le sole strutture esterne.
Perché la società sia retta, è necessario che lo siano anzitutto i suoi componenti.
Ecco dunque il testo:
“Tra gli ambiti dell’impegno sociale dei fedeli laici emerge anzitutto il servizio alla persona umana: la promozione della dignità di ogni persona, il bene più prezioso che l’uomo possiede, è il compito «essenziale, anzi, in un certo senso, il compito centrale e unificante del servizio che la Chiesa e, in essa, i fedeli laici sono chiamati a rendere alla famiglia degli uomini».
La prima forma in cui si assolve tale compito consiste nell’impegno e nello sforzo per il proprio rinnovamento interiore, perché la storia dell’umanità non èmossa da un determinismo impersonale, ma da una costellazione di soggetti dai cui atti liberi dipende l’ordine sociale. Le istituzioni sociali non garantiscono da sé, quasi meccanicamente, il bene di tutti: «l’interno rinnovamento dello spirito cristiano» deve precedere l’impegno di migliorare la società «secondo lo spirito della Chiesa, rassodandovi la giustizia e la carità sociale».
Dalla conversione del cuore scaturisce la sollecitudine per l’uomo amato come fratello. Questa sollecitudine fa comprendere come un obbligo l’impegno di risanare le istituzioni, le strutture e le condizioni di vita contrarie alla dignità umana. I fedeli laici devono perciò adoperarsi contemporaneamente per la conversione dei cuori e per il miglioramento delle strutture, tenendo conto della situazione storica e usando mezzi leciti, al fine di ottenere istituzioni in cui la dignità di tutti gli uomini sia veramente rispettata e promossa” (n. 552).
3. Il Compendio di dottrina sociale elenca poi altri doveri come in una certa gerarchia.
“La promozione della dignità umana implica anzitutto l’affermazione dell’inviolabile diritto alla vita, dal concepimento sino alla morte naturale, il primo tra tutti e condizione per tutti gli altri diritti della persona.
Il rispetto della dignità personale esige, inoltre, il riconoscimento della dimensione religiosa dell’uomo, che non è «un’esigenza semplicemente confessionale, bensì un’esigenza che trova la sua radice inestirpabile nella realtà stessa dell’uomo».
Il riconoscimento effettivo del diritto alla libertà di coscienza e alla libertà religiosa è uno dei beni più alti e dei doveri più gravi di ogni popolo che voglia veramente assicurare il bene della persona e della società.
Nell’attuale contesto culturale, singolare urgenza assume l’impegno a difendere il matrimonio e la famiglia, che può essere assolto adeguatamente solo nella convinzione del valore unico e insostituibile di queste realtà in ordine all’autentico sviluppo della convivenza umana” (n. 553).
Ecco, questi sono i principali doveri di chi intende oggi dare a Cesare quel che è di Cesare nel rispetto la legge di Dio.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo