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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono una mamma che si è macchiata per sempre del peccato più grave che una donna possa compiere nei confronti della vita.  Circa due anni fa, ho abortito per motivi vari che tuttavia non giustificano nè serviranno mai a motivare questo gesto terribile. Da quel giorno sofferto la mia vita non è stata più la stessa. Soffro tanto, mi occupo con dedizione dei miei figli ma guardandoli non posso non pensare a quell’angelo che non ho saputo proteggere. Il mio cuore soffre ed inoltre da allora mi sento talmente macchiata da non essermi più confessata e ovviamente avvicinata al banchetto eucaristico.
Tuttavia ultimamente quando sento pronunciare e pronuncio la frase’ o Signore non sono degna di partecipare alla tua mensa ma dì soltanto una parola ed io sarò salvato’, provo il desiderio di prendere la comunione.
Ma come posso farlo? Ho una colpa troppo grave, sono macchiata per sempre.


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. capisco il dramma che soffri nel tuo interno.
Solo chi ha compiuto il passo che tu hai fatto lo può capire fino in fondo.
Io sono un sacerdote e posso attestare che in confessionale non ho mai sentito un dolore così grande come quello delle mamme che hanno abortito.
Non lo auguro a nessuno.
Queste mamme non si perdonano e non riescono a perdonarsi, anche se sono già state raggiunte dal perdono di Dio e del loro bambino.

2. Io ti ripeto quanto ha detto il Santo Papa Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium vitae: “Un pensiero speciale vorrei riservare a voi, donne che avete fatto ricorso all’aborto.
La Chiesa sa quanti condizionamenti possono aver influito sulla vostra decisione, e non dubita che in molti casi s’è trattato d’una decisione sofferta, forse drammatica.
Probabilmente la ferita nel vostro animo non si è ancor rimarginata. In realtà, quanto è avvenuto è stato e rimane profondamente ingiusto.
Non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto, ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua verità.
Se ancora non l’avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione.
Allo stesso Padre e alla sua misericordia potete affidare con speranza il vostro bambino” (EV 99).

3. Anch’io ti dico: “Non lasciarti prendere dallo scoraggiamento e non abbandonare la speranza”.
Il passo che hai compiuto è stato sbagliato.
Ma, insieme con Sant’Agostino, ti dico anche che “Dio è così infinitamente buono e così onnipotente che non avrebbe permesso questo male se non per trarre un bene proprio da questo male” (Enchiridion 11).
Per questo non chiuderti, ma apriti al bene, apriti alla voce di Dio che ti chiama.
Apriti al bene che il Signore ha preparato per te.

4. È vero che in questo momento di fronte alla bontà infinita del Signore ti senti presa dai medesimi sentimenti di san Pietro, il quale sentendosi del tutto indegno della magnanimità del Signore, gli disse: “Allontanati da me perché sono un peccatore” (Lc 5,8).
Ma anche a te il Signore risponde più o meno con le medesime parole: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini” (Lc 5,11).

5. Mi scrivi che non sai saputo proteggere la vita del bambino che il Signore ti aveva affidato.
Ma adesso il Signore vuole vincere il male che hai compiuto con una maternità spirituale più ampia.
Il dolore del peccato commesso rimarrà anche dopo la Confessione.
Ma questo dolore può essere trasformato e offerto al Signore in riparazione dei tuoi peccati, di quelli del mondo intero e per attirare sulla terra tante grazie, soprattutto di pentimento e di conversione.
Quante anime dunque puoi generare al Signore. Ecco qui anche per te: “d’ora in poi sarai pescatore di uomini” .
Guarda dunque com’è buono il Signore: converte il giusto dolore che proviamo per i nostri peccati in un’offerta, in un sacrificio.
E questo dolore, trasformato in offerta e in sacrificio, diventa meritorio di perdono e di grazie!

6. Dopo esserti confessata, farai di nuovo la Santa Comunione.
Finalmente potrai prendere possesso di quei beni invisibili, che sono numerosissimi, che il Signore prepara per coloro che lo amano.
Questi beni invisibili sono deposti tutti su quella mensa di cui ha parlato Davide quando ha detto: “Davanti a me tu prepari una mensa” (Sal 23,5).
Questa mensa è l’Eucaristia.
È una mensa imbanditissima.
C’è il Signore, innanzitutto.
Ma poi, insieme con lui, ci viene dato ogni bene, ogni cosa, come attesta San Paolo (cfr Rm 8,32).
Quella mensa e qui beni invisibili attendono solo che tu te ne appropri.

7. Vai dunque fiduciosa al confessionale.
Troverai il ministro di Dio che ti dirà per suo incarico: “Io ti solvo dai tuoi peccati”.
Quell’assoluzione sarà come un balsamo che porterà in te “pace, serenità della coscienza insieme a una vivissima consolazione dello spirito” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1468).

Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo