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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono una mamma 40enne e ho scoperto per caso questo sito. Sono rimasta colpita dai quesiti trattati e dalle sue risposte sempre molto esaurienti e complete; ed e’diventata un’ abitudine per me visitare ogni giorno questo sito. Spesso i quesiti posti sono stati utili anche per la mia vita e hanno portato luce, chiarezza. Io non ho grandi domande da fare, però c’e’ un tratto del Vangelo che quando lo sento mi lascia sempre perplessa. Più precisamente non comprendo perché Gesù in Gv  21,22 risponde a Pietro: "Se voglio che egli rimanga finche’ io venga, a te che importa?".
La ringrazio fin d’ora dell’attenzione che vorrà prestare ed in attesa di una sua risposta la saluto.


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. a profitto dei nostri visitatori desidero ricordare in quale contesto vengano proferite le parole del Signore che mi hai riportato.
Il Signore aveva appena predetto a San Pietro con quale morte lo avrebbe glorificato.
Pietro allora domanda a proposito di Giovanni, il discepolo che nella sera dell’ultima cena aveva posato la testa sul petto del Signore: “«Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?»” (Gv 21, 21-23).

2. Ebbene, il senso che a prima vista sembra
emergere è quello che colpì gli stessi apostoli, e cioè che Giovanni non sarebbe morto, e cioè egli non sarebbe morto
fino alla sua seconda venuta.
Ma questo viene escluso da ciò che segue: «Gesù però non gli aveva
detto che non sarebbe morto; ma: Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a
te?».

3. San Tommaso riporta l’opinione di alcuni secondo i quali Giovanni sarebbe morto, ma poi sarebbe risuscitato anche col corpo. Segno di ciò potrebbe essere il fatto
che il suo corpo non si trova da nessuna parte. E così egli rimane beato con Cristo, secondo l’invito a lui fatto nell’Apocalisse: “Colui che attesta queste cose dice: «Sì, vengo presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù” (Ap 22,20).

4. Tuttavia, dice San Tommaso, “è meglio ricorrere, con Agostino, a un’esposizione mistica. E allora il termine
rimanere più che indicare durata dovrebbe significare attesa, come in quel testo di Lc 24,49: «Ma voi rimanete in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
E così il Signore, parlando di
Giovanni, ossia della vita contemplativa, afferma: «Voglio che egli rimanga», ossia che attenda, «fino a che io venga» o alla fine del mondo oppure alla morte di ogni
contemplativo. Perciò la vita contemplativa che qui viene iniziata non viene qui portata a compimento; ma resterà in divenire, nell’attesa che venga Cristo che dovrà renderla perfetta”.

5. San Tommaso stesso, dopo aver riportato la sentenza di sant’Agostino porta altre due interpretazioni autorevoli, una di san Giovanni Crisostomo e l’altra di san Girolamo.

6. “Secondo San Giovanni Crisostomo la frase va letta così: «Se voglio che lui rimanga» in Giudea, a predicare in questa terra, mentre voglio che tu segua me con la sollecitudine per tutto il mondo, e soffrendo per me; e questo «fino a che io venga» per distruggere i giudei, «che importa a te?». Come per dire: È compito mio determinarlo.
Sappiamo infatti dagli storici che Giovanni non si allontanò dalla Giudea, fino a che in Giudea non venne Vespasiano ed espugnò Gerusalemme. Allora Giovanni si trasferì nella provincia d’Asia”.

7. “Oppure, secondo Girolamo, «tu seguimi» nel martirio; «ma lui», ossia Giovanni, «voglio che rimanga», senza subire martirio e morte, «fino a che io venga» a chiamarlo a me. Cf. Gv 14,3: «Ritornerò di nuovo, e vi prenderò con me». «Che importa a te» di questo privilegio?
Nella vita di Giovanni dello Pseudo Abdia viene riferito che quando aveva novant’anni gli apparve il Signore Gesù Cristo, per invitarlo al suo convito”.

8. Tuttavia l’interpretazione migliore sembra questa: “La frase che segue («Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che non sarebbe morto) fa riferimento a Gv 14,3: “Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi”.
Fa riferimento pertanto alla morte di ciascun apostolo.
Quindi Gesù voleva dire: se io voglio che  egli rimanga vivo finché io venga a prenderlo nella sua più tarda vecchiaia, cosa importa a te?
Tu seguimi per la via della croce”.

Auguro anche a te che il Signore venga a prenderti secondo quest’ultima interpretazione e cioè nella tua più tarda vecchiaia e poi ti porti con Sé.
Ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo