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Quesito

Carissimo Padre Angelo,
come sta?! Mi permetto di disturbarLa ancora con una domanda. So quanto Lei sia occupato, e quindi decida pure in piena liberta’ se ha tempo per rispondermi. La ringrazio comunque per la cortesia.
La mia domanda e’ se la Chiesa preferisca l’inumazione (sotto terra) alla tumulazione (in un loculo). Si trovano varie pubblicazioni, a stampa o in internet, che contrastano la sepoltura con la cremazione, ma io almeno non sono riuscito a trovare gran che sul confronto, da una prospettiva cristiana, fra inumazione e tumulazione.
Penso che a favore dell’equiparazione fra inumazione e tumulazione ci siano vari argomenti:
1. Cristo stesso e’ stato tumulato, non inumato, e quindi non si vede perche’ la sepoltura sotto terra debba essere preferita.
2. Il canone 1176, para. 3, contrasta la “pia consuetudo defunctorum corpora sepeliendi” alla cremazione, per cui la sepoltura dovrebbe ragionevolmente intendersi nel senso di inumazione o tumulazione.
3. Esiste una tradizione millenaria di tumulazione, a fianco dell’inumazione, dalla sepoltura nei muri delle chiese alle tombe di famiglia, alle stesse catacombe (che erano si’ sotto terra, ma al loro interno i defunti erano disposti in loculi).
La ragione del mio dubbio deriva da certe affermazioni:
1. Nell’istruzione Ad resurgendum cum Christo, sulla sepoltura dei defunti (Congregazione per la dottrina della fede, 2016), si legge, al para. 3, che l’inumazione (non, genericamente, la sepoltura) e’ “la forma piu’ idonea per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale”. 
2. L’istruzione Pia et costantem sulla cremazione del 1963 indicava che la Chiesa si e’ sempre studiata “ad inculcare la inumazione dei cadaveri”.
3. A commento del canone 1176 citato sopra, viene talvolta espresso il concetto che “la pia tradizione cristiana, che risale agli stessi tempi apostolici”, e’ quella “d’inumare le spoglie mortali dei fedeli, affidandole alla terra, in attesa della risurrezione finale”. (CHIAPPETTA, Il Codice di diritto canonico. Commento giuridico-pastorale, 2a edizione, 1996, vol. 2, p. 443).
Forse, in base al loro testo e contesto, queste affermazioni si possono spiegare, senza necessariamente arrivare a sostenere che l’inumazione sia da preferire alla tumulazione. Ad ogni modo, se ha tempo e l’argomento Le interessa, mi faccia sapere per favore con Suo comodo. Non vorrei che, con… tutte le mie (supposte) conoscenze di teologia e diritto canonico (e soprattutto la boria che le accompagna!), finissi per acquistare un loculo per me e mia moglie, quando invece dovevamo farci interrare! (Le risparmio tutta la questione dei cimiteri cattolici, qui in America, dove i cattolici si fanno seppellire, non obbligatoriamente, ma a preferenza della sepoltura in cimiteri interconfessionali).
Grazie ancora per la gentilezza e, con largo anticipo, un augurio per la festa di San Domenico! (Anche lui, per quanto mi risulta, mai inumato, ma inizialmente tumulato nella piccola chiesa di San Nicolo’ delle Vigne, oggi scomparsa).

 


 

Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. quando nei documenti disciplinari della Chiesa si parla di sepoltura si allude alla inumazione e cioè al mentre sotto terra.
Questo perché da sempre presso i cristiani la sepoltura della gente comune veniva fatta sotto terra.
Solo i ricchi potevano disporre di una nicchia, di un loculo o di una celletta, detta anche tumulo.

2. Il Catechismo della Chiesa Cattolica parla in generale di sepoltura: “I corpi dei defunti devono essere trattati con rispetto e carità nella fede e nella speranza della risurrezione. La sepoltura dei morti è un’opera di misericordia corporale” (CCC 2300).
Il Codice di diritto canonico non usa mai neanche in latino il termine inumazione, ma parla genericamente di tumulazione, intendendo sia l’inumazione che la deposizione in un loculo.

3. Anche la liturgia della Chiesa, quando affida i corpi dei defunti alla terra, con quest’espressione intende non solo l’inumazione ma anche la deposizione in un loculo.

4. Fin dall’inizio i corpi dei cristiani, in opposizione al rito dei pagani che procedevano per cremazione, venivano portati in un luogo chiamato appositamente cimitero, dal greco Koimeterion, che significa dormitorio.
La custodia del corpo, sotto terra o in loculo, manifestava più chiaramente l’attesa della risurrezione.

5. È vero però quanto hai notato: l’Istruzione della Congregazione per la dottrina della fede Ad resurgendum cum Christo del 25 agosto 2016, circa la sepoltura dei defunti, al n. 3 dice: “Seguendo l’antichissima tradizione cristiana, la Chiesa raccomanda insistentemente che i corpi dei defunti vengano seppelliti nel cimitero o in altro luogo sacro.
Nel ricordo della morte, sepoltura e risurrezione del Signore, mistero alla luce del quale si manifesta il senso cristiano della morte, l’inumazione è innanzitutto la forma più idonea per esprimere la fede e la speranza nella risurrezione corporale”.

6. Ma è evidente qui che proprio per l’accostamento a Cristo, per inumazione s’intende qualsiasi forma di sepoltura.
Cristo infatti non fu sepolto per terra, ma nel sepolcro scavato nella roccia che Giuseppe d’Arimatea si era fatto approntare per se stesso: “Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò” (Mt 27,59-60).
I sommi sacerdoti dopo aver condannato Gesù alla morte più infame, la crocifissione, volevano che avesse anche la sepoltura più infame, quella di essere gettato direttamente nella fossa comune.
In questo caso sarebbe stato più difficile dire che era risorto dai morti.

7. Ma in questo non furono accontentati, perché intervenne Giuseppe d’Arimatea, dando così realizzazione alla profezia di Isaia: “Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo” (Is 53,9).
Giuseppe Girotti commenta: “Il senso più ovvio di queste parole sembra essere: gli avevano assegnato la sepoltura con gli empi, invece dopo morte è stato messo col ricco”.

8. San Domenico non fu messo in un loculo, ma fu proprio inumato, messo sotto terra.
Il beato Giordano, suo primo successore, nel ricordare la riesumazione del corpo fatta nella notte tra il 23 e il 24 maggio 1233 in prossimità della canonizzazione scrive: “C’era sotto, infossata nella terra, quella cassa di legno nella quale il venerabile Papa Gregorio, allora vescovo di Ostia, aveva inumato il sacro corpo”.

9. Ognuno dunque può fare come meglio crede.
Paolo VI volle essere sepolto sotto terra e non un sarcofago come si fa in genere per i Papi

Ti ringrazio per la vicinanza col Santo Padre Domenico.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo