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Quesito

Salve Padre,
vorrei chiarire con lei un dubbio, che non ho coraggio di affrontare con il mio parroco perché mi conosce, preferisco l’anonimato che il mezzo tecnologico offre.
Ho quasi 21 anni, sono stata cresciuta nella fede, ma forse la sto abbandonando. I mesi che ho lasciato passare da quando questo dubbio si è insinuato nella mia mente sono dovuti al fatto che non avevo il coraggio di formulare il pensiero neanche a me stessa, tantomeno a un confessore: io non so più se credo.
Frequento settimanalmente la messa, dove mi comunico e recito le preghiere, ma quando mi fermo razionalmente a pensare perché lo faccio, mi sorprendo non convinta fino in fondo che esistano Dio, Gesù, la Madonna, lo Spirito, i santi, gli angeli, il paradiso…
Nonostante questo, non riesco ad immaginarmi a smettere di professare la fede, passare una domenica senza messa, o rivolgere un pensiero per quanto rapido a Dio durante gli impegni quotidiani. Temevo a questo punto di essere diventata una “cattolica per abitudine” che pratica per inerzia e non per convinzione.
Ho tentato di rinvigorire la mia povera asfittica fede intensificando la frequenza delle occasioni religiose: ho aggiunto alla messa domenicale quella del sabato, poi un’ora di preghiera infrasettimanale che si tiene in una parrocchia vicina dopo i vespri, sono arrivata a frequentare le lodi mattutine ogni volta che mi è possibile, dopo che in vent’anni di vita mi ci sono recata due volte in totale!
Ma questo metodo non funziona, mi pare di costruire sulla sabbia, per usare un’immagine biblica, poiché faccio sempre di più, continuando a non essere sicura del perché; oltre al fatto che a tutte queste occasioni di preghiera mi sento profondamente in difetto rispetto alle persone che mi circondano e stanno pregando sicure di essere ascoltate.
La ringrazio della pazienza nel leggere tutto questo lungo scritto e le assicuro il mio ricordo nella preghiera, se nella mia condizione vale qualcosa.
Cordiali saluti
c.

 


 

Risposta del sacerdote

Carissima,
mi spiace di risponderti solo ora e te ne domando scusa.
Ma solo oggi sono giunto alla tua mail.

1. Penso che ai tuoi tanti interrogativi ci siano risposte che ti vengono dalla tua stessa vita di fede.
Se venisse a mancare la pratica religiosa, che per altro hai lodevolmente  intensificato, si creerebbe un vuoto pauroso nella tua vita.
Ma non è semplicemente per questo che tu credi.

2. La prima cosa che ti debbo dire è che la fede in Gesù Cristo non è la conclusione di un nostro ragionamento.
C’è infatti una sproporzione tra il piano naturale nel quale si trova la nostra ragione e il piano soprannaturale e divino qual è quello di Dio e del Vangelo.
Con i tuoi ragionamenti puoi giungere con certezza a dimostrare l’esistenza di Dio. A questo vi sono giunti razionalmente e pertanto con le loro sole forze tanti filosofi.
Ma credere a Gesù Cristo significa rispondere a Dio che si rivela.
Significa dunque dare la risposta su un piano soprannaturale. 
E nessuno può darvi la risposta se il Signore non gliene dà la forza e anche l’attrazione.
Gesù ha detto in maniera molto chiara: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato” (Gv 6,44).

3. In quale maniera il Padre ci attira in modo tale che aderiamo senza alcun dubbio ce lo ricorda la Sacra Scrittura quando in San Giovanni dice: “Chi crede, ha la testimonianza di Dio dentro di sé” (1 Gv 5,10).
È Dio stesso dunque che ti ha aperto il cuore a credere.
Te l’ha aperto come un giorno aprì quello di Lidia ad aderire alla predicazione di San Paolo: “Ad ascoltare c’era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo” (At 16,14).

4. La testimonianza di Dio dentro di noi è così forte che aderiamo a quanto Egli ci dice con una certezza maggiore di quella per cui diciamo che due più due fanno quattro.
È per questo che tanti sono stati pronti a dare la vita per Gesù Cristo, anche bambini.
Non sono stati pronti invece a dare la vita per una verità matematica, sia pure certissima.
La certezza infatti con la quale aderiamo a Cristo non è di ordine razionale o umano, ma soprannaturale e divina.

5. Non si tratta tuttavia di un salto nel buio o di un’adesione cieca perché ti accorgi che tutto quello che dice il vangelo o che esce dalla bocca di Gesù è vero.
Tutti facciamo l’esperienza delle guardie che erano state mandate dai capi del popolo ad arrestare Gesù e se ne tornarono indietro con le mani in mano. Alla domanda: “Perché non lo avete condotto qui?” le guardie risposero: “Mai un uomo ha parlato così!” (Gv 7,45-46).
Avevano sentito che le sue parole non solo erano vere, ma erano più vere di tutte le parole finora sentite.

6. Paul Claudel, dopo la sua conversione, andò a riprendere tutte le obiezioni che prima avanzava nei confronti della fede.
E trovò che nessuna più si reggeva.
Non poteva più non credere. Sentiva che tutto quello che ha detto Gesù è la verità.
Tutto è luminoso, tutto è conquidente nel Vangelo.
Del resto non possiamo dimenticare che Gesù, conoscendo gli interrogativi che gli uomini di tutti i tempi – e non solo di quelli che aveva davanti agli occhi – si sarebbero posti nei suoi confronti ha detto: “Chi di voi può dimostrare che ho peccato?” (Gv 8,46).
Chi può dire a Gesù: “Hai sbagliato, hai sbagliato là”?
Nessuno.

7. Questo dunque è il motivo fondamentale per cui vai dietro a Cristo.
Gli vai dietro perché Egli stesso ti ha toccato il cuore, te l’ha aperto e tu senti che niente è più vero che andare dietro a Lui.

8. Non solo, ma hai un altro motivo per cui senti la necessità di andare dietro a Cristo: senti che la sua presenza riempie il tuo cuore.
C’è una compagnia o comunione continua da cuore a cuore che vivi con Lui di cui non puoi farne a meno.
Senza questa compagnia è come se sparisse la luce, come se ti sentissi svuotata interiormente.
Possiamo dire di Lui quanto diciamo del Suo Santo Spirito col quale è una cosa sola e cioè che è “Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo”.
E anche è “Luce beatissima che invade nell’intimo il cuore dei suoi fedeli”.

9. Infine nella tua vita personale hai tanti riscontri del suo amore infinito e delle sue tenerezze nei tuoi confronti.
Solo un cuore di pietra direbbe: è solo il caso, è sempre e solo il caso.
Possibile che il caso sia così pieno di premure, di riscontri, di consolazioni, di santi affetti e di luci?
Sono certo che hai bussato tante volte al Cielo e che hai ricevuto tante risposte: grazie domandate e ottenute, pericoli scampati che non puoi dimenticare e che hanno del miracoloso, interventi prodigiosi di Dio ottenuti attraverso la preghiera, l’intercessione della Madonna e dei Santi, situazioni ingarbugliate che si sono sciolte e appianate…
Ognuno di noi ha un repertorio di grazie per cui può raccontare e testimoniare la singolare provvidenza di Dio sulla propria vita.
Quando siamo assaliti da dubbi, perché evidentemente aderiamo a Verità che non si vedono essendo soprannaturali e divine, basta far memoria dei benefici ricevuti per Dio e ricordare i tanti venti in cui abbiamo detto: “Qui c’è stata la mano di Dio. Non  posso avere alcun dubbio”.

10. Devo aggiungere un’ultima cosa. Credere in maniera sempre più forte non dipende solo da noi.
A parte la buona volontà che dobbiamo metterci per approfondire sempre più ciò in cui crediamo, è necessario domandare a Dio la grazia di potere credere sempre di più come hanno fatto gli Apostoli e dire incessantemente: “Accresci in noi la fede!” (Lc 17,6).
Il Signore che ci ha ispirato a fare questa richiesta, perché è Lui “che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore” (Fil 2,13), non tarda ad esaudirci e a farci sentire sempre più fortificati.

Con l’augurio che il Signore ti consolidi sempre di più nella sua conoscenza e nel suo amore ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo


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