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Quesito
Caro Padre Angelo,
Grazie per tutto ciò che fa.
Le vorrei chiedere un parere riguardo alcuni dubbi e pensieri che ho elaborato durante una meditazione personale partendo dalla flagellazione di Gesù fino alla Sua crocifissione. Mi chiedo e Le chiedo se noi, ai giorni d’oggi, pregando in un certo modo e cioè pensando al Gesù agonizzante e provando a trasportarci con la mente nel passato (anche se Gesù rinnova il sacrificio nella Messa tutti i giorni) come se fossimo presenti 2000 anni fa, possiamo in qualche modo e retroattivamente alleviare quanto Gesù ha sofferto dandogli un motivo in più per accettare la Passione e farlo con maggiore sollievo.
Cioè Gesù può avere visto i nostri comportamenti futuri (oltre ai peccati) durante la Passione e poi avere avuto un certo beneficio da quelle azioni future di coloro che lo avrebbero seguito e pregato con vero amore e devozione?
Per me è importante questo aspetto perché condizionerebbe non poco il mio rapporto con la preghiera che, al di là del fatto che come ho già detto Gesù è sempre presente nel cuore e nel sacramento, diverrebbe un mezzo per dialogare con il Cristo sofferente di quel tempo e potendo trasmettere amore dal futuro durante quei momenti di agonia.
Un altro dubbio che ho sempre a tal proposito, è che se Gesù è stato abbandonato sulla croce da Dio, poteva vedere le persone future che gli avrebbero poi dimostrato amore e cercato di esserGli fedeli durante la propria vita?
Grazie Padre Angelo, e mi scusi se le domande sono un po’ contorte.
La ricordo nelle mie preghiere.
Gabriele
Risposta del sacerdote
Caro Gabriele,
1. l’intuizione che hai avuto durante la meditazione è esatta.
Come Gesù stato consolato dalla Veronica che gli ha asciugato il volto, così è stato consolato anche da parte di tutti quelli che nel corso del tempo avrebbero portato la croce con Lui e per Lui.
Gesù, in forza della perfettissima conoscenza per la quale vedeva ogni uomo con la propria storia, vedendo che molti avrebbero accolto volentieri la sua parola e la sua azione salvifica, ne rimaneva certo consolato.
2. Analogamente era amareggiato dell’atteggiamento di ostilità che non solo a quei tempi gli era dato da alcuni, ma anche da altri nel corso di tutti i tempi.
In riferimento a costoro, secondo alcuni, Gesù avrebbe detto nell’orto degli ulivi: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!” (Mt 26,39).
Gesù era venuto proprio per la redenzione.
Come avrebbe potuto chiedere al Padre di dispensarlo dal fare la sua volontà quando era entrato nel mondo proprio per questo?
Aveva detto: “C’è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!” (Lc 12,50). E nella lettera agli Ebrei si legge che Gesù “entrando nel mondo, dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà” (Ebr 10,5-7).
Vedeva però che la sua sofferenza per alcuni sarebbe stata inutile perché non avrebbero accolto né Lui né la sua opera.
Sarebbe stata questa la tentazione cui il diavolo lo sottopose al momento dell’agonia, secondo quanto aveva detto l’evangelista: “Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato” (Lc 4,13).
3. Mi pare perciò del tutto verosimile che come fu tentato di non soffrire per coloro che non l’avrebbero accolto, così sia stata molto consolato vedendo che molti avrebbero accolto la sua opera.
Sono convinto che Gesù sia stato consolato ancora di più vedendo che alcuni, mossi senza dubbio dallo Spirito Santo, avrebbero desiderato cooperare generosamente insieme con Lui all’opera della redenzione.
4. S. Caterina da Siena dice che “Cristo non aveva in sé altra volontà se non di compiere quella del Padre suo, sicché ogni pena, strazio, scherni e la morte stessa gli tornavano a grandissima dolcezza, tanto che gli parve di giungere alla pasqua quando giunse alle pene. Così parve dimostrare nella cena, quando disse ai suoi discepoli: «Con desiderio ho desiderato di fare questa pasqua». Era questa la sua pasqua: il vedere che il tempo era compiuto ed era venuto quello che tanto aveva desiderato, cioè di fare il sacrificio del suo corpo al Padre per noi sul legno della santissima croce” (lettera 189).
5. E a proposito delle consolazioni ricevute da Gesù: “«O mio Signore – disse a Cristo una volta una sua serva (era Santa Caterina stessa, n.d.r.) – se io fossi stata la pietra o la terra dove fu conficcata la croce tua, quale grazia sarebbe stata per me poter ricevere il sangue che scendeva giù dalla croce!».
Le rispose la dolce prima Verità: «Figliuola mia carissima, tu, insieme alle altre creature ragionevoli, fosti quella pietra che mi sorreggesti, cioè l’amore che io ebbi per voi. Perché nessuna altra cosa era capace di trattenere me, Dio-e-Uomo» (lettera 223).
6. Qualcosa di simile la troviamo anche nelle preghiere suggerite da Nostro Signore a Santa Faustina Kowalska per la novena alla divina misericordia.
Per il terzo giorno si leggono queste parole di Gesù: “Oggi conduciMi tutte le anime devote e fedeli ed immergile nel mare della Mia misericordia. Queste anime Mi hanno confortato lungo la strada del Calvario, sono state una goccia di conforto in un mare di amarezza”.
E per il sesto giorno: “Oggi conduciMi le anime miti e umili e le anime dei bambini e immergile nella Mia misericordia. Queste anime sono le più simili al Mio cuore. Esse Mi hanno sostenuto nell’amaro travaglio dell’agonia. Li ho visti come gli angeli della terra che avrebbero vigilato presso i Miei altari. Su di loro riverso le Mie grazie a pieni torrenti. Solo un’anima umile è capace di accogliere la Mia grazia; alle anime umili concedo la Mia piena fiducia”.
7. Ti esorto pertanto a continuare in questa preghiera e di comunione d’amore col Signore.
Nel Cristo risorto è presente Cristo con tutte le azioni della sua vita.
Con la risurrezione Cristo è entrato nell’eternità. E San Tommaso insegna che “questa è la differenza tra l’eternità e il tempo, che il tempo ha l’essere in una certa successione, mentre l’eternità l’ha tutto insieme” (Somma contro i Gentili, III, 61, 1).
Il Cristo risorto ti consente di dialogare e di vivere in comunione non solo con Lui bambino, ma anche con Lui sofferente e condotto al Calvario.
Ti ringrazio, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo