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Quesito

Carissimo Padre Angelo,
volevo chiederLe una cosa che penso sia utile anche ai lettori per evitare di rimanere confusi da certe persone che mescolano e confondono i Valori Cristiani e quelli illuministi, per poi tradire Cristo con questi ultimi, lasciando solo l’apparenza e il nome di Cristiani. Quest’anno, grazie a Dio, facciamo i Promessi Sposi e stiamo parlando della vita di Manzoni; siamo arrivati al momento della conversione di Manzoni e la nostra prof ha detto: "Ma la Conversione di Manzoni entra in contrasto con i valori illuministi della sua formazione? Noi diremmo di sì, ma in realtà Manzoni scopre che i valori della rivoluzione francese (uguaglianza, fraternità e libertà) erano stati predicati da Cristo molto tempo prima". La risposta mi ha lasciato un po’ allibito: mica Cristo è venuto sulla terra e a morire in Croce per l’uguaglianza, la fraternità e la libertà (intese secondo la rivoluzione)! E c’è da dire che se si ammette che Cristo è venuto a predicare la fraternità, la libertà e l’uguaglianza si rischia di toglierGli tutta la Sua Divinità e farLo passare come un comunista, un rivoluzionario, e non il Messia venuto a portare la Salvezza! Ora, io in un’interrogazione non ho intenzione di dire che Cristo ha predicato i valori della rivoluzione francese (perché non è così e sarebbe ingiusto nei confronti della Sua Persona); secondo Lei, quali argomenti e informazioni posso portare all’interrogazione per non dire queste sciocchezze?
Grazie ancora e che il Manzoni, se è in Cielo come spero che sia, La aiuti nel testimoniare la Sua Fede.
Giuseppe


Risposta del sacerdote

Caro Giuseppe,
1. certamente le parole libertà, uguaglianza e fraternità sono parole evangeliche.
Ma il modo in cui sono state intese dalla rivoluzione francese in poi e dunque anche oggi non corrisponde a quello del Vangelo.
Ma procediamo per gradi.

2. Partiamo dal concetto di libertà.
Ebbene Gesù venuto a liberarci dalla schiavitù e dall’oppressione del peccato e del demonio.
Perché quella del peccato è una vera schiavitù. Ci mette in qualche modo sotto l’influsso del nostro avversario poiché ci priva della difesa e della corazza della grazia.
La libertà che il Signore è venuto a portarci è quella dei figli di Dio, e cioè di coloro che obbediscono volentieri alla legge di Dio, si fidano del suo amore, poiché sono sicuri che il loro Padre, se comanda qualcosa, è solo per avvantaggiarli e per difenderli da qualche male.

2. Invece la liberà intesa dall’illuminismo consiste nel fare tutto ciò che si vuole col limite di non danneggiare la libertà altrui.
Sicché – passami l’esempio – se due si accordano per fare qualsiasi porcheria, la possono fare, purché non sia un’offesa e non costituisca scandalo per gli altri.
Come vedi, la libertà intesa dall’illuminismo è solo una libertà orizzontale, potrei dire, di carattere sociale.
La libertà portata da Gesù Cristo invece è una libertà interiore, che affranca dal peccato, dal demonio e dall’inferno.
Vedi allora come si equivoca sulla parola libertà.

3. Passiamo adesso all’uguaglianza.
È vero che tutti gli esseri umani per natura sono persone e sono di pari dignità. Sicché ognuno va trattato come un fine e non come un mezzo.
Tuttavia in base ad un malinteso concetto di democrazia, se la maggioranza decide qualche cosa, anche se è contro i diritti di alcuni più deboli o indifesi, dal momento che è stato deciso per maggioranza, diventa lecito compiere  quelle azioni che non sono più considerate. E addirittura diventa lecito perseguire chi si rifiuta di assecondarle.
Penso, come avrai capito, al problema dell’aborto. È stato legalizzato dalle moderne democrazie. È legale, secondo i criteri che si sono dati gli uomini.
Ma non è una condanna a morte per chi non ha la capacità di parlare  e di difendersi?
È uguaglianza questa?
Mentre Gesù, a proposito della vera eguaglianza, dice: “Tutto ciò che avete fatto ad uno di questi più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).
Quanti equivoci dunque sull’uguaglianza.
Non tutto ciò che è legale è anche morale.

4. Infine passiamo alla fraternità che spesso, come abbiamo visto in questi ultimi due secoli, è stata intesa come la fraternità di un gruppo, di un partito, di una classe, di una maggioranza o di una nazione contro un’altra. E lo è anche oggi.
Quante guerre negli ultimi due secoli a motivo della fratellanza di un gruppo, di un partito o di una nazione contro un altro gruppo, un altro partito, un’altra nazione.
La fraternità vera è quella portata da Cristo per cui “non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,8).
Gesù Cristo ci ha dato una realtà nuova, di ordine soprannaturale (la grazia), che assorbe tutte le diversità. E anziché metterle in contrasto le une con le altre, le convoglia verso un arricchimento vicendevole, come si vede all’interno della Chiesa, che è segno di vera unità e fraternità tra tutti gli uomini.

5. Come vedi, le parole sono identiche.
Potrei dire che in se stesse le tre parole sono evangeliche.
Ma i contenuti dati a queste parole nella mentalità illuminista spesso sono tutt’altro che evangelici.
La libertà portata di Cristo è più profonda e più vera.
Così l’eguaglianza portata da Cristo è veramente in difesa di tutti, soprattutto dei più deboli e indifesi.
E la fraternità non è la fraternità di un gruppo contro un altro, ma una fraternità che si realizza su un piano superiore, di ordine soprannaturale.

Ti ringrazio per avermi portato su questi temi, sui quali ha riflettuto parecchio Giorgio La Pira, padre della Costituente, sindaco di Firenze e, mi piace sottolinearlo, terziario domenicano.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo