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Quesito
Carissimo Padre,
sono passati cinque mesi dalla mia conversione. Ricordo ancora il giorno in cui una Forza inarrestabile mi spinse ad acquistare una corona del Rosario, e ad imparare a recitare questa immensa preghiera. Fu prima della mia conversione! Da allora non è passato giorno senza recitare il Rosario. Inizialmente provavo fatica, ma sapevo che non dovevo fermarmi. Infatti alla fatica subentrò pian piano una vera e propria gioia, a tal punto che oggi è diventato un appuntamento delizioso e irrinunciabile della mia giornata, secondo solo alla Santa Messa. Un’ora di intimità con Gesù e Maria dalla quale ricevo benefici spirituali immensi.
Con queste righe volevo condividere il mio amore per il Rosario, ed esprimere il desiderio di entrare a far parte della Confraternita. Mi impegno ad includere nella preghiera del Rosario le intenzioni degli altri membri.
Grazie, Padre, per avermi fatto conoscere questa meravigliosa realtà della Confraternita.
Che la Vergine Madre ci protegga,
Matteo
Risposta del sacerdote
Caro Matteo,
1. “Nessuno viene a me se il Padre non lo trae” (Gv 6,44).
All’inizio di ogni conversione c’è sempre la mano del Padre.
Non può essere che così dal momento che la conversione a Cristo ha come suo obiettivo un bene di ordine soprannaturale.
2. Nessuna meraviglia che Dio ti abbia attratto a Cristo per mezzo del Rosario di Maria.
Non ha forse iniziato l’opera della Redenzione partendo dalla Madonna?
Così ha fatto anche con te.
3. Mi dici che una Forza irresistibile ti spingeva a comperare il Rosario e a recitarlo.
Il Mio pensiEro è subito corso Al giovane Albert Lagrange, che poi diventerà il padre Marie-Joseph Lagrange fondatore dell’Ècole Biblique di Gerusalemme. Si trovava a Parigi a studiare diritto. Un giorno fu raggiunto da una brutta notizia dalla famiglia. Istintivamente entrò in una chiesa a pregare.
Scriverà in seguito nel suo Giornale spirituale: “Addolorato, andai fino al fondo della chiesa di Saint-Sulpice, ai piedi di Maria. Che cosa avvenne?
Pregai ardentemente a lungo. Uscendo non ero più lo stesso. Dopo qualche giorno comprai un rosario”.
Qui il Padre Lagrange non parla di Forza irresistibile, ma certo si è trattato di un impulso interiore scaturito da quella ardente preghiera da cui uscì trasformato. Sentiva che il Rosario gli era prezioso e che quella corona gli dava forza per la preghiera.
Quel Rosario mantenne la trasformazione e fece sì che non fosse solo un fuoco di paglia.
4. Adesso, a pochi mesi dalla conversione il Rosario per te “è diventato un appuntamento delizioso e irrinunciabile della mia giornata, secondo solo alla Santa Messa. Un’ora di intimità con Gesù e Maria dalla quale ricevo benefici spirituali immensi”.
“Un appuntamento delizioso e irrinunciabile della mia giornata”, un po’ come la visita che Dio sotto forma umana, verso la brezza della sera, faceva ad Adamo ed Eva prima del peccato originale.
I nostri due progenitori riconoscevano i suoi passi e gli andavano incontro.
Ebbene, quando tu tiri fuori dalla tasca la corona del Santo Rosario e ti accingi a recitarlo è come se muovessi i tuoi passi per andare incontro al Signore che viene a ripetere nella tua vita gli eventi che menzioni ad ogni decina.
E mentre stai unito al Signore la tua anima “viene inebriata dell’abbondanza della sua casa e si disseta al torrente delle sue delizie” (Salmo 36,9).
5. Qui tocchi con mano quanto siano vere le parole di San Tommaso il quale dice che nell’unione col Signore e cioè nella contemplazione viene versata nel nostro cuore una gioia che “sorpassa qualsiasi gioia umana” (Somma teologica, II-II, 180, 7) ed è “un certo inizio della felicità del cielo, della beatitudine” (Ib., II-II, 180, 4).
San Tommaso parlava per esperienza. In termini impersonali, quali si addicono ad una persona umilissima, portava la propria testimonianza.
Nell’unione col Signore e nella contemplazione si sentiva il più felice di tutti. Mai avrebbe lasciato quei momenti che per lui erano diventati quasi permanenti per tutto l’oro del mondo.
6. Per grazia di Dio questa sta diventando anche la tua esperienza.
Tu sai bene a che cosa possono essere paragonati i godimenti che ti affascinavano prima della conversione.
Sono certo che tu puoi dire insieme con Sant’Agostino: “Quello che prima (della conversione) temevo di perdere adesso sono ben lieto d’averlo lasciato”.
Consideri una grazia singolarissima l’essere stato liberato da quelle realtà che adesso considereresti tormenti qualora dovessi farne di nuovo l’esperienza.
7. Pertanto sono contento di aggregarti alla Confraternita del Santo Rosario.
Ti domando di chiedere sempre al Signore, per i meriti degli eventi che contempli e che Egli generosamente e ripetutamente mette nelle tue mani e anche per i meriti e le preghiera di tutti i membri della grande famiglia domenicana, di liberare da quelle realtà i tanti che ne sono ancora schiavi.
E così alla gioia dell’unione col Signore potrai aggiungere quella che si prova quando si lavora direttamente nel cuore degli uomini.
Ti ringrazio per questa tua testimonianza.
Ti ricordo al Signore, ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo