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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
sono T. e torno a scriverla dopo tanto tempo e nuovamente per tre motivi importanti.
1) Il profondo affetto e la riconoscenza per le bellissime e fondamentali corrispondenze di questi anni.
2) ricordarle il mio amore per …, la ragazza di cui le ho spesso parlato e che sono convinto il Signore mi abbia destinato.
3) confidarle alcuni forti e purtroppo drammatici cambiamenti che sono avvenuti dall’ultima lettera che ci siamo scambiati.
Sui primi due punti non credo ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni.
Il terzo punto è invece un punto fondamentale e sento forte il bisogno di manifestarlo a lei, che mi ha seguito in tutto questo tempo.
Parlarne approfonditamente è impossibile perché riguarda tutta l’evoluzione della mia vita da quell’ultima lettera ad oggi, per cui le farò una breve sintesi del percorso confidando nel Signore perché le mie parole siano sufficienti.
Non era nelle intenzioni del dolcissimo Gesù donarmi l’amore di … nell’immediato. Egli ha fatto leva su questo sentimento sconfinato e potente per portarmi sulle Sue strade, che non erano le mie.
La strada su cui mi ha portato è stata quella del vivere intensamente il dramma della fede e del dubbio, è stata la strada di una tremenda sofferenza e sopportazione, della morte dentro di me questo sentimento così sconfinato per questa ragazza, dello sperimentare la rabbia, la protesta, i peccati molto gravi come tentativo dissennato di rivolta nei Suoi confronti.
Ho fatto errori gravissimi, ho ceduto al potere dei demoni e alla falsa speranza (più dispetto e disperazione che speranza).
Ho letteralmente cancellato, rimosso dalla mia mente tutto quanto di profondo, tenero, sensibile, dolce, bello ci fosse dentro di me per costruirmi una realtà fittizia che mi liberasse da quella sofferenza tanto lunga e pesante. Ho fatto discorsi di ribellione contro Dio, sono arrivato addirittura a provare un odio fortissimo verso di Lui e mi vergogno persino di scriverle qui come mi sia dedicato al satanismo e alla preghiera verso i demoni in un tentativo di autodistruzione totale.
Tutta questa repressione mi ha tolto la parte più profonda di me e, lentamente, accumulandosi tutto questo, mi sono sentito progressivamente vuoto di un vuoto spaventoso, indescrivibile, fino a sfociare un mese fa a dei disturbi psicologici abbastanza seri che si chiamano disturbo d’ansia, depersonalizzazione e derealizzazione. Adesso sto affrontando un percorso di psicoterapia, sto prendendo anche qualche farmaco per tenere a bada queste sensazioni tremende.
Quello che è importante che lei sappia è che tutta questa fase che ha seguito la ribellione a Dio è stata caratterizzata da un vuoto così profondo come non l’avevo sperimentato in vita mia. Gesù, pur nel suo immenso amore, ha rispettato le mie scelte momentanee dettate dalla disperazione e ha lasciato che mi lasciassi sprofondare in questo inferno.
Mi creda Padre, non c’è parola per descrivere quel senso di vuoto. Non ho bisogno di una prova spirituale per capire di essere già stato all’inferno. E’ una sensazione che ti attanaglia e ti toglie ogni forza di volontà, che non ha descrizione possibile. Va oltre la percezione comune degli esseri umani. E’ impossibile uscirne se non con l’aiuto di qualcuno, ma soprattutto senza l’aiuto di Dio.
Ho fatto grandi passi avanti con la psicoterapia, riavvicinandomi alla fede, abbandonando completamente tutte quelle cose terribili che ho commesso nei Suoi confronti. Tornando a pregarlo, ad avere un dialogo positivo con Lui.
Però sento ancora chiaramente di non esserne uscito e sono molto sconfortato e impaurito.
Mi chiedevo se potesse starmi vicino in questo momento così difficile della mia vita e aiutarmi spiritualmente a ritrovare me stesso, la vita vera, il rapporto con Dio, senza paura più di soffrire e accettando sempre la sua Volontà. Perché conosco il Suo amore, ma non lo sento più, quando lo vorrei sentire dieci volte più di prima accanto a me.
Un abbraccio forte.
Le voglio bene.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
solo oggi, purtroppo, sono giunto alla tua mail e ti rispondo così con notevole ritardo.
Quante cose ti ha insegnato il Signore nel corso di quest’anno.
1. Hai capito che … era una grazia che il Signore ti donava per farti scoprire un amore ancor più grande: Lui, la sua presenza e la sua compagnia.
2. Hai sperimentato però che il tuo era ancora un amore desideroso di ricevere, non ancora così maturo da essere in grado di dare.
Così nel momento in cui ti sembrava che il Signore non ti desse soddisfazione, l’hai abbandonato.
3. Ma è stata un’esperienza tragica, al punto da aver bisogno di sostegno psicologico e farmacologico.
4. Adesso hai capito tante cose, tra cui il disastro di una vita vissuta separatamente da Dio.
È proprio come quella di un raggio che dice alla sorgente luminosa: faccio da me, non ho più bisogno di essere alimentato da te.
E si trova così a scomparire.
5. Ora sai che hai bisogno della sua parola, della sua grazia e della sua compagnia come il lume ha bisogno d’aria per poter rimanere acceso.
Quello che hai imparato a fare con la psicoterapia impara a farlo con Nostro Signore.
Fissa nella tua vita come degli appuntamenti periodici e frequenti nei quali per un determinato tempo (mezz’ora, un’ora) ti intrattieni con Lui, ti lasci illuminare dalla sua parola, rincuorare dalla sua presenza, rinforzare dalla sua grazia.
Oh come sarebbe bello se anche tu, edotto dalla tua esperienza, giungessi ben presto a dire insieme con san Paolo: “Dove ha abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia” (Rm 5,20).
6. Persevera anche quotidianamente con il Rosario di Maria.
In ogni mistero Gesù viene a vivere con te, in te e per te.
Nello stesso tempo ti insegna a vivere, a ringraziare e a domandare.
Vedrai ben presto una nuova stagione nella tua vita, un’autentica primavera.
Ti assicuro il sostegno della mia preghiera e anche la mia cordiale benedizione.
Padre Angelo