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Quesito

egregio padre,
chi le scrive è un giovane storico; da qualche tempo nutro dei dubbi circa l’esistenza del Gesù storico noto a tutti. Nel I sec. d. C., in una compagine quale quella dell’impero mediterraneo di Roma, come è possibile che solo quattro persone, ossia gli evangelisti parlino di questo profeta e santone? I più antichi  vangeli apocrifi risalgono al II secolo; sono stati scritti almeno cento anni dopo la fine della predicazione di Gesù. Come mai nessuno storico, sia di lingua latina, sia di lingua greca, accenna a questi presunti eventi verificatisi in Palestina sotto Tiberio? Vi erano  in quella regione grandi città, affollate di mercanti, viaggiatori, soldati: Caesarea Maritima, Scythopolis, Gadara, Gerasa. Nessuno straniero sentì parlare di Gesù di Nazareth? A Gadara e Gerasa Gesù ha operato; come mai alle autorità sfuggì la presenza di questo santone? come mai nessuno tra i gentili prestò attenzione a queste predicazioni che secondo i vangeli attiravano le folle? Come si spiega che le autorità romane non abbiano vigilato, non abbiano condotto nessuna indagine su questo personaggio, il cui messaggio poteva essere frainteso e strumentalizzato dai " nazionalisti" giudei dell’epoca? Possibile che nessuna guarnigione romana abbia effettuato dei controlli? Possibile che nessun rapporto sia stato mandato al procuratore in carica? Poi mi risulta strano che dato il clima di tensione vigente, specialmente nel periodo pasquale, il governatore romano si stabilisse a Gerusalemme. La sua sede era Cesarea; perchè mettersi in pericolo entrando a Gerusalemme durante la massima festa del popolo soggiogato? Mi sembra strano che Pilato da Cesarea si fosse trasferito nel centro del potere religioso ebraico proprio quando la città era stracolma per la festa di Pesach. Poi su Pilato abbiamo qualcosa in più dalle fonti, e risulta che fosse un falco. Roma lo destituì proprio perchè con il suo uso spregiudicato della forza stava peggiorando la situazione. Come mai questo politico romano, che non era per nulla diplomatico, si sarebbe mostrato attento e scrupoloso proprio con Gesù cercando addirittura di salvarlo?
Uno scrittore  dei giorni nostri sospettava inoltre che il messaggio cristiano sia stato elaborato da Paolo di Tarso e da altri suoi contemporanei, e che l’originario messaggio di Gesù fosse ben diverso. Questo signore sosteneva che Gesù fosse molto più incline alla causa dell’indipendenza giudaica, e che non fosse cosi diplomatico e pacifico come noi intendiamo.  Paolo avrebbe adattato il messaggio di Cristo in primis in termini spirituali e poi in termini geografici, aprendolo a tutto il mondo.
Da ultimo, un vescovo protestante americano, anglicano ma di tendenze calviniste, in polemica con gli arcivescovi di Canterbury e York  sosteneva che il corpo di Gesù sia ancora da qualche parte a Gerusalemme, e che la resurrezione fosse in realtà  solo quella dello spirito, non dei corpi.
La ragione e la fede in me hanno trovato un terreno di scontro.
La ringrazio della sua gentile attenzione e per la sua pazienza.
cordiali saluti


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. ti dico subito che mi sono domandato se valeva la pena di pubblicare la risposta alla tua mail.
Alla fine mi sono detto di sì, perché se questo è il modo ragionare di taluni, conviene cercare di aiutarli. Lo scopo del nostro sito è questo.
Tu chiedevi preferibilmente una risposta privata. Ma perché?
Non vedo che cosa ci sia di male nell’avanzare i propri dubbi e anche le proprie insinuazioni.
Penso che la pubblicazione della risposta ai tuoi dubbi possa giovare a qualcuno.

2. Vengo dunque alle tue perplessità e anche alle tue insinuazioni.
Innanzitutto ciò che colpisce in senso negativo è il disprezzo per Gesù, presentato come un santone, probabilmente mai esistito.
Mi dici che hai il talento dello storico e affermi che non si sa neanche se Gesù sia esistito.
Ebbene, ti dico di usare questo talento.
Non ti sei mai chiesto per quale motivo dodici pescatori di Galilea decidano di andare ai quattro venti del mondo per predicare il Vangelo, accettando tutti di morire per il Signore?
Erano popolani, incolti e non si sono mai contraddetti!
Il Vangelo predicato e vissuto da una parte è l’identico Vangelo predicato e vissuto in tutte le altre.
Non ti sei chiesto per quale motivo tanti cristiani nei primi decenni del cristianesimo hanno preferito morire martiri, essere travestiti da pecore e gettati nel circo in pasto ai leoni, oppure bruciati come torce per illuminare la strada? Questo è attestato storicamente ad una trentina d’anni dall’ascensione di Gesù al cielo durante la persecuzione di Nerone, ed è quanto viene ricordato nella festa dei martiri romani che si celebra il 30 giugno.
Tutti morti per uno che non sarebbe neanche esistito! Ma non è follia questa?
E lo sviluppo straordinario del Vangelo che si è diffuso dappertutto nonostante le persecuzioni. Tutto fondato sul nulla su una menzogna?
Certo, se uno vuole essere uno storico serio deve interrogarsi su questo.

3. Ma supposto anche Gesù non sia esistito, la sua figura fin dall’inizio non è mai stata presentata come quella di un santone. Eppure di santoni ce ne saranno stati anche a quei tempi.
Sappiamo bene come operano i santoni: hanno i loro riti, compiono le loro opere seguendo il loro cerimoniale, punto dopo punto. Si concentrano, fanno anche qualche cosa di nascosto ai loro clienti (hanno pure i loro misteri…)…
In Gesù Cristo non vi è parvenza alcuna del santone. Compie i miracoli in ordine ad un obiettivo ben preciso che è quello di suscitare le fede e di aderire al Vangelo, di testimoniare con le opere la divinità della sua persona.
Senza alcun rituale, come uno che possiede ogni potere in maniera assoluta e in proprio, comanda ai mari e ai venti e questi obbediscono.
Intima ai malati e ai paralitici di alzarsi e camminare e questi subito lo fanno. Moltiplica il pane e i pesci, risuscita i morti tra i quali uno addirittura già sepolto da tre giorni e in stato di putrefazione. Comanda ai demoni e questi come soldatini obbediscono e non possono opporre esistenza.
Parla – a testimonianza di quelli che sono andati per arrestarlo – come nessun altro ha mai parlato in questo mondo.
Quello che tu insinui o anzi affermi chiaramente che sia stato un santone ha detto: “Se non altro credete per le opere” (Gv 14,11). Credete a che cosa? “Che io Sono” (Gv 13,19), così ha detto, dando di se stesso la medesima definizione che Dio ha dato di se stesso parlando con Mosé.
Secondo i Vangeli il motivo per cui Gesù viene messo a morte è proprio questo: “Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio” (Gv 5,18).
Nessun dubbio dunque su come Gesù si sia presentato mondo e sia stato condannato a morte. Non per essere un santone, ma perché si presentava come Dio e chiedeva di essere accolto come Dio.
Per onestà intellettuale, indipendentemente dal credere nel Vangelo, si deve dire che questa è l’immagine di Gesù che viene presentata nei Vangeli.
Uno è libero di accettarla o di respingerla.
Ma l’intendimento dei Vangeli non è affatto quella di presentare Gesù come un santone.
L’onestà intellettuale e tanto più l’onestà intellettuale di uno storico esige questo.

4. Ti domandi come mai gli storici del tempo non parlino del fenomeno causato da Cristo, come l’assembramento di folle, la proposta di una dottrina nuova, anzi di una vita nuova, come quella predicata dal Vangelo.
Ti chiedi come mai anche i governanti del tempo non abbiano tenuto sotto controllo questo fenomeno che di fatto risulterà sconvolgente sotto tutti gli aspetti.
La risposta data dagli esegeti è che certamente il “fenomeno Cristo” (persona, messaggio, folle, …) era tenuto sotto controllo. Come sotto controllo è stato anche l’ingresso trionfale in Gerusalemme quando Gesù è stato acclamato dalle folle come “figlio di Davide” (messia) e re dei Giudei.
Ma un re di quel tipo non poteva impensierire nessuno: senza armi, senza soldati, senza cavalli, senza pretese di rovesciare l’autorità costituita, di carattere squisitamente religioso…
Pilato non si impensierì, né c’era motivo di scrivere rapporto a Roma, anche se qualcuno insinua che un simile rapporto ci sia, ma su questo non voglio entrare.
Fin dall’inizio, già dalla presenza fisica di Nostro Signore, c’è subito un grande insegnamento da apprendere: le autorità umane o civili non hanno nulla da temere. Non c’è da tenere per nulla senza controllo.

5. Poiché dici che ti interessi di storia, di fronte ad alcuni tuoi stupori, ti invito ad essere uno storico più attento.
Se leggi le vite di Cristo (ad esempio quella scritta da Lagrange) o da illustri esegeti (e cioè da persone competenti) potrai renderti conto ad esempio di come mai Pilato, proprio nei giorni di festa, lasciasse Cesarea e andasse a Gerusalemme per tenere sotto controllo la situazione. Dicono questi esegeti che questo è storicamente documentato.
Ed è plausibile! Vuoi che proprio nei giorni di maggiore tensione per il grande assembramento di persone il governatore se ne stesse lontano?
È sciocco solo pensarlo.

6. Inoltre su quale testo ci si basa per dire che la predicazione di Cristo non sarebbe stata quella che è poi stata tramandata?
Dimmene solo uno.
Ma se questo testo non c’è, non si può giocare di fantasia per girare la storia secondo le nostre costruzioni mentali. Questa è ideologia, è gioco di fantasia, non criterio storico!
Se farai lo storico, mi raccomando, documentati sempre.

6. Insinui anche che sia stato Paolo a fondare il cristianesimo, non Cristo.
Ebbene, il minimo che si possa dire, sempre sotto un profilo storico, è questo: non è stato San Paolo ad ispirare Matteo, Marco, Luca e Giovanni a redarre i Vangeli.
Piuttosto Paolo si è basato ed è venuto a contatto con una tradizione viva, predicata e vissuta. Tradizione che inizialmente ha combattuto con tutte le sue forze.
E poi, per sua stessa ammissione, ci fu una conversione improvvisa, inaspettata e si fece subito battezzare, aderendo ad una comunità che già viveva quello che lui comincerà a vivere e a predicare.
Questi sono i fatti.
Il Vangelo è stato predicato e vissuto ben prima di Paolo.

7. Voglio dire una parola anche su altre insinuazioni o affermazioni.
Scrivi: “Uno scrittore dei giorni nostri … sosteneva che Gesù fosse molto più incline alla causa dell’indipendenza giudaica, e che non fosse cosi diplomatico e pacifico come noi intendiamo”.
I vangeli non ci danno alcun appiglio per dire questo.
Né ci sono altre fonti coeve che lo possano far capire.
Pilato stesso ha capito che si trattava di questioni religiose e proprio per questo ha fatto di tutto per poterlo liberare.
Gesù gli ha detto chiaramente: “Ma il mio regno non è di questo mondo” (Gv 18,36).

8. Infine riferisci: “Da ultimo, un vescovo protestante americano, anglicano ma di tendenze calviniste, in polemica con gli arcivescovi di Canterbury e York  sosteneva che il corpo di Gesù sia ancora da qualche parte a Gerusalemme, e che la resurrezione fosse in realtà  solo quella dello spirito, non dei corpi”.
Ebbene, questo vescovo protestante ci porti la documentazione. Ma anche solo qualche indizio! E invece nulla.
Ma c’è da domandarsi se sia serio procedere in questo modo. Non sarebbe meglio dire piuttosto: è morto, è stato sepolto, si è trasformato in terra come i cadaveri di molti altri? Non sarebbe più semplice, soprattutto?

9. Ecco dunque la risposta ai molti dubbi, una risposta che dà certezza anche sotto il profilo storico.
Non è certo questa riposta a dare la fede, la quale è essenzialmente un lume soprannaturale infuso da Dio dentro di noi.
Ma questa risposta solidifica la fede, sulla linea di quanto scrive san Pietro: “Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza” (2 Pt 1,16).

Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo