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Quesito

Buonasera Padre Angelo.
Sono Andrea.. Ci siamo sentiti qualche settimana fa..
Ho bisogno di una sua risposta in merito ad un peccato commesso oggi. Mi ritengo veramente indegno ma la disperazione mi ha condotto a farlo.
Io prego ogni sera davanti al Santissimo il santo Rosario, anche in questi tempi bui, rischiando che mi facciano una multa.
Ebbene, preso dalla disperazione in amore e preso dalle lacrime e dal dolore, mi sono rivolto a consulti di cartomanzia per cercare di capire meglio la mia situazione con una ragazza di cui mi sono innamorato.
Da anni prego ogni santissima sera, ma purtroppo sono caduto in questo tranello. Le risposte sono state ovviamente tutte positive, ma purtroppo sento di aver compiuto un atto maligno nei confronti di nostro Signore. Addirittura preso da questo dolore sono arrivato a chiedere in preghiera di chiamarmi a sé.
Non ho molti amici, mi sento veramente solo e abbandonato, e l’unica via di verità (anche se sappiamo benissimo la vera ed unica via di verità nonché di uscita è nostro Signore) che ho trovato attualmente era questa.
Mi dica lei come posso rimediare a questo peccato. Se basta solo la confessione o no.
Grazie mille per la risposta


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la cartomanzia  è una forma di divinazione o di sortilegio in cui attraverso la lettura delle carte si cerca di predire il futuro.
Ai tempi di San Paolo la divinazione era una pratica abbastanza comune nella cultura mediterranea e veniva fatta con atti di indole religiosa, mediante comunicazione con forze misteriose.
Queste forze misteriose di fatto coincidono con quegli esseri intelligenti che dalla conoscenza delle cause (il passato e il presente) tentano di predire il futuro.
Ma tali esseri, che poi sono i demoni, non possono conoscere direttamente gli eventi futuri perché sono legato alla libertà dell’uomo e soprattutti alle disposizioni divine.
Talvolta azzeccano e altre volte sbagliano.
In ogni caso il ricorso a tali pratiche da parte dell’uomo manifesta la volontà di prestare attenzione e ascolto (in altre parole, culto) a chi non si deve e che proprio per questo ci mette sotto il suo influsso.
 
2. La Sacra Scrittura condanna la cartomanzia, che è un sortilegio divinatorio, senza eccezioni: “Non si trovi in mezzo a te chi esercita la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi faccia incantesimi né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore; a causa di questi abomini, il Signore tuo Dio sta per scacciare quelle nazioni davanti a te” (Dt 18,10-12).
E ancora più esplicitamente: “Ora io non voglio che voi entriate in comunione con i demoni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni. O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Forse siamo più forti di lui?” (1 Cor 10, 20-22).

3. Ed è per questo che il Catechismo della Chiesa Cattolica così si esprime: “Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che ‘svelino’ l’avvenire. (…). Occultano (…) un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo” (CCC 2116).
Nel loro genere si tratta di peccati gravi o mortali.

4. In un dizionario di teologia morale di inizio anni sessanta del XX secolo si legge: “La cartomanzia è il mezzo divinatorio più in uso ai nostri tempi. Quest’arte – esercitata per lo più da donne e che utilizza le carte da gioco, ciascuna delle quali ha un particolare significato – abbindola non solo il popolino, ma anche talvolta persone fornite di ingegno e di cultura”.
Un altro manuale di teologia morale dice che si tratta di una grave forma di superstizione.

5. Talvolta coloro che leggono le carte non hanno alcuna esplicita comunicazione con le potenze infernali.
Questa comunicazione in ogni caso è però implicita perché fanno ciò che Dio non vuole.

6. Solo quando la lettura delle carte viene fatta per gioco o per pura curiosità e senza prestare alcuna attenzione a quello che viene fuori, non costituisce peccato.
Ciò non di meno sarebbe meglio divertirsi altrimenti.

7. Nel tuo caso vi sei ricorso in maniera seria.
E questo indipendentemente dal fatto che la cartomante o il cartomante abbia fatto patti impliciti o espliciti col demonio o sia soltanto una persona che circuisce gli ingenui per motivi di guadagno.

8. Certo, ciò che devi fare è la confessione sacramentale. È necessaria per eliminare la colpa e ogni altri eventuale legame.
Devi poi proporti per il futuro di fidarti di più dell’impegno nella virtù della prudenza, che esige di essere attenti e ascoltare il consiglio dei saggi e la voce della coscienza.
Devifare anche molto ricorso a Dio mediante a preghiera per ottenere i lumi dello Spirito Santo.
Certo, questo processo è più laborioso ma è il più sicuro perché uno può sempre dire: “Sono in pace con la mia coscienza perché l’ho ascoltata e ho fatto ciò che si doveva fare. Ho fatto ciò che Dio mi chiedeva di fare”.
Nel ricorso alla cartomanzia uno può solo dire: “Ho fatto quello che Dio espressamente mi chiedeva di non fare. Non mi sono fidato di Lui”.
Di qui il rimorso che ti ha preso e che non ti ha lasciato in pace.
Questo è il segno più evidente che sei andato a fidarti del tuo avversario ed è anche il segno più evidente del tuo peccato.

Da lontano ti benedico per liberati da ogni male, ti ricordo al Signore e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo