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Quesito

Caro Padre Angelo,
In primis ringrazio per la disponibilità a rispondere alle domande dei fedeli.
Sono un appassionato cultore di storia dell’antica Roma, e, da cristiano, mi sono spesso chiesto dove riposino le anime dei Romani, dagli imperatori ai comuni legionari. So che essi credevano nei campi elisi e nell’Ade, ma agli occhi della teologia mi saprebbe aiutare a capire che fine hanno fatto le anime dei giusti e dei meno giusti di quel tempo.
La ringrazio,
Cordialmente


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la tua domanda può essere applicata, oltre che ai romani, anche ai greci, a tutti gli antichi e a tutti quelli che ancor oggi muoiono senza aver conosciuto Gesù Cristo.
Per risolvere il problema dobbiamo partire dalla volontà di nostro Signore che “vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1 Tm 2,4).
In virtù del sacrificio di Cristo che ha versato il suo sangue per la salvezza di tutti e non vuole che sia stato versato invano Dio mette a disposizione di tutti gli uomini i mezzi per potersi salvare.
Pertanto ci troviamo dinanzi ad una volontà salvifica che non è una volontà platonica, ma vera, efficace.

2. Ora i mezzi ordinari della salvezza sono costituiti dai sacramenti, i quali comunicano la grazia santificante.
La grazia santificante è una partecipazione della vita divina che mentre purifica dal peccato rende adatti alla comunione con Colui che è tre volte Santo.
Senza la grazia santificante non si può entrare in Dio e nel suo Regno.
La parabola di colui che era sprovvisto degli abiti nuziali è molto eloquente (Mt 22,12). È vero che quel tale era stato chiamato dai crocicchi delle strade. Ma a quei tempi chi invitava alle nozze, soprattutto se era una persona di alto rango, si preoccupava di fornire lui stesso le vesti, facendo passare dal guardaroba.
Potrei dire che il guardaroba dove il Signore ci fa passare per presentarci senza macchia e risplendenti davanti a Lui è costituto dai sacramenti.

3. Tuttavia i teologi e la Chiesa hanno sempre insegnato che i sacramenti sono i mezzi ordinari per la salvezza.
Dio, oltre i mezzi ordinari, possiede anche dei mezzi straordinari per salvare gli uomini.
Per questo in teologia si afferma che “la grazia non è legata ai sacramenti” (gratia non alligatur sacramentis).
Dio la dona anche al di fuori dei sacramenti, A noi può dare un aumento di grazia mentre preghiamo o compiamo un’opera buona.
Perché non potrebbe farlo anche con chi non ha avuto la “fortuna” di essere battezzato?

4. Poiché Dio vuole salvi tutti gli uomini dobbiamo pensare che il Signore approfitti di ogni momento per bussare al cuore di ognuno perché accolga la sua grazia.
Lo farà molto probabilmente mentre ispira a compiere il bene e a fuggire il male e vi acconsente. Così pensava San Tommaso-
Ora se si accoglie tale mozione santificante da parte di Dio vengono rimessi i peccati e viene donata la grazia, sebbene non lo si sappia.

5. Così allora si risolve molto facilmente il tuo problema.
Se gli antichi Romani sono morti in grazia di Dio si sono salvati, magari passando dal purgatorio secondo le proprie necessità.
Tuttavia, anche una volta purificati, non hanno potuto entrare in paradiso essendo questo ancora chiuso in seguito al peccato di Adamo.
Il paradiso verrà riaperto solo con la risurrezione di Gesù Cristo, che è il primogenito dei risorti da morte.
Pertanto gli antichi Romani morti in grazia e ormai purificati hanno atteso nel Limbo, come vi attendevano i giusti di Israele.
L’esistenza del Limbo prima della venuta di Cristo è dogma di fede.
Mai poi, con la risurrezione di Cristo sono entrati in Paradiso.
San Gregorio Magno attesta di aver visto l’anima dell’imperatore Traiano in Paradiso.
Chi invece fra gli antichi Romani è morto col peccato mortale è andato all’inferno.

6. Gli antichi Romani credevano nell’Ade. Ma il Limbo è diverso dall’Ade, che era un luogo magari anche bello per le persone che si erano comportate virtuosamente.
Nel Limbo (cosiddetto dei Patriarchi) le anime potevano fruire della rivelazione di Dio e attendere la venuta di Cristo.
Questa rivelazione faceva sì che il Limbo fosse solo una condizione provvisoria e piena di speranza a differenza dell’Ade che secondo la concezione dei pagani era una condizione permanente e vissuta nell’ignoranza del vero Dio e della venuta del Redentore.

Ti ringrazio del quesito e della pazienza nell’attendere, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo