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Quesito

Salve Padre Angelo,
oggi a messa il parroco ha letto parte della lettera in cui il papa spiega le motivazioni della revoca della scomunica ai vescovi lefevriani.
Ciò che non riesco a capire è come mai la Chiesa abbia assunto un atteggiamento di disponibilità verso questi vescovi e non abbia lo stesso atteggiamento nei confronti di altre persone. In questo momento mi viene il mente la scomunica, avvenuta in Brasile, dei medici che hanno fatto abortire una bambina di 9 anni e di sua madre. Su questo e simili argomenti si sente spesso dire che “la Chiesa deve aprirsi di più, adeguarsi ai tempi se no perderà sempre più fedeli”. Io non condivido questa opinione, anche se è più “comoda” per tutti, perché ritengo che la Chiesa fondata 2000 anni fa deve essere sempre coerente con se stessa, con i principi che ne sono alla base e quindi certe cose non può accettarle, non può “chiudere un occhio”, pur lasciando libero ciascuno di agire.
Mi chiedo: in base a quale criterio la Chiesa decide di tendere la mano verso alcuni ed essere intransigente verso altri? Quali sono le condizioni per revocare una scomunica? So che i vescovi lefevriani non hanno rinunciato alle idee per le quali sono stati in passato scomunicati, dunque essi continuano ad essere nell’errore rispetto a quanto sostiene la Chiesa. Come mai essere intransigenti verso alcuni fedeli e indulgenti verso altri? Perché riaccogliere nella grande famiglia alcuni in nome di un “bene superiore” e non altri?
Penso anche alle tante persone divorziate che, pur essendo credenti, non possono ricevere l’Eucarestia. Perché non ri-accogliere anche loro con un atto di amore e perdono, considerando che spesso si ritrovano in una situazione del genere per motivi indipendenti dalla loro volontà?
Ho bisogno di capire perché mi sento disorientata davanti a questa (apparente??) incongruenza.
La ringrazio di cuore.
Anna


Risposta del sacerdote

Cara Anna,
i casi che mi hai presentato non possono essere trattati in maniera univoca.

1. Per i vescovi lefebvriani: erano stati minacciati di scomunica. E poi in quella scomunica vi sono incorsi.
Sono passati più di 20 anni. Hanno chiesto ripetutamente al papa che venisse loro tolta. Il papa l’ha misericordiosamente revocata.
Ma con questo non sono stati riabilitati, come erroneamente ha affermato la stampa.
Questo è solo il primo passo per poter riprendere il dialogo e riportarli in seno alla Chiesa cattolica.
Anche Paolo VI e Atenagora si erano tolti le scomuniche reciproche. Con questo i problemi tra Chiesa cattolica e chiese ortodosse non sono stati risolti. Lo si sapeva bene: questa era la premessa indispensabile per poter dialogare.
La stessa cosa è avvenuta per i lefebvriani: adesso comincia il dialogo.
Non so come e quando si concluderà, perché i lefebvriani non sono disposti ad accettare il Concilio. Ci sono molti errori nel loro pensiero e nella loro condotta.
Come saprai, i lefebvriani al momento non possono esercitare lecitamente nessun ministero all’interno della Chiesa.
Non sono stati affatto riabilitati.

2. Circa la scomunica per chi ha attuato l’aborto sul corpo della bambina: premesso che la bambina non è passibile di scomunica a motivo della sua età, il vescovo ha ricordato quello che è già scritto per evitare che si facesse l’irreparabile.
Forse più che usare l’arma della scomunica, si poteva agire diversamente.
Ma per noi, a distanza, è troppo facile fare il sapiente.

3. Le persone divorziate, se sono solo divorziate, possono accedere ai sacramenti.
Il problema dei sacramenti si presenta al momento in cui si risposano, perché vengono meno all’indissolubilità.
Gesù ha detto: “Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un’altra commette adulterio»” (Mt 19,9).
Passare a nuove nozze, secondo il Signore equivale a commettere un adulterio.
La Chiesa non può cambiare il Vangelo.
Dovrà solo cercare di cambiare le persone e renderle conformi al Vangelo.

Mi auguro di aver riportato un pò di chiarezza.
Ti saluto cordialmente, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo