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Quesito

Caro Padre Angelo,
in Marco 5,1-20 Gesù non vuole che l’indemoniato liberato possa seguirlo e gli dice di raccontare alla propria famiglia l’accaduto. Nel secondo libro dei Dialoghi di Gregorio Magno, San Benedetto, nel capitolo 16, libera un chierico da un demonio e dopo gli dice: "Adesso torna pure a casa; d’ora innanzi però non mangiare mai carne e non ardire di accedere agli ordini sacri perché nello stesso giorno sarai di nuovo in balia del demonio". Perché le vittime di Satana non possono seguire Gesù e non possono nemmeno rispondere a un’eventuale vocazione religiosa (ammesso che ce l’abbiano)?
La ringrazio per il tempo che mi dedicherà.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. i due casi sono diversi.
Nel caso dell’indemoniato evangelico, quell’uomo temeva che, stando lontano dal Signore, i demoni lo assalissero di nuovo.
Mentre il Signore gli garantisce che anche da lontano può essere liberato da queste possessioni.

2. Inoltre quella regione (la decàpoli) secondo san Giovanni Crisostomo era abitata da molti demoni. Gesù lo rimanda nella sua terra ci fosse qualcuno che cominciasse a indebolire il regno del demonio attraverso la predicazione del Vangelo a profitto di tutti.
Per questo Gesù gli disse: “«Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati” (Mc 5, 18-20).

3. Nel caso narrato da San Gregorio Magno c’è da pensare invece che quel giovane non avesse la vocazione. Per questo san Benedetto gli disse di tornare a casa sua e di vivere in maniera monastica.
Quel giovane, prosegue San Gregorio, all’inizio ascoltò san Benedetto.
Ma più avanti negli anni, vedendo che altri accedevano agli ordini sacri e lui no, volle fare la stessa cosa, nonostante la proibizione di Benedetto.
E allora, proprio perché disobbedendo aveva aperto la porta al diavolo, ne fu di nuovo impossessato e quella possessione durò, come narra San Gregorio in quel medesimo capitolo, fino alla sua morte.

Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo