Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo.
Le scrivo perché mi trovo in una situazione di disperazione e dubbio, giorni fa mettendo in ordine la stanza di mia figlia mi è capitato fra le mani un referto medico, ho aperto e letto incuriosita e preoccupata.
Lei, in questo periodo, si trova in viaggio, rientrerà tra un …, ha … anni.
È un referto di circa tre anni fa che attesta un aborto a sei settimane.
Il mio dispiacere più grande e che lei non si sia confidata con me, in qualche modo glielo avrei impedito, trovo l’aborto un abominio e mi sento colpevole per non essere riuscita ad instaurare un rapporto di fiducia e confidenza con lei, la mia conversione, purtroppo, è avvenuta in età matura e non ho mai insegnato mie figlie a pregare, non le ho mai portate in chiesa perché neanche io ci andavo, anche se ho fatto prendere tutti i sacramenti.
Non mi sono confidata con nessuno, ma non dormo più di notte e sono angosciata. Io sono credente praticante, ma sono l’unica in famiglia ad esserlo, non posso parlare perché nessuno mi capirebbe.
In questi giorni ho iniziato a leggere il libro di Gloria Polo, una testimonianza di vita e conversione, dove uno dei temi principali è proprio l’aborto, ora mi ritrovo con una figlia che ha vissuto la stessa terribile esperienza, che mi ha lasciata distrutta.
Cosa posso fare, come chiedere il perdono al Signore per la sua salvezza, prego, ma mi sembra una cosa talmente grave che non so cosa fare.
Mi aiuti, mi dia un consiglio… come chiedere il Perdono a Dio da parte sua, cosa posso fare.
Grazie Padre.
Che Dio la benedica.


Risposta del sacerdote

Carissima, 
1. posso soltanto lontanamente intuire il colpo che hai provato quando ti è capitato di leggere quel referto medico.
In quel momento hai capito la responsabilità dei genitori nell’educazione dei figli.

2. Con umiltà e da vera mamma, senza puntare il dito sulla figlia, hai pensato alle tue negligenze: la conversione tardiva. Chissà da quanto tempo e in quali maniere il Signore ti chiamava. 
Riconosci ugualmente con altrettanta umiltà che non hai mai insegnato alle tue figlie a pregare o ad andare in chiesa.
Né le tue figlie ti vedevano raccolta in preghiera e neanche a partecipare i sacramenti di Cristo e della Chiesa.
Questa, indubbiamente, sarebbe stata la prima e insostituibile testimonianza.

3. Purtroppo le cose sono andate diversamente.
La scoperta che hai fatto non può lasciarti insensibile. E non soltanto per il bambino, che è stato la vittima innocente di una decisione crudele. Ma anche per le conseguenze traumatiche che tua figlia ha cominciato a portarsi dietro e che neanche la confessione sacramentale riuscirà a togliere del tutto.

4. In tutto questo dramma c’è tuttavia una parola di speranza: il Signore non avrebbe permesso questo male se non per trarne un bene più grande.
Il bene più grande riguarda anzitutto te.
Se la tua vita cristiana in passato è stata negligente e se, grazie a Dio, c’è stata poi la conversione, ripara più che puoi.
Quando il Signore entrato nella casa di Zaccheo, attraverso un’illuminazione interiore, gli hai fatto comprendere non solo il male che aveva compiuto ma anche la necessità di ripararlo, tanto che Zaccheo uscì con questa espressione: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto” (Lc 19,8). 

5. Che cosa puoi fare da parte tua?
Puoi raddoppiare il fervore, puoi raddoppiare, se ti è possibile, la partecipazione ai sacramenti a cominciare dalla Santa Messa quotidiana e dalla confessione fatta in maniera regolare e frequente (l’ottimo sarebbe una volta la settimana).
A scanso di equivoci, parlo di confessione non per andare a ripetere il medesimo peccato, ma perché la confessione frequente anche dei soli peccati veniali attua un’infusione e un incremento di grazia.
Con la Messa, con la confessione, con il Santo Rosario quotidiano cercherai di far sì che, dove è abbondato il peccato, sovrabbondi la grazia (cfr. Rm 5,20).

6. Farai questo anche per implorare dal Signore la grazia della conversione per tua figlia.
Adesso che hai capito le conseguenze di certe negligenze, devi far di tutto perché queste conseguenze non si ripetano nella sua vita.
Tua figlia ha bisogno soprattutto di questo.
Chissà che per l’esempio e che per i meriti di sua madre non possa essere trasformato anche il suo cuore e aprirsi totalmente al Signore!

7. C’è un’ultima cosa da fare: quella che Giovanni Paolo II ha chiesto alle mamme che hanno abortito.
Ecco le parole del santo Papa: “Un pensiero speciale vorrei riservare a voi, donne che avete fatto ricorso all’aborto.
La Chiesa sa quanti condizionamenti possono aver influito sulla vostra decisione, e non dubita che in molti casi s’è trattato d’una decisione sofferta, forse drammatica.
Probabilmente la ferita nel vostro animo non si è ancor rimarginata.
In realtà, quanto è avvenuto è stato e rimane profondamente ingiusto.
Non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza.
Sappiate comprendere, piuttosto, ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua verità.
Se ancora non l’avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. 
Vi accorgerete che nulla è perduto e potrete chiedere perdono anche al vostro bambino.
Allo stesso Padre e alla sua misericordia potete affidare con speranza il vostro bambino.
Aiutate dal consiglio e dalla vicinanza di persone amiche e competenti, potrete essere con la vostra sofferta testimonianza tra i più eloquenti difensori del diritto di tutti alla vita.
Attraverso il vostro impegno per la vita, coronato eventualmente dalla nascita di nuove creature ed esercitato con l’accoglienza e l’attenzione verso chi è più bisognoso di vicinanza, sarete artefici di un nuovo modo di guardare alla vita dell’uomo” (Evangelium vitae, 99).

Con l’augurio che in tutto sovrabbondi la grazia, prego per te e per la tua carissima figlia ed entrambe vi benedico.
Padre Angelo