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Quesito

Gentile padre Angelo,
desidero porle una questione alla quale finora non sono riuscita a dare risposta.
L’OMS ha stabilito che l’inizio della gravidanza corrisponde al momento in cui l’ovulo fecondato si impianta nell’utero materno. Questa definizione ha fatto sì che la pillola contraccettiva e la pillola "del giorno dopo" non possano essere considerate mai abortive, perché, anche nel caso in cui prevengano una gravidanza rendendo inaccessibile l’utero all’impianto, non si verificherebbe una "interruzione di gravidanza", ma solo una "contraccezione" (come purtroppo si legge nel bugiardino… bugiardo di nome e di fatto!). Questa revisione terminologica ha purtroppo tolto la possibilità al medico di ricorrere all’obiezione di coscienza per evitare di prescrivere tali farmaci.
Essendo una giovane neolaureata in Medicina, sono preoccupata da quali risvolti potrà avere tutto ciò per la mia professione: infatti, è possibile che l’ordine dei medici, appellandosi a quanto spiegato sopra, possa ricorrere ad un provvedimento disciplinare nei miei confronti, se mi astenessi dal prescrivere tali pillole.
Sarei felice se potesse consigliarmi su come comportarmi in questa circostanza: dovrei astenermi dalla prescrizione, correndo il rischio che mi venga tolta la possibilità di esercitare la professione medica, oppure dovrei cedere e prescrivere le pillole, salvaguardando il mio lavoro e quindi la possibilità, con esso, di prestare cure e sostegno agli ammalati?
La ringrazio vivamente per l’attenzione e la saluto cordialmente.
Stefania


Risposta del sacerdote

Cara Stefania,
1. quanto ha stabilito l’OMS è chiaramente interessato alla vendita dei contraccettivi e ad altre tecniche che si accompagnano alla procreazione assistita, come ad esempio la diagnosi preimpianto e la sperimentazione sugli embrioni umani non ancora annidati nel grembo materno.
Questa determinazione è artificiosa perché non c’è niente che diversifichi l’embrione umano dal pre al post annidamento se non in ulteriore sviluppo di cellule.
Ma la dignità dell’essere umano non si misura dal numero delle cellule.
L’embrione fin dal suo inizio ha un essere proprio, che non è né quello della madre né del padre. Ha un DNA assolutamente irripetibile. È un unicum quale mai c’è stato e mai ci sarà.
Per questo, come ricorda il Magistero della Chiesa, è necessario difendere il “valore sacro della vita umana dal primo inizio fino al suo termine” (Benedetto XVI, Alla Pontificia Accademia per la vita, 24.2.2007).

2. Sulla capacità abortiva delle pillole è necessario distinguere tra le pillole contraccettive e le pillole del giorno dopo.
Queste ultime hanno una doppia finalità: contraccettiva qualora non fosse ancora avvenuto il concepimento e abortiva qualora il concepimento sia già avvenuto.
Dal momento che nessuno può sapere se il concepimento sia avvenuto, prescrivere questa pillola significa esporsi positivamente a prescrivere un farmaco abortivo e questo non è mai lecito.

3. Le pillole contraccettive invece hanno un minore tasso di abortività.
Talvolta questo tasso di abortività è minimo.
Se le cosiddette minipillole hanno un certo tasso di abortività, che però non è paragonabile assolutamente alla pillola del giorno dopo, le pillole classiche (se si possono chiamare così) ne hanno ancor meno e talvolta nella pratica è quasi ridotto a zero.
Ciò consente al medico di poter prescrivere l’uso di queste ultime pillole per finalità terapeutica e in mancanza d’altro.

4. Va ancora precisato che il medico deve avere con il paziente un rapporto di dialogo.
Ciò significa che il medico di fronte ad una richiesta di pillole abortive deve spiegare alla donna il danno che queste le procurano e il pericolo dell’aborto.
Penso che un medico coscienzioso sia in grado di persuadere una donna a tenerci alla propria salute e di indurla a ricorrere ad altre vie.
Nel sistema di assistenza medica vigente in Italia il paziente ha la possibilità di scelta del medico: E questi ha tante strade per far conoscere i principi morali ai quali intende attenersi.
Gli eventuali “clienti” dunque sono avvisati. Alcuni avranno piena fiducia in lui anche sotto il profilo etico. Altri forse si allontaneranno sicché il medico potrebbe avere un minor numero di persone che chiedono il suo servizio,
Questo però è il prezzo che si deve essere pronti a pagare per il rispetto della vita di tutti coloro che hanno già cominciato ad esistere.

5. Come vedi, molto dipende dal modo in cui il medico si propone e propone.
La verità detta con mitezza e capacità persuasiva ha sempre il suo fascino.

6. Nel caso limite invece che tu mi hai proposto, e al quale un buon medico dovrebbe cercare di mai giungere, bisogna dire che la testimonianza della verità, che nel nostro caso è il rispetto per la vita di esseri umani innocenti e indifesi, può giungere fino all’accettazione di provvedimenti iniqui.
Non si tratterà di subire il martirio di sangue, ma un martirio nel nostro onore, nella nostra professione e anche in quanto ci è dovuto per il mantenimento onesto delle nostre famiglie.
San Giovanni Paolo II nell’enciclica Veritatis splendor dopo aver ricordato che “l’amore di Dio e l’amore del prossimo sono inseparabili dall’osservanza dei comandamenti dell’Alleanza, rinnovata nel sangue di Gesù Cristo e nel dono dello Spirito” soggiunge: “È onore proprio dei cristiani obbedire a Dio piuttosto che agli uomini (cf At 4,19; 5,29) ed accettare per questo anche il martirio, come hanno fatto i santi e le sante dell’Antico e del Nuovo Testamento, riconosciuti tali per aver dato la loro vita piuttosto che compiere questo o quel gesto particolare contrario alla fede o alla virtù” (VS 76).

7. Va aggiunto anche che questo “martirio” sarà sempre benedetto. E non solo nella vita futura, ma anche in quella presente, come ricorda la Sacra Scrittura quando riporta la bella testimonianza delle levatrici egiziane (Es 1,21).

Ti auguro ogni bene per il tuo futuro e per la bella professione che vorrai esercitare a onore di Dio e per amore del tuo prossimo.
Per questo ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo