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Quesito
Buongiorno padre Angelo,
come sta? Come stanno i suoi confratelli? Durante questi giorni di riposo forzato a causa della pandemia in corso, mi sono letto un libro sulle crociate e mi sono venute delle domande da porle. Tutte le persone che furono catturate dai musulmani ai tempi delle crociate in Terrasanta (domenicani, francescani, templari, ospitalieri,…) e che furono uccise per non essersi convertite all’Islam, possiamo considerarle martiri della fede? Le risulta che la Santa Madre Chiesa abbia ricordato in qualche occasione questi martiri? Vorrei inoltre sapere se il concetto di guerra giusta di Sant’Agostino è lo stesso che riprese più avanti San Bernardo e che cosa pensava San Tommaso d’Aquino delle Crociate e della guerra giusta. La ringrazio in anticipo per la sua disponibilità e le auguro ogni bene a lei e ai suoi confratelli. Sia lodato Gesù Cristo,
Simone
Risposta del sacerdote
Caro Simone,
1. solo oggi sono giunto alla tuia mail e te ne domando scusa.
Vengo alla prima domanda: molti sono morti per mano degli islamici.
Tuttavia perché si parli di martirio è necessario che siano morti in odio alla fede o di qualche virtù cristiana.
Se sono morti perché vittima di predoni e saccheggiatori non si può parlare di martirio.
Orbene, ai tempi delle crociate ci sono stati domenicani uccisi dagli islamici in odio alla fede o per motivi di pirateria. Non invece perché si rifiutarono di passare all’islam.
2. Ti posso dire che i domenicani morti sotto i colpi dei saraceni sono stati parecchi.
Parlo solo dei domenicani perché degli altri non ti posso garantire nulla di preciso.
Ebbene, alcuni sono stati trucidati inermi nei loro conventi in odio alla fede. Altri non è escluso che siano stati uccisi per essere depredati.
3. In ogni caso il p. Alfonso D’Amato scrive: “Inoltre sono circa un centinaio i martiri domenicani del Medio Oriente nel ‘200: dai quattro religiosi uccisi nel 1255 in Terra Santa a Boninsegna da Firenze coi suoi compagni (1263) uccisi in Antiochia, ai frati del convento di Tripoli in Siria, massacrati dai saraceni nel 1289, e a quelli della comunità di S. Giovanni d’Acri, anch’essi vittime dell’odio dei saraceni (1291).
Dopo questo massacro è tale la desolazione della provincia di Terra Santa che il capitolo generale dà incarico al maestro dell’ordine (1292) di riorganizzarla completamente nel modo migliore possibile. Intorno al 1300 cade ancora vittima dei musulmani fra Andrea Catrani da Perugia” (L’Ordine dei Frati Predicatori, p. 102)
3. Il Padre Vincent Bernadot, in un capitolo dedicato ai martiri dell’Ordine, presenta altre cifre.
Dice che sono in Egitto nel 1261 furono uccisi 200 frati (L’Ordine dei frati Predicatori, p. 187).
Questi sono martiri e sono stati considerati martiri, anche se nessuno si è preoccupato di iscriverli nell’albo dei martiri della Chiesa ed elevarli all’onore degli altari.
D’altronde si è sempre risaputo che i domenicani sono stati restii a favorire cause di canonizzazione per i loro confratelli. Per san Domenico è addirittura intervenuto il Papa per svegliarli dalla loro negligenza.
Il Beato Giordano di Sassonia nella lettera enciclica scritta ai frati per la traslazione e canonizzazione del Santo Padre Domenico dice che Papa Gregorio IX “che era uomo di grande zelo e di profonda fede, li (i domenicani) rimproverò durissimamente per aver trascurato di tributare il dovuto onore a un sì grande Padre. E soggiunse: Io ho conosciuto un uomo che eseguiva in tutto la regola degli apostoli: non c’è dubbio ch’egli sia ora associato alla loro gloria nel cielo”.
4. Il Padre Vincenzo Giuseppe Morassi, maestro in teologia del XIX secolo, in un suo libretto sul Terz’Ordine della Penitenza di san Domenico afferma che “è stato osservato che in un certo periodo, minore di vent’anni, morirono tremila domenicani in concetto di santità”.
E fu anche per questo che Papa Clemente X nel 1674 istituì la festa di tutti Santi Domenicani portando la seguente motivazione: “Con ragione bisognava assegnare a tutti Santi dell’Istituto Domenicano un giorno di festa particolare perché quando si volesse destinare a ciascuno il giorno suo proprio, converrebbe formare di essi soli un Calendario”.
5. Un domenicano, ucciso dagli islamici e glorificato dalla Chiesa è il beato Antonio Neyrot, di Rivoli nel Piemonte. Ma è di epoca successiva alle crociate, essendo del XV secolo.
Nonostante Sant’Antonino, arcivescovo di Firenze e che precedentemente era stato suo maestro dei novizi, lo avesse ammonito di non imbarcarsi per la Sicilia, partì e fu catturato dai saraceni.
Per salvarsi la vita, rinnegò la fede. Era il 6 aprile 1459.
Rimase musulmano solo per quattro mesi perché un giorno alcuni mercanti italiani gli riferirono i dettagli edificanti della morte di Sant’Antonino.
Fu preso da un tale rimorso che si recò da un sacerdote cattolico a Tunisi per confessare ed espiare pubblicamente il proprio peccato. Si preparò coraggiosamente alla riparazione con la preghiera e con la penitenza per parecchi mesi.
Poi abiurò pubblicamente. Ridiventato domenicano, si presentò al re di Tunisi per confessare la propria fede cristiana. Il re tentò con ogni sorta di lusinghe e di promesse di farlo tornare indietro. Ma invano. Fu messo in prigione e subì tormenti di ogni genere.
Il 10 aprile del 1460 (era un giovedì santo) fu lapidato e morì sotto le pietre come il protomartire Santo Stefano.
7. Sulla seconda domanda clicca sul motore di ricerca del nostro sito la voce guerra giusta e ti verrà detto che cosa ne pensassero sant’Agostino, San Bernardo e San Tommaso.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo