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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
Le volevo parlare un po’ dei miei compagni per chiederLe anche che approccio usare con loro per farli avvicinare a Cristo e alla Sua Chiesa. Le loro posizioni sono contrarie a quelle della Chiesa, soprattutto per quanto riguarda le unioni gay; ce n’è uno che qualche volta va in Chiesa, ma gli altri non frequentano. A quanto mi sembra ci sono dei collegamenti con l’impurità e l’ateismo la fa da padrone (perché se anche si dicessero Cattolici, nei fatti di Cattolico ci sarebbe poco o niente…). Delle volte mi pongono delle domande sulla Chiesa (soprattutto sulle unioni gay e sul l’omosessualità) e non penso proprio sia il caso di spiegar loro che dopo il peccato originale c’è stato uno sconvolgimento nella natura e questo ha portato anche alla presenza di questo orientamento sessuale deviato e innaturale; mi chiedono anche se qualcosa riguardo il VI Comandamento (specialmente la fornicazione) sia peccato e non so se in questo caso dovrei rispondere loro, perché penso proprio che, se non ritornano a Cristo, presto cadranno in tale peccato. Per finire usano un linguaggio osceno e a sfondo sessuale veramente degradante e quando lo usano devo mettermi a pensare ad altro/distrarmi con il cellulare o cambiare discorso per evitare di compiere un peccato con loro; per non parlare poi delle bestemmie… Considerando tutte queste cose, potrebbe dirmi come dovrei comportarmi con loro? C’è da dire che forse con la mia presenza qualche bestemmia la evitano, ma per il resto non si pongono freni…
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la raccomandazione che ti faccio è quella di non abbandonare i tuoi compagni.
È vero che a motivo delle loro bestemmie, del linguaggio osceno e allusivo, sono motivo continuo per avere nella tua mente pensieri e parole che non sono secondo Dio.
Ma, conoscendoti, sono certo che tu non ti lasci corrompere. E se anche questi pensieri rintronano nella tua mente e costituiscono un disturbo, tuttavia ad essi tu non acconsenti in nessun modo.
2. Il mio parere è quello di stare insieme con loro comportandoti come Daniele in Babilonia.
Questa è l’immagine usata da un biografo di san Tommaso per dire quale sia stato il suo atteggiamento quando uscì dal monastero di Monte Cassino per frequentare l’università di Napoli.
Certo l’università era un ambiente del tutto diverso da quello del Monastero. Ma San Tommaso era interiormente corazzato. Prima ancora di essere domenicano, faceva quello che faceva San Domenico: parlava con Dio o di Dio.
Parlare di Dio non significa fare sempre la predica al nostro prossimo, ma parlare secondo Dio, in modo che Dio se ne compiaccia. E certamente il tuo linguaggio anche su temi meno impegnativi può essere sempre secondo Dio.
3. A questo mi spinge anche il pensiero che sei stato battezzato e cresimato. E soprattutto perché cresimato hai ricevuto l’incarico da parte del Signore di essere apostolo tra la tua gente.
Tra la tua gente ci sono anche i tuoi compagni di scuola.
Molti di loro sono lontani da Dio e dalla Chiesa. E il Signore ha messo te, perché tu sia un suo testimone davanti a loro.
Sono certo che i tuoi compagni avvertono questa diversità. Vedono che sei cristiano.
E, come puoi notare, ti fanno tante domande per sapere se questo o quello è peccato. Non le fanno ad altri. Le fanno a te.
4. Nel rispondere alle loro domande cerca sempre di essere preparato e di non limitarti mai a dire solo: é peccato. Porta le motivazioni.
Se sul momento non le sai portare, ti prepari e la volta successiva gliele comunichi.
5. Ricordati anche di quanto diceva Padre Pio da Pietrelcina: che le anime non vengono regalate a nessuno, ma si comprano tutte con la medesima moneta usata da Nostro Signore.
Il Signore non si è limitato a illuminare, a insegnare. Ma ha voluto redimere, espiare, dare forza.
E questo l’ha fatto soprattutto con la sua passione e morte.
6. Aveva ragione allora Santa Teresina del Bambin Gesù a dire: “Ah, preghiera e sacrificio formano tutta la mia forza, sono le armi invincibili che Gesù mi ha date, toccano le anime ben più che i discorsi, ne ho fatto esperienza spesso. Una fra tutte queste esperienze mi ha fatto una impressione dolce e profonda” (Storia di un’Anima 315).
7. E si comprende anche come mai Nostro Signore parlando con Santa Caterina da Siena sull’Ordine Domenicano le abbia detto: “Sai in su che mensa fa mangiare e’ figliuoli suoi col lume della scienzia? Alla mensa della croce in sulla quale croce è posta la mensa del santo desiderio, dove si mangia anime per onore di me. Egli non vuole ch’e figliuoli suoi attendano ad altro se non a stare in su questa mensa col lume della scienzia, a cercare solo la gloria e loda del nome mio e la salute dell’anime” (Il Dialogo, n. 158).
8. Portali dunque sempre nel cuore delle tue preghiere, nella tua partecipazione alla Messa, nel pregare per loro e al posto loro.
Il Signore te li ha fatti conoscere e in qualche modo te li ha consegnati perché per la tua parte tu li possa custodire per la vita eterna.
Ti accompagno in questa grande impresa con la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo