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Quesito
Carissimo padre,
Dio benedica lei e l’ordine Domenicano
Le scrivo per chiarire alcuni nodi sui modi di pregare
Mi sono riavvicinata alla Chiesa per grazia di Dio da circa un anno e mezzo,prima di allora ero credente "a modo mio", Dio esisteva ma faceva, diceva, assolveva e condannava secondo le mie opinioni ed i miei pensieri. Pregavo,si, ma non recitavo le preghiere già "confezionate", semplicemente parlavo con Dio secondo quello che mi passava per la testa e per il cuore.
Riavvicinatami alla chiesa e recuperato un senso pieno di fede e religiosità, ho cominciato a pregare seguendo le strade già tracciate, quindi il S. Rosario, il Padre Nostro etc. consapevole del valore che ha il seguire le indicazioni di Ns. Signore e della Beata Vergine che si son degnati di dirci esattamente quali parole usare e dei Santi.
Ho letto nelle opere di S. Teresa d’Avila che lei stessa pregava sempre seguendo un testo, una guida, e che solo raramente ed in momenti particolari (es. dopo l’eucarestia) azzardava una preghiera spontanea.
Se è vero infatti che il recitare le preghiere serve non tanto a Dio ma a noi, le parole di un "esperto" toccano temi caldi per il cristiano che prega, ed aiutano a far luce su noi stessi ed evidenziano aspetti sino ad allora oscuri del nostro animo.
Proseguendo sulla via della preghiera "codificata" ho inciampato in un ostacolo:la così detta "preghiere vocale", ossia il cadere nella ripetizione a volte meccanica del testo. A volte l’ho fatto consapevolmente in momenti di grande angoscia mi sono rifugiata nella recita del Rosario, meccanica, ripetitiva, distratta, chiedendo al contempo perdono a Dio di ciò ed offrendogli comunque questa preghiera come tutto ciò che avevo da offrire in quel momento. Ho avuto dei frutti comunque, dalla preghiere meccanica, ho avuto momenti di grande pace e beatitudine, come fiori sbocciati improvvisamente nel deserto.
Ho scelto di perseverare nella preghiera, nonostante tutto.
A lei chiedo una parola di indirizzo su questo mio cammino e qualche lume sui diversi modi di pregare di cui ho accennato-
Sia lodato Gesù Cristo
Grazie
Germana
Risposta del sacerdote
Cara Germana,
1. la preghiera del S. Rosario è completa.
In questa preghiera, attraverso la contemplazione dei misteri, Cristo ci parla e rinnova in qualche modo quegli eventi a favore nostro.
E noi gli rispondiamo.
2. La preghiera del Rosario è meccanica solo all’apparenza, perché è ripetizione di Pater, di ave e di gloria.
Ma nel suo interno non è affatto ripetitiva. È vero dialogo tra Dio e noi, non è monologo.
3. E anche quando non ci fosse la contemplazione perché siamo stanchi o distratti, in questa preghiera del Rosario teniamo il nostro cuore vicino a Dio e a Maria per un certo lasso di tempo. E questa è già una preghiera.
S. Teresa d’Avila diceva che nell’orazione conta di più l’amare che il pensare.
4. Vai avanti così.
Magari, puoi passare da un Rosario a due Rosari e anche a più.
Verrà un momento in cui sentirai che tutta la tua vita diventa preghiera e che la preghiera è il respiro continuo del tuo cuore.
5. Ci tengo anche a ricordare che non vi sono preghiere più belle gradite a Dio che il Padre nostro l’Ave Maria e il gloria al Padre.
Il Padre nostro è la preghiera insegnataci da Gesù. Quando diciamo il Padre nostro e modelliamo i nostri sentimenti in conformità con le parole che proferiamo, preghiamo nella maniera più gradita al Cielo.
Quando diciamo l’Ave Maria, salutiamo la Madonna come l’ha salutata il Cielo.
Il Gloria al Padre, preghiera che affonda le sue origini fin dai tempi degli apostoli, dà a Dio la lode più pura e allontana da noi i demoni.
Ti assicuro un ricordo nella prossima recita del Rosario.
Ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo