Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
ho letto la risposta di oggi circa i fondamenti della teologia come scienza.. all’inizio ho sorriso dinnanzi all’ingenuità delle argomentazioni addotte dal lettore:  “Dixit insipiens in corde suo: theologia non est scientia….”, pero’ poi mi sono anche un po’ spaventato al pensiero che discipline cosi’ vacue e presuntuose come l’antropologia, la sociologia, la storia delle religioni e delle idee, gli studi di mitologia comparata fanno sempre piu’ presa su menti fragili e incolte quanto mai bisognose di una guida e di una direttiva chiare e autorevoli quale il Suo sito garantisce costantemente da anni.
A proposito del quesito in questione ho apprezzato la Sua decisione di definire la nozione di scienza ricorrendo alle fonti piu’ sicure, cioè Aristotele e la tradizione scolastica e neo-scolastica: è infatti evidente che le nozioni di Dio, creazione, peccato, caduta, redenzione, rappresentano realtà oggetto di  un sapere squisitamente scientifico alla luce di cio’ che la tradizione aristotelico-tomista considera tale; del resto quale altro fondamento ha la scienza moderna se non l’aristotelismo ? ogni studente di teologia lo sa: fu all’ insegna di Aristotele che avvenne la moderna rivoluzione scientifica, e infatti Cartesio, Galileo, Newton erano tutti aristotelici.

Oltretutto, come giustamente dice al punto 3 la conoscenza scientifica non si limita alla matematica, esistono anche le scienze dell’occulto, cui nel Suo sito è dato tutto lo spazio che meritano: il diavolo, le possessioni, le fatture, le legature, la magia… Evidente è ad esempio il carattere squisitamente  scientifico della questione "Se i demoni ci possano conoscere, se vedano le nostre azioni, le nostre abitazioni" (05.07.2014) mentre nella trattazione del grave problema dell’ "esorcismo genealogico" (03.08.2014) ho particolarmente apprezzato la sua equilibrata  posizione epistemologica: "Penso che nessuno possa escludere a priori che queste realtà non esistano" (cui è naturalmente sottinteso: "penso quindi che qualcuno sia in grado di dimostrare a posteriori che queste realtà esistano", dato che “escludere che qualcosa non esista” senza alcuna evidenza di questo “qualcosa” è di per sé un sofisma, un non-sense).
Quanto all’esegesi biblica – caposaldo della scienza teologica, come ricorda al punto 5 – anch’essa è degnissimamente rappresentata sul sito: a questo proposito emblematico è ad esempio il quesito "Qual è la data in cui è nato e quale quella in cui è morto Gesù?" (01.08.2014), cui Lei risponde alla luce di inoppugnabili dati storico-cronologici (tipo "la Madonna appena rimasta incinta per opera dello Spirito Santo subito è andata dalla cugina") e soprattutto dei "carteggi ritrovati che indicavano il turno delle classi sacerdotali" (sarebbe stato forse opportuno fornire i dettagli circa questi "carteggi", ma non era certo il caso di appesantire la risposta con dettagli bibliografici…).
Ma direi che il vertice dell’esegesi scientifica è rappresentato dall’ “Introduzione generale ai profeti” del beato padre Giuseppe Girotti, il quale, tornato dall’ Ècole biblique di Gerusalemme dotato di tutte le specializzazioni del caso conseguite in due anni,  mostro’  (sulla base della piu’ efficace bibliografia scientifico-apologetica di inizio ‘‘900) che la sola vera interpretazione della Bibbia è quella di Tommaso d’Aquino e quindi della Chiesa Cattolica, né piu’ né meno.
Naturalmente “sunt autem multa quae si scribantur per singula…” (scusi la citazione giovannea) ma non mi voglio dilungare ulteriormente: La ringrazio ancora per il sostegno che ogni giorno ci elargisce e la esorto a continuare in questa meritoria attività.
Saluti
Gustavo


Risposta del sacerdote

Caro Gustavo,
1. la tua riflessione non avrebbe bisogno di risposta perché è un commento argomentato alla mia risposta.
Ti ringrazio per le ulteriori luci che hai voluto portare.
 
2. Ne approfitto questa volta per riportare alcuni passaggi di una lettera del Papa emerito Benedetto XVI al prof. Odifreddi, il quale asseriva in merito ad una pubblicazione di J. Ratzinger che la teologia non sarebbe una scienza, ma una fantascienza.
Questa lettera porta la data del 24 settembre 2013.

3. Il Papa gli rispose anzitutto con una vena d’ironia. Se la la teologia è fantascienza: “mi meraviglio che Lei, tuttavia, ritenga il mio libro degno di una discussione così dettagliata”. Come a dire: perché si è messo a perdere del tempo?

4. Ma poi ha dato una risposta da pari suo in 4 punti, rilevando anzitutto che se è vero che nel senso più stretto della parola sarebbe scienza solo la matematica, tuttavia “in tutte le materie specifiche la scientificità ha ogni volta la propria forma, secondo la particolarità del suo oggetto.
L’essenziale è che applichi un metodo verificabile,
escluda l’arbitrio
e garantisca la razionalità nelle rispettive diverse modalità”.

5. Inoltre, dice Ratzinger, “è un dato inoppugnabile “che, nell’ambito storico e in quello del pensiero filosofico, la teologia ha prodotto risultati durevoli”.
Si pensi semplicemente al concetto di persona, alla sua dignità, ai fondamenti della dignità della persona. Questa non è fantascienza. Ma si tratta di principi elaborati in seno alla teologia cattolica e che poi sono stati fatti propri dai parlamenti.
Si pensi in modo particolare a talune asserzione della dottrina sociale della Chiesa.

6. Ma ciò che caratterizza la scientificità della teologia, al dire di Ratzinger , è il legame tra la religione (fede) e la ragione.
Scrive: “Nel mio dialogo con Habermas ho mostrato che esistono patologie della religione e – non meno pericolose – patologie della ragione. Entrambe hanno bisogno l’una dell’altra, e tenerle continuamente connesse è un importante compito della teologia”.
Allora la ragione applicata alla fede serve per eliminare le patologie della religione.
E la fede, come dato rivelato che merita di essere preso in considerazione perché la ragione ha verificato come sia spurio di patologie, serve per evitare le patologie della ragione.
Le patologie della ragione”: a quanti disastri hanno portato nel corso del secolo XX.
E ancor oggi, a proposito di tanti “pseudo diritti” come ad esempio quello di abortire, di sposarsi tra omosessuali, di procreare in provetta, quanti disastri di cui non si vuole parlare.

7. Prosegue Benedetto XVI:  “La fantascienza esiste, d’altronde, nell’ambito di molte scienze. Ciò che Lei espone sulle teorie circa l’inizio e la fine del mondo in Heisenberg, Schrödinger ecc., lo designerei come fantascienza nel senso buono: sono visioni ed anticipazioni, per giungere ad una vera conoscenza, ma sono, appunto, soltanto immaginazioni con cui cerchiamo di avvicinarci alla realtà”.

8. Sulla storicità di Cristo, messa in dubbio da Odifreddi, il papa risponde rimandando a studi storici fatti da teologi protestanti: “Ciò che Lei dice sulla figura di Gesù non è degno del Suo rango scientifico (il corsivo è mio, n.d.r.).
Se Lei pone la questione come se di Gesù, in fondo, non si sapesse niente e di Lui, come figura storica, nulla fosse accertabile, allora posso soltanto invitarLa in modo deciso a rendersi un po’ più competente da un punto di vista storico.
Le raccomando per questo soprattutto i quattro volumi che Martin Hengel (esegeta della Facoltà teologica protestante di Tübingen) ha pubblicato insieme con Maria Schwemer: è un esempio eccellente di precisione storica e di amplissima informazione storica.
Di fronte a questo, ciò che Lei dice su Gesù è un parlare avventato che non dovrebbe ripetere.
Che nell’esegesi siano state scritte anche molte cose di scarsa serietà è, purtroppo, un fatto incontestabile. Il seminario americano su Gesù che Lei cita alle pagine 105 e sgg. conferma soltanto un’altra volta ciò che Albert Schweitzer aveva notato riguardo alla Leben-Jesu-Forschung (Ricerca sulla vita di Gesù) e cioè che il cosiddetto "Gesù storico" è per lo più lo specchio delle idee degli autori. Tali forme mal riuscite di lavoro storico, però, non compromettono affatto l’importanza della ricerca storica seria, che ci ha portato a conoscenze vere e sicure circa l’annuncio e la figura di Gesù”.
Qualcuno, a proposito di questa risposta, usando il linguaggio delle battaglie navali, ha detto Papa Benedetto nei confronti di Odifreddi ha colpito e affondato.

9. Nella tua risposta alla mia osservi opportunamente che non sarebbe guastata una documentazione da parte mia a carte ritrovate che mostrebbero come la data del 25 dicembre sulla nascita di Gesù sia più che verosimile.
È vero, questa documentazione non l’ho riportato nella risposta.
Queste carte si rifanno alla scoperta fatta nelle grotte Qumram che ci forniscono il periodo di ufficiatura nel tempio di Gerusalemme che le 24 classi sacerdotali svolgevano nell’arco dell’anno.
Indirettamente ci informano su quale sia stato il periodo che capitò a Zaccaria, che era di classe di Abia, per fare l’offerta dell’incenso nel santuario.
Questi studi sono apparsi sulla rivista 30 Giorni: T. Federici, 25 dicembre, una data storica, in 30 Giorni, 11/2000.
Questi studi sono poi stati ripresi e pubblicati da molte altre riviste e quotidiani, compreso l’Avvenire.

Ti ringrazio, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo