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Quesito

Buongiorno Padre, ho altre domande di vario tipo per lei.
Cos’è la Venia domenicana?
È una punizione?
Una pratica devozionale?
Un comune laico può applicarla nella sua preghiera personale?


Risposta del sacerdote

Carissimo amico delle Filippine, 
1. la venia è una prostrazione che si fa distendendosi sul pavimento, adagiati sul fianco destro e tenendo lo scapolare all’altezza del volto.
Certamente è una pratica penitenziale. È di rito nel capitolo delle colpe, quando tutti i frati si riuniscono per emendarsi vicendevolmente. Ma viene fatta anche in altre occasioni.

2. Il capitolo delle colpe è la riunione di tutti i frati della comunità oppure anche di una porzione come ad esempio i novizi tra di loro oppure gli studenti professi non ancora sacerdoti o tra i sacerdoti.
Inizia disponendosi su due file rivolti ad invicem, vale a dire faccia a faccia.
Chi lo presiede (il priore poi il maestro dei novizi) dice: faciant veniam qui se reos existimant et dicant culpas suas (facciano la venia coloro che si ritengono in difetto e dicano le loro colpe).
Tutti si prostrano facendo la venia e si rialzano ad un cenno di colui che si presiede.
Ognuno poi in mezzo al capitolo dichiara le proprie infrazioni nei confronti della regola e della vita comune.
Si dichiarano le infrazioni e non i peccati, perché questi vengono detti segretamente in confessione.
Finita la propria accusa, il soggetto si mette in venia e attende le caritatevoli osservazioni dei confratelli e di colui che presiede.
Ricevuta la penitenza, torna al proprio posto.

3. La venia viene fatta (o meglio veniva fatta) al termine della celebrazione corale se uno aveva sbagliato, ad esempio recitando un’antifona o un salmo al posto di un altro o per qualunque altro errore.
La stessa cosa viene fatta in refettorio al termine della consumazione dei pasti qualora uno avesse fatto degli errori nella lettura oppure avesse rotto o versato qualcosa per terra.

4. Talvolta viene fatta perché sorpresi in flagrante errore, ad esempio quando si viola il silenzio.

5. In alcune province dell’Ordine, come ad esempio in Francia, viene fatta  da tutti i capitolari al momento dell’elezione del priore provinciale. In questo caso ha valore di obbedienza e sottomissione.
Viene fatta anche nei momenti in cui l’obbedienza è particolarmente impegnativa, come nel caso del trasferimento da un convento all’altro. La venia viene fatta nel momento della lettura dell’assegnazione al nuovo convento davanti a tutta la comunità.

6. Nel proprio comportamento personale ognuno lo può fare tutte le volte che lo vuole.
Figura tra le varie maniere personali di pregare di San Domenico, con l’unica diversità del nostro Santo Padre in quel momento non stava poggiato sul fianco, ma rivolto con la faccia a terra.
Ecco che cosa si legge a proposito di questa sua forma di preghiera: “Spesso il beato Domenico pregava anche stendendosi completamente per terra con la faccia riversa, suscitando nel suo cuore sentimenti di compunzione e di pentimento; e ripeteva, qualche volta a voce così alta da venire udito, quell’invocazione del Vangelo “O Dio, abbi pietà di me perché sono un peccatore” (Lc 18,13).
Poi con devozione e rispettoso timore richiamava alla mente quel versetto di Davide: “Sono io che ho peccato e ho agito da iniquo” (2 Sam 24,17).
E piangeva ed emetteva alti gemiti, aggiungendo: “Non sono degno di alzare gli occhi al cielo a causa della moltitudine dei miei peccati, perché ho provocato la tua collera e ho fatto ciò che è male i tuoi occhi” (Preghiera di Manasse, 9-10).

7. La Preghiera di Manasse è un’opera apocrifa attribuita a Manasse nella quale il re di Giuda, prigioniero a Babilonia, si umilia profondamente riconoscendo i propri peccati e rivolge a Dio la preghiera di farlo tornare a Gerusalemme. Questa preghiera viene esaudita ( 2 Cr 33,12-13). 
La Preghiera di Manasse, pur non facendo parte dei libri canonici accettati dal concilio di Trento, viene riportata in appendice dall’edizione Clementina della Volgata per evitare che se ne perda il ricordo.

8. Nulla proibisce che qualsiasi persona, anche laica, la possa fare per conto proprio.
Puoi farla dunque come forma di preghiera penitenziale o anche semplicemente come forma di penitenza.

Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo