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Quesito

Gent.mo Padre Angelo,
il mio nome è Carlo, ho 66 anni di età e sono padre e nonno. La moglie di mio figlio Gabriele, madre di tre bambini, all’ età di 36 anni ha patito un ictus che le impedisce di vedere da un occhio e deambula male da una gamba. Essendo una famiglia credente, in contemporanea alle cure mediche, abbiamo chiesto al nostro parroco che praticasse il Sacramento dell’Unzione degli infermi. La lettera di San Giacomo è chiara: Chi è nella gioia salmeggi…chi è nel dolore preghi. Chi è ammalato chiami a se i presbiteri e si faccia ungere con l’olio santo. La preghiera fatta con fede, guarirà l’ammalato e se ha commesso dei peccati saranno perdonati. Perciò pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Elia era un uomo come noi. Pregò e la pioggia non cadde per tre anni e mezzo. Poi pregò di nuovo e riprese a piovere (Gc 5,13-18).
Ora noi preghiamo tutti per mia nuora ogni giorno sia in famiglia sia durante la ss. Eucaristia alla quale partecipiamo quotidianamente. Ora, come crediamo nel Sacramento della Confessione che rimette i peccati, come crediamo nel Sacramento dell’Eucaristia dov’è presente N.S. Gesù Cristo, crediamo nel Sacramento dell”unzione degli infermi. Perché allora, le condizioni di salute di mia nuora non migliorano? Perché non riacquista la salute. Ho anche letto una lettera dell’allora Card. Ratzinger in cui sottolineava che durante questo Sacramento è il Signore Gesù stesso che prende il posto del Sacerdote "garantendo sicuro esaudimento".  Perché allora non succede nulla?
Grazie.
Carlo

 


 

Risposta del sacerdote

Caro Carlo,
1. bisognerebbe riportare tutto il passo della lettera del Card. Ratzinger per comprendere il senso genuino.
In ogni caso certamente i sacramenti dal momento che chi li celebra è Cristo stesso producono infallibilmente i loro effetti. Per questo il Magistero della Chiesa dice che producono la grazia ex opere operato, e cioè per il fatto stesso che l’azione viene compiuta.
Chi la compie infatti è Cristo, il quale agisce servendosi di uno strumento, il ministro, che nel nostro caso è il sacerdote.

2. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che “la grazia fondamentale di questo sacramento è una grazia di conforto, di pace e di coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia grave o della fragilità della vecchiaia.
Questa grazia è un dono dello Spirito Santo che rinnova la fiducia e la fede in Dio e fortifica contro le tentazioni del maligno, cioè contro la tentazione di scoraggiamento e di angoscia di fronte alla morte.
Questa assistenza del Signore attraverso la forza del suo Spirito vuole portare il malato alla guarigione dell’anima, ma anche a quella del corpo, se tale è la volontà di Dio (cf. Concilio di Firenze DS 1325). Inoltre, «se ha commesso peccati, gli saranno perdonati» (Gc 5,15)” (CCC 1520).

3. Ulteriormente il medesimo Catechismo quando sintetizza le grazie di questo Sacramento dice: “La grazia speciale del sacramento dell’Unzione degli infermi ha come effetti:
– l’unione del malato alla passione di Cristo, per il suo bene e per quello di tutta la Chiesa;
– il conforto, la pace e il coraggio per sopportare cristianamente le sofferenze della malattia o della vecchiaia;
– il perdono dei peccati, se il malato non ha potuto ottenerlo con il sacramento della Penitenza;
il recupero della salute, se ciò giova alla salvezza spirituale;
– la preparazione al passaggio alla vita eterna” (CCC 1532).

4. Della celebrazione di questo Sacramento per tua nuora una cosa è certa: che la sua malattia ha cooperato e coopera grandemente al bene spirituale vostro perché ora voi pregate ogni giorno sia in famiglia sia durante la ss. Eucaristia alla quale partecipate quotidianamente.
Se voi pensate alla quantità di meriti e di gloria che accumulate davanti a Dio per la vita futura con queste preghiere e con la partecipazione quotidiana alla Santa Messa potete dire che l’infermità di tua nuora ha già prodotto un bene molto grande.

5. Ma è un bene grande anche il suo perfetto ristabilimento in salute.
Infatti poiché la guarigione fisica è legata al bene spirituale vi consiglio di proporvi di continuare a pregare così, anche con l’Eucaristia quotidiana per tutti i giorni della vostra vita.
Abbiate poi fiducia perché il Signore sa qual è il momento propizio per esaudirvi, come avvenne nel caso di Zaccaria che fu esaudito quando ormai si era rassegnato e il bene tanto invocato (quello di un figlio) ormai non lo domandava più.
E anche qualora non arrivasse mai, se perseverate così il Signore vi darà l’intimo convincimento che non avete pregato invano e che mentre domandavate un bene grande ve ne accordava per la vita presente e soprattutto per quella futura uno ancora immensamente più grande e più prezioso per il conseguimento del quale canterete in eterno la benevolenza e la misericordia del Signore che esaudisce i suoi servi al di dà di ogni merito e desiderio.

Alla vostra preghiera aggiungo volentieri anche la mia perché tutto questo avvenga per ciascuno di voi.
Intanto vi benedico.
Padre Angelo