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Quesito
Caro Don Angelo come sta?
Spero tutto bene, in questi tempi un po’ complicati.
Questi giorni leggendo una notizia riguardante la vicenda di un sacerdote ridotto allo stato laicale dalla Santa Sede, mi sono sorti alcuni interrogativi che ho pensato di sottoporre a Lei.
Le premetto che non ho studiato teologia.
Nel comunicato che ho letto è detto che l’ex sacerdote “rimane in comunione con la Chiesa in quanto fratello battezzato in Cristo ed è invitato ad attingere, come ogni fedele, alla grazia della Parola di Dio e dei sacramenti”.
a) se ho capito bene, il battesimo è un sacramento che forma il carattere del cristiano, che si incide in modo indelebile nel fedele, e qualunque cosa uno faccia rimane, non puo’ essere revocato; mentre il sacerdozio no. Perchè vedo, che in caso di situazioni di infrazioni disciplinari particolarmente gravi, viene come revocato e non sussiste piu’. Cosa impossibile per il battesimo.. o no? Non so se ho compreso bene.
b) Spesso confrontandomi con un mio confratello sul sacerdozio, spesso mi parla della “grazia di Stato”. Mi può dire in cosa consiste? E in quale ambito agisce? Cioè solo nel momento in cui il sacerdote esercita il suo ministero nella celebrazione dei sacramenti o anche in altre attività e azioni fuori dalla celebrazione dei sacramenti?
Spero che avrà tempo di rispondermi.
Demis
Risposta del sacerdote
Caro Demis,
1. il Sacramento dell’ordine sacro conferisce il carattere, che è un sigillo indelebile impresso nell’anima.
Pertanto se si riceve validamente questo sacramento, non può mai essere annullato.
È la stessa cosa che avviene per il battesimo: poiché imprime il carattere, il battesimo non può mai essere annientato.
Chi si sbattezza di fatto fa una dichiarazione di apostasia dalla religione cristiana, che viene annotata nel registro dei battesimi, ma rimane cristiano.
Similmente il diacono, il presbitero e il vescovo che hanno ricevuto validamente l’ordine sacro rimangono tali per sempre.
2. Può succedere che uno venga dimesso dallo stato clericale, come nel caso che mi hai riferito.
La dimissione dallo stato clericale comporta la proibizione ad un sacerdote di esercitare tutte le sue funzioni.
Nella sua anima il sigillo o carattere sacramentale rimane. E nessuno, neanche il Papa, glielo può togliere.
Gli si impedisce però di esercitare le funzioni sacerdotali, riducendolo allo stato laicale.
Da quel momento può sbrigare tutti gli affari che gli interessano ma non è più considerato un membro del clero.
3. Si tratta di una pena che viene irrogata “per motivi gravissimi”. Così dice il canone 290.
Nel caso che mi hai menzionato è stato specificato che la persona dimessa dallo stato clericale non è stata scomunicata.
Pertanto rimane in comunione con la Chiesa e può accedere a tutti i sacramenti.
È stato anche specificato che questi motivi gravissimi non hanno nulla a che fare con problemi legati ad abusi sessuali.
Ciò significa che ha avuto un comportamento (non conosciamo quale) incompatibile con il sacerdozio.
4. Solo in un caso un sacerdote ordinato validamente e dimesso dallo stato clericale può esercitare il suo sacerdozio ed è quello previsto dal canone 976: “Qualsiasi sacerdote, ancorché privo della facoltà di ascoltare le confessioni, assolve validamente e lecitamente da qualunque censura o peccato qualsiasi penitente che versi in pericolo di morte, anche se sia presente un sacerdote approvato”.
Questo perché tutte le leggi e le pene previste dalla Chiesa hanno come finalità la salus aeterna animarum, la salute eterna delle anime.
Di fronte al pericolo della dannazione eterna, la Chiesa ritira tutte le censure e tutti i suoi divieti.
5. Nulla vieta che un sacerdote dimesso dallo stato clericale lo possa riacquistare. Ma questo è di competenza del Romano Pontefice.
6. Mi chiedi infine in che cosa consista la grazia di stato data ad un sacerdote.
In due parole si può dire che consiste in una forza speciale con la quale il Signore assiste ogni sacerdote nell’esercizio del suo triplice compito: di insegnare (predicare), di santificare e di governare le anime.
È chiaro che la grazia di stato non si sostituisce alla mediocrità di vita del sacerdote.
È una grazia che va custodita e va coltivata con un comportamento degno del sacramento che si è ricevuto.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo