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Quesito

Caro Padre Angelo,
Ho letto qualche articolo riguardante la carità che copre una moltitudine di peccati.
Ecco il punto sta proprio in questo ovvero nella parola moltitudine.
Può magari apparire banale la domanda, ma le chiedo, fermo restando che Gesù ci ha riscattato una volta per tutti, come è possibile da parte nostra annullare ogni nostro peccato passato e gli effetti della pena fino a divenire innocenti come i bambini a cui è consentito l’ingresso nel regno dei cieli.
È stato detto che il martirio consente l’ingresso diretto in cielo, ma chi non subisce il martirio, cosa può fare di tanto gradito a Dio da meritare il totale condono e anzi di più l’apprezzamento (e la commozione) di nostro Signore.
Francesco d’Assisi smaniava dalla voglia del martirio per uniformarsi all’amato e il Signore lo confortò con le stimmate.
Ma un uomo qualunque, un servo inutile cosa può offrire nella sua miseria.
Gesù dice “amami così come sei”. Ma ad onore del vero non sempre a me basta amarlo così come sono.
Può darmi qualche conforto al riguardo? Le chiedo perdono per la complessità della domanda, ma questo è un tema centrale che mi sta a cuore giacché se da un lato cerco di respingere una tentazione di sfiducia nella misericordia di Dio dall’altro non voglio manco dispiacerlo abusando della sua bontà. In altre parole, mi perdoni non giudichi male le mie parole, ma il mio desiderio più grande è che vorrei che Dio fosse “orgoglioso” di me (si fa per dire) come un figlio che aspetta i complimenti della mamma. Concludo. Un po’ come quando Francesco chiese l’indulgenza per chi si fosse recato nella porziuncola e Gesù gli rispose che quello che chiedeva era tanto ma che lui (Francesco) meritava di più, a consentendo al suo desiderio previo riconoscimento del Santo Padre.
Preghi per me se può.
Grazie
Salvatore

 


 

Risposta del sacerdote

Caro Salvatore,
1. “Soprattutto conservate tra voi una carità fervente, perché la carità copre una moltitudine di peccati” (1 Pt 4,8).
Queste parole sono di San Pietro.
E vengono spiegate cose: poiché la carità tutto copre, come ricorda San Paolo (1 Cor 13,7), così i nostri atti di carità spingono Dio a coprire e cioè a perdonare i nostri peccati.
È il Signore stesso che l’ha promesso quando nel Padre nostro ci ha insegnato a pregare così: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

2. San Tommaso commenta le parole Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori: “Daniele scrive: “Accetta il mio consiglio: sconta i tuoi peccati con l’elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti” (Dn 4,24).
Ottimo consiglio contro i peccati è quindi quello di fare elemosina e di usare misericordia.
Per questo lo Spirito Santo insegna ai peccatori di chiedere nella preghiera: “Rimetti a noi i nostri debiti”.

3. Questo medesimo concetto era già stato espresso da Salomone nei Proverbi: “L’amore ricopre ogni colpa” (Prv 10,12).
La carità non parla delle mancanze altrui, cerca di coprirle, di scusarle, evita di suscitare litigi.
Ed è per questo che davanti a Dio ha la forza di muoverlo a perdonare i nostri peccati.

4. È pertanto attraverso tanti atti di carità che ci purifichiamo e diventiamo mondi.
Quando la carità viene esercitata al grado eroico può assomigliare ad un martirio.
E certamente è un martirio interiore vedere tante profanazioni e tante immoralità, dover sopportare tutto e non poter dir nulla per non peggiorare la situazione.
Tale è stato il martirio interiore di Lot, come ricorda la Sacra Scrittura  dinnanzi ai peccati dei sodomiti e che gli meritò la salvezza: “Liberò invece Lot, uomo giusto, che era angustiato per la condotta immorale di uomini senza legge.
Quel giusto infatti, per quello che vedeva e udiva mentre abitava in mezzo a loro, giorno dopo giorno si tormentava a motivo delle opere malvagie.
Il Signore dunque sa liberare dalla prova chi gli è devoto, mentre riserva, per il castigo nel giorno del giudizio, gli iniqui, soprattutto coloro che vanno dietro alla carne con empie passioni e disprezzano il Signore” (2 Pt 2,7-10).

5. La Sacra Scrittura ricorda anche c’è anche un altro modo per ottenere la remissione di una moltitudine di peccati ed è quello ricordato dall’apostolo Giacomo: “Costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore lo salverà dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati” (Gc 5,20).
Secondo l’interpretazione comune la moltitudine dei peccati è quella di colui che si converte e anche di colui che porta a conversione.
La Bibbia di Gerusalemme commenta: “La carità fraterna può ricondurre gli smarriti a conversione e nel giorno del giudizio gioverà molto anche  colui che l’esercita”.
Del resto così aveva detto anche il profeta Ezechiele: “Ma se tu avverti il malvagio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato” (Ez 33,9).

6. “Amami come sei” sono parole che a dire il vero non si trovano nella Sacra Scrittura ma in una bella preghiera che vuole ispirare fiducia nella misericordia del Signore.
Ma rimane sempre vero che non si ottiene misericordia se non si dona misericordia: “Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe” (Mt 6,14-15).

7. Ecco dunque la via migliore di tutte per ottenere la remissione dei peccati e diventare mondi: la carità che “tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1 Cor 13,7).

Con l’augurio che tu possa presentarti al Signore ricco di una grande carità ti benedico e ti assicuro il mio ricordo nella preghiera, come hai richiesto.
Padre Angelo