Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Gentile Padre,
qual è la data in cui è nato e quale quella in cui è morto Gesù?
La ringrazio molto.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. i vangeli non  ci dicono in quale giorno dell’anno sia nato Nostro Signore.
Ma due serie di testimonianze ci fanno capire che la data tradizionale, quella del 25 dicembre, è esatta.

2. La prima testimonianza la si ricava dall’offerta dell’incenso fatta da Zaccaria, sacerdote della classe di Abia, e padre di Giovanni il Battista.
Ebbene i sacerdoti che ogni giorno potevano entrare nel Santuario per l’offerta dell’incenso che doveva in continuazione elevarsi verso il cielo erano divisi in 24 classi, di mille sacerdoti ciascuna.
Ogni classe funzionava per una settimana, al termine della quale subentrava un’altra. Sicché nell’arco dell’anno le 24 classi sacerdotali potevano funzionare per due settimane.
I sacerdoti, che come ho detto erano mille per ogni classe, venivano estratti a sorteggio. Chi veniva estratto, non poteva più essere estratto per un’altra volta per non togliere ad altri la possibilità di compiere questa singolare funzione.
Ebbene, si è scoperto da carteggi ritrovati che indicavano il turno delle classi sacerdotali, che la classe di Abia nell’anno in cui capitò a Zaccaria di entrare nel Santuario, funzionò in settembre.
Ora il vangelo dice che Zaccaria “compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì” (Lc 1,23-24).
Inoltre quando la Madonna ricevette l’annuncio dell’Angelo la cugina Elisabetta era giunto al sesto mese e cioè in marzo.
Se si tiene presente che la Madonna appena rimasta incinta per opera dello Spirito Santo subito è andata dalla cugina, si capisce come mai il Signore sia nato in dicembre.
Allora si capisce come mai la Chiesa abbia datato la nascita di Gesù a dicembre e la nascita di Giovanni Battista in giugno, a nove mesi dall’apparizione dell’Angelo a Zaccaria e a tre mesi dalla visita della Madonna.

3. La seconda testimonianza deriva da un’annotazione di Luca sul momento della nascita del Signore: “C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge” (Lc 2,8).
In genere si metteva un pastore a vegliare diversi greggi, in modo tale che gli altri potessero andare a dormire.
Ma quella notte “alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge”.
Come mai diversi pastori?
Bisogna sapere che nella notte tra il 24 e il 25 dicembre a Roma si faceva la festa al sole invitto, a qualche giorno di distanza dal solstizio invernale. Tutti stavano svegli per quell’occasione facendo festa. Potremmo dire che si faceva qualcosa di analogo a quello che molti tra noi fanno tra la fine dell’anno e l’inizio dell’anno nuovo.
Questa festa nel frattempo si era estesa anche il tutto il mondo dominato da Roma. Era entrata anche tra i costumi degli ebrei, sebbene fosse una festa pagana. Perfino i pastori non si lasciavano passare quest’occasione.
Ecco i motivi che rendono ragione di questa data tradizionale: non solo in dicembre, ma il 25 dicembre.
D’altra parte nostro Signore è presentato nella profezia di Zaccaria come il sole che nasce dall’alto: “ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte” (Lc 1,78-79).
Pertanto nel momento in cui si festeggiava il sole invitto, nasceva il vero Sole, quello che risplende “su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte”.

4. Sulla data della morte del Signore abbiamo un’indicazione in Giovanni quando si dice che quei corpi non dovevano rimanere in croce perché stava per cominciare il sabato: “era infatti un giorno solenne quel sabato” (Gv 19,31). In quell’anno la festa di Pasqua, che si celebrava sempre nella luna piena del mese di marzo, cadeva proprio di sabato.
Pertanto secondo il computo della tradizione il Signore è morto il venerdì 7 aprile, il giorno antecedente la pasqua, che quell’anno si celebrava il sabato 8 aprile.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo