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Trascriviamo il contenuto di una email pervenuta al nostro sito e la relativa risposta di Padre Angelo.
Nel 1773 Clemente XIV soppresse l’Ordine dei Gesuiti e fece imprigionare a Castel s. Angelo il loro Generale, Lorenzo Ricci, dopo che per qualche decennio erano state esercitate sul Papato forti pressioni in tal senso.
Il conclave del 1769, quello che elesse Clemente XIV, era stato dedicato in gran parte alla questione della eventuale (e poi realizza-tasi) soppressione di quell’Ordine.
E’ storicamente corretto affermare che in quel frangente il Papato cedette al ricatto della Massoneria (rappresentata nelle corti mo-narchiche europee)?
Per completezza d’informazione bisogna chiarire che il Papato si avvide dell’errore commesso e infatti Pio VII, nel 1814, ricostituì lo Ordine.
Con viva cordialità in Jesu et Maria.
Alessandro Mirabelli
Risposta del sacerdote.
Caro Alessandro,
ho girato la tua domanda a p. Massimo Mancini, o.p., un confratello domenicano, docente di storia della Chiesa presso la facoltà teologica dell’Emilia Romagna.
Gentilmente mi ha inviato la risposta che segue:
“Anche se la massoneria nel ‘‘700 si stava diffondendo in Europa, non mi pare che al tempo di Clemente XIV essa fosse già così influente da condizionare un conclave!
Attenzione a non trasportare nel ‘‘700 situazioni proprie di un’epoca più recente. E’ chiaro che nell’800 la massoneria condizionava profondamente la politica degli stati “liberali”; la Chiesa ne pagò le spese, a tutti i livelli.
Ma nel secolo precedente l’influsso non era altrettanto forte, mentre la massoneria, benché già condannata da Clemente XII, non aveva ancora un programma anti-cattolico ben definito, come invece nel secolo successivo.
Per fare pressioni sul papa non c’era bisogno della massoneria. La Chiesa dell’Ancien Régime era troppo legata alle monarchie assolute: ogni potenza doveva avere i suoi cardinali. I vescovi erano nominati dai sovrani secondo le loro esigenze politiche e spesso obbedivano molto di più al re che al papa. Il Gallicanesimo era sempre più forte e i papi del ‘‘600-’700, di fatto, potevano incidere ben poco nella vita della Chiesa al di fuori degli Stati Pontifici.
I religiosi davano fastidio (Gesuiti, Domenicani e tutti gli altri) perché immediatamente soggetti a Roma, essendo sottratti, per loro natura, alla giurisdizione dei vescovi locali. Perciò i governi decisero di eliminare i religiosi: prima i Gesuiti, poi tutti gli altri (specialmente con Napoleone, che non risulta essere stato un massone).
E’ il tempo dell’Illuminismo; ma anche quello del Giurisdizionalismo (ingerenze sempre più ampie dello stato nella vita della Chiesa). Molte riforme statali degli anni 1760-90, in campo ecclesiastico, non vogliono combattere la Chiesa in quanto tale; ma vogliono fare della Chiesa una parte dello stato, dipendente in qualche modo dal sovrano.
Non dimentichiamo che il grande movimento del 1789 in Francia avrà inizio con una Messa solenne ed una predica di un vescovo; ma già l’anno dopo, vescovi e preti diventeranno funzionari dello stato; il seguito, come si sa, sarà ben più tragico.
E’ questa una grande differenza con i regimi liberal-massonici di ‘‘800 e ‘‘900, che, soprattutto nei casi più clamorosi, combatteranno il cattolicesimo in quanto tale. Ciò accadrà, ad esempio, in Italia, Germania, Messico.
Clemente XIV, francescano, già debole e malato, subì il condizionamento fortissimo della Spagna e della Francia (potenze borboniche) e soppresse la Compagnia di Gesù. Ma già molti stati europei (dichiaratamente cattolici) avevano espulso i Gesuiti da vari anni.
Solo due grandi potenze non vollero eliminare i Gesuiti: la Russia (ortodossa) e la Prussia (protestante, governata da Federico II, che era massone e ospitava Voltaire!). La storia della Chiesa è fatta anche di queste situazioni paradossali”.
Mi pare che la risposta sia ben documentata ed esauriente.
Ti ringrazio per la fiducia riposta nel nostro sito, ti seguo con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo