Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
sono una ragazza di 23 anni. Da 3 anni sono fidanzata con un ragazzo di 25 anni non credente e adesso è arrivato per noi il momento di decidere che cosa fare del nostro futuro: sposarsi?
Premesso che il nostro amore è molto forte, il dubbio sul matrimonio deriva dalla questione figli e sessualità.
Lui non vuole figli e non solo, ha difficoltà anche ad accettare i metodi naturali. Ammesso che col tempo lui riesca a digerire questo aspetto della mia identità (che per lui è vissuto come un invasione di campo della religione) e a ricorrere ai metodi naturali, sarei in peccato grave se rispettassi questo suo desiderio a non volere figli (sebbene io li desideri)?
Sto trascorrendo un periodo della mia vita in cui non sono più disposta a rinunciare né a me stessa né alla pace con Dio, allo stesso tempo, però, non vorrei perdere il mio lui perchè, escluso questo aspetto, è un bravo ragazzo; oggigiorno se ne trovano pochi così.
La ringrazio di cuore,
Elena


Risposta del sacerdote

Cara Elena,
1. il momento che stai vivendo adesso è cruciale. Devi prendere decisioni molto importanti e devi prenderle partendo da basi certe e non semplicemente sperando che nel futuro le cose possano cambiare.

2. Se al momento del matrimonio anche uno solo degli sposi avesse l’intenzione di non avere figli, il matrimonio risulta nullo. È come se non lo si celebrasse.
A questo punto la Chiesa ci mette poco a dichiararne la nullità e permettere ai due di risposarsi.
Pertanto se tu sposi il tuo ragazzo, sapendo che ha queste intenzioni, esponi volontariamente il Sacramento alla sua nullità e compi un sacrilegio.

3. Il discorso dei metodi naturali sarebbe diverso. Ma nel vostro caso viene a coincidere. Perché per il tuo ragazzo si tratterebbe di passare tutta la vita a fare contraccezione e cioè a non donarsi mai in totalità.
E anche questo è un motivo per la chiesa per dispensare da un matrimonio validamente celebrato (ma il vostro non sarebbe neanche validamente celebrato) ma non ancora consumato.
Si potrà dire: come non è stato consumato se hanno avuto tanti rapporti di intimità?
La Chiesa dice: sì, ci sono stati rapporti di intimità, ma i due non si sono mai donati fino in fondo, hanno sempre escluso di donare la loro capacità di diventare padre e madre, si sono riservati di donare qualche cosa di preziosissimo per la loro vita, e proprio mentre compivano atti che di loro natura sono ordinati alla procreazione.

4. Ti esorto a continuare nella tua determinazione a non rinunciare né alla pace con te stessa né alla pace con Dio. È il bene più prezioso che hai.
Per quanto riguarda il tuo ragazzo: certamente è bravo, onesto, buono. Ma probabilmente c’è un’immaturità di fondo, una paura di donarsi fino in  fondo.
La generazione di un figlio è proprio questo donarsi fino in fondo, un donarsi che però viene sempre largamente ripagato in tutti i sensi, a cominciare da quelli della crescita personale e umana.

5. Ti esorto non solo a parlare con lui di queste cose (ma quante volte l’avrete già fatto e fino quasi alla noia), ma sopratutto a pregare per lui, a far celebrare delle Messe, a fare dei sacrifici da offrire a Dio perché finalmente il suo cuore si apra e la sua mente capisca.
Ma finché questo non avviene, non puoi pensare al matrimonio.
E se questo non avvenisse, dovrai compiere delle scelte, ma alla luce delle determinazioni che mi hai espresso così lucidamente.

Ti assicuro anch’io la mia preghiera. Pregherò anche per lui perché il Natale, cui ormai siamo prossimi, porti in voi la Luce e la Pace che cercate.
Ti saluto cordialmente e ti benedico.
Padre Angelo