Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
la ringrazio per il servizio che offre online che ho scoperto "casualmente" mentre cercavo la risposta ad un mio dilemma.
Sono una donna sposata  da 6 anni; poco dopo il matrimonio sono rimasta incinta del mio  unico figlio che ora ha 5 anni. Ci siamo sposati in chiesa ma a quell’epoca non praticavo i sacramenti definendomi , con l’ appellativo ormai comune , una "credente non praticante", espletando quindi le pratiche richieste dalla Chiesa per il matrimonio (corso per fidanzati, confessione,…) in modo perlopiù formale. Con la stessa modalità ho fatto battezzare mio figlio. Lavoro in ambito sanitario e lo scorso anno, tramite alcuni colleghi con i quali ho frequentato un corso di formazione, sono entrata in contatto con le cosiddette pratiche di medicina alternativa e annessi/connessi . Per farla breve, mi sono incuriosita al Reiki prendendo il primo livello, con l’intenzione di esercitarlo sul luogo di lavoro. dopo un primo momento di apparente benessere ho iniziato ad accusare alcuni disturbi senza un’evidente causa medica  e, informandomi su questa  pratica, scopro  che la Chiesa la condanna annoverandola nell’ambito dell’esoterismo, con tutti i rischi che ciò comporta.
E’ proprio vero che il Signore può servirsi anche del male per generare il bene perchè questa scoperta mi ha spinta fortemente a riavvicinarmi alla Chiesa, in un primo momento motivata più che altro dalla paura ma  gradualmente , giorno per giorno , si è fatta strada una consapevolezza crescente di quanta bellezza ci sia nell’amicizia con Gesù , nella preghiera continua, nella Messa quotidiana e nel Rosario; tutto ciò nonostante le difficoltà dato che, nel frattempo, a mio figlio è stato diagnosticato un Disturbo Pervasivo dello sviluppo.  Alla mia conversione, dopo le mie preghiere, è seguita anche quella di mio marito. All’inizio vivevamo la fede in modo sostanzialmente individuale ma sto cercando di introdurre la preghiera in famiglia e, in questo senso, ci ha aiutati tanto il viaggio a Lourdes che abbiamo fatto il mese scorso.
Mi confesso regolarmente e fino ad oggi ero convinta di essere sulla strada giusta, con i suoi scivoloni quotidiani, ma sempre in una sfera di grazia di Dio. Oggi però mi è capitato di leggere un articolo da cui si evince che decidere di non avere più figli in un matrimonio cattolico è peccato mortale.
Noi ci siamo fermati ad un unico figlio perchè per me sono stati anni molto faticosi e spesso ho pensato di non essere stata una brava mamma, perchè magari tornavo stanca dopo una giornata di lavoro e non riuscivo a dare il meglio, magari ho perso la pazienza e sono stata nervosa…oltretutto non siamo nemmeno una coppia giovanissima, i nonni sono anziani e non riescono già più ad aiutarci come avrebbero potuto fare prima. Insomma il solo pensiero del secondo figlio non è mai stato considerato. Ora ho iniziato a pensarci dopo aver letto questo articolo ma la sola idea mi terrorizza. La prima cosa che ho fatto è stata quella di affidare a Gesù e alla Madonna questo mio tormento chiedendo di illuminarmi sulla strada giusta da percorrere.
Le chiedo se può darmi qualche consiglio sulla base delle sue conoscenze.
Grazie di cuore per la sua infinita disponibilità


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. il reiki come pratica di medicina alternativa è certamente da scartare.
Se si cercano forze di guarigione, la strada del reiki non è certamente quella cristiana.
È pericoloso affidarsi a forze segrete invocate e ottenute da chissà chi.

2. Ti sei avvicinata a Cristo per le conseguenze negative sperimentate in seguito alla pratica del reiki.
Mi pare di poter dire che come Dio permette l’azione del demonio perché gli uomini camminino diritto per non cadere in sua balìa, così analogamente ha permesso che tu ti avvicinassi al reiki per vedere quanto danno si riceve a non fidarti del Signore e della forza che viene da Lui solo.

3. Adesso vengo al tuo problema.
Mi dici che hai letto che “decidere di non avere più figli in un matrimonio cattolico è peccato mortale”.
Questo non è vero.
La Chiesa parla di paternità responsabile e nel Concilio Vaticano II insegna: “I coniugi sappiano di essere cooperatori dell’amore di Dio Creatore e quasi suoi interpreti nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla; ciò deve essere considerato come missione loro propria.
E perciò adempiranno il loro dovere con umana e cristiana responsabilità e, con docile riverenza verso Dio, di comune accordo e con sforzo comune, si formeranno un retto giudizio: tenendo conto sia del proprio bene personale che di quello dei figli, tanto di quelli nati che di quelli che si prevede nasceranno; valutando le condizioni sia materiali che spirituali della loro epoca e del loro stato di vita; e, infine, tenendo conto del bene della comunità familiare, della società temporale e della Chiesa stessa. Questo giudizio in ultima analisi lo devono formulare, davanti a Dio, gli sposi stessi” (Gaudium et spes, 50).
I coniugi dunque possono decidere di non mettere al mondo altri figli.

4. Tuttavia se con l’espressione  “decidere di non avere più figli in un matrimonio cattolico è peccato mortale” s’intende il ricorso alla contraccezione, allora sì, la contraccezione è un peccato oggettivamente grave perché falsifica il disegno di Dio sull’amore coniugale: rifiutando di donare la propria capacità di diventare padre e madre, ci si rifiuta di donarsi in totalità.

5. Rimane aperta la strada dei metodi naturali e cioè del ricorso ai cicli di fertilità e di infertilità.
Percorrendo questa strada disposta da Dio stesso, mentre ci si esercita nell’autodominio perché in alcuni giorni ci si deve astenere, si rimane aperti al Suo disegno e ci si dona in totalità.
In questo modo i coniugi non si sostituiscono a Dio nel determinare quali siano i fini dell’intimità coniugale, ma camminano alleati con la Sua Sapienza mantenendo la comunione con Lui e conservando lo stato di grazia che è indispensabile per poter fare la Santa Comunione.

Ti auguro un buon prosieguo nell’itinerario cristiano insieme a tuo marito. È una primavera continua, ricca di grazia e di benedizione.

Assicuro la mia preghiera per voi due e per il vostro carissimo figlio e tutti e tre vi benedico.
Padre Angelo