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Quesito
Caro padre Angelo,
mi chiamo Elias, mio nonno è morto un anno fa. Era solo battezzato, non andava mai in Chiesa, non si è confessato prima di morire e credo che non abbia avuto neanche il modo di pentirsi in extremis perché ormai da anni aveva l’Alzheimer e quindi non era capace di intendere e di volere e quindi neanche di un pentimento all’ultimo.
Io sono riuscito a fargli fare almeno l’Estrema Unzione e un funerale cattolico, dovendo discutere con mia zia testimone di Geova che non era d’accordo, ma so benissimo che l’estrema Unzione da sola serve a poco.
Arriviamo al dunque: possiamo essere certi della dannazione di qualcuno? Sbaglio a non pregare per mio nonno pensando che sia già all’inferno?
Grazie di tutto in anticipo!
Risposta del sacerdote
Caro Elias,
1. siamo tenuti per motivi di carità e talvolta anche di giustizia a pregare per i nostri cari defunti.
Anche qualora esternamente non ci sia stato nessun segno di ravvedimento, non sappiamo che cosa sia avvenuto all’interno di un’anima.
Dio solo è giudice delle nostre coscienze.
2. La Chiesa non ha segni certi per dire che una determinata persona si trovi all’inferno.
Ha invece segni certi per dire che è una persona si trova in paradiso.
I segni certi sono i miracoli perché Chiesa non canonizza nessuno senza la testimonianza del miracolo, fatta eccezione per le dichiarazioni di equipollenza.
I miracoli infatti vengono compiuti da Dio per un duplice scopo: per testimoniare la purezza della dottrina oppure per testimoniare la santità della vita.
3. Hai fatto bene a chiamare il sacerdote per il sacramento dell’unzione degli infermi perché se una persona ha emesso dall’interno della coscienza qualche pentimento dei propri peccati, questo sacramento li rimette.
Inoltre noi siamo certi che Dio fino all’ultimo fa il possibile e anche l’impossibile perché tutti si possano salvare.
In quale modo lo faccia, non lo sappiamo. Ma siamo certi che è così perché egli stesso l’ho detto: “Non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12,47).
4. La decisione di non pregare per tuo nonno perché lo pensi all’inferno è sbagliata.
È una mancanza di carità e anche di speranza.
In ogni caso, la nostra preghiera non va mai persa perché, anche se è fatta per altri, giova sempre a chi la fa.
5. Infine possiamo sperare che come la passione di Cristo ha avuto effetti retroattivi perché ha potuto salvare tutti i giusti dell’Antico Testamento, così non è sbagliato pensare che Dio abbia dato tutte le grazie necessarie ai nostri cari per salvarsi per vie straordinarie, tenendo conto dei suffragi che avremmo fatto per loro.
6. Pertanto sii generoso con tuo nonno che certamente ti ha voluto bene.
Con i suffragi per lui, tu contraccambi con un affetto ancora più grande.
Volentieri mi unisco alla tua preghiera per tuo nonno, ti benedico e ti ricordo al Signore.
Padre Angelo