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Quesito
Caro Padre Angelo,
le sottopongono il seguente quesito, con una breve premessa. Dunque, in caso di morte imminente e qualora la persona non sia battezzata (se non si fa in tempo a chiamare un prete) è non solo lecito, ma anzi doveroso che un laico amministri (a chi lo chieda) il sacramento del Battesimo. Su questo non ci sono dubbi. Il quesito, invece, e’ un altro: dal momento che il Battesimo oltre a incorporare il battezzato alla Chiesa e soprattutto in Cristo, ha anche l’effetto di rimettere i peccati, allora per quale motivo un laico (qualora il moribondo lo chieda e non si possa chiamare subito un prete) non può anche amministrare il sacramento della Riconciliazione? La mia è una sorta di "provocazione teologica" poiché sono perfettamente conscio che solo il ministro ordinato può’ legittimamente assolvere dai peccati. Pero’, resta la mia "provocazione": se un laico (poste le condizioni di cui sopra) può amministrare il Battesimo che rimette tutti i peccati, a maggior ragione potrebbe amministrare la Riconciliazione (poste sempre le condizioni di cui sopra). Concludo menzionando parecchi dipinti medievali (presenti anche in alcune chiese) in cui i soldati in guerra in punto di morte confessavano i propri peccati al compagno soldato. Grazie anticipatamente per la sua risposta.
Giuseppe
Risposta del sacerdote
Caro Giuseppe,
1. sono diversi gli esempi che mi hai portato per il Battesimo e per la confessione.
Innanzitutto perché il battesimo è de necessitate salutis, vale a dire è necessario per la salvezza.
La confessione invece non ha altrettanta urgenza: “la penitenza non è di tanta necessità quanto il battesimo; si può infatti supplire con la contrizione la mancanza dell’assoluzione sacerdotale, che non libera da tutta la pena né si dà ai bambini. Quindi non c’è parità con il battesimo, il cui effetto non si può supplire con nessun altro mezzo” (Somma teologica, III, 67, 3, ad 2).
2. Invece “di tutti i sacramenti è di massima necessità il battesimo, che è la rigenerazione dell’uomo alla vita soprannaturale, perché ai bambini non si può provvedere altrimenti, e gli adulti non possono in nessun altro modo che con il battesimo conseguire la piena remissione, sia della colpa, che della pena.
E quindi, perché l’uomo non venga a mancare di un rimedio tanto necessario, fu istituito in modo che la sua materia fosse comune, cioè l’acqua che tutti possono avere, e che il ministro potesse essere chiunque, anche chi non è ordinato, affinché nessuno rischi la sua salvezza per mancanza del battesimo” (Somma teologica, III, 67, 3).
3. Normalmente battezzano i sacerdoti perché sono il simbolo dell’unità della Chiesa.
Ma in caso di necessità tutti battezzano validamente e lecitamente, purché abbiano intenzione di fare ciò che fa la Chiesa.
4. Occorre ricordare poi che il sacramento della confessione è stato istituito per la remissione dei peccati di chi è già incorporato a Cristo (potrei dire per chi è già stato liberato dal naufragio) e a motivo dei peccati si è reso infermo, malato.
5. E come ai malati non basta dare qualsiasi medicina ma è necessario valutare le loro condizioni per dare un farmaco appropriato, così vale ugualmente per la confessione.
Questo è il motivo per cui la confessione è stata istituita da Gesù Cristo a modo di giudizio. La sera del giorno della sua risurrezione ha detto infatti agli Apostoli: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati” (Gv 20,22-23).
Non ha detto semplicemente: perdonate i peccati, ma a chi e a chi…
6. Poiché il Signore ha istituito il sacramento della penitenza con una natura giudiciale, è necessario che questo giudizio venga emesso da chi ha il potere di emettere tale giudizio.
Ora Gesù Cristo non ha dato questo potere a tutti, ma solo agli apostoli la sera del giorno della sua risurrezione.
Inoltre tale giudizio può essere espresso autorevolmente solo su coloro che appartengono alla Chiesa.
Ma chi riceve il Battesimo non appartiene ancora alla Chiesa. Ecco perché il Battesimo non ha natura giudiziale, ma solo salvifica.
7. Il potere giudiciale sul corpo mistico di Cristo (e cioè sui fedeli) ce l’hanno solo coloro che hanno potere sul corpo fisico di Cristo, e cioè solo coloro che hanno il potere di consacrare il pane, di celebrare l’Eucaristia.
8. La Sacra Scrittura ricorda che per nutrirsi dell’Eucaristia è necessario essere in grazia di Dio. Dice infatti: “Chiunque mangia il pane o beve al calice del Signore in modo indegno, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore” (1 Cor 11,27).
9. Ora è il sacerdote e solo il sacerdote, a motivo del potere delle chiavi datogli dal Signore, che rende degno (puro) chi non è degno (impuro).
Solo il sacerdote infatti è ministro del Sangue. Ed egli lo prende e lo versa sull’anima del penitente che è disposto a riceverlo per purificarlo.
10. Se poi un morente, di spontanea volontà e mancando il sacerdote per la confessione, volesse confessare i propri peccati ad un laico che per lui in quel momento rappresenta la Chiesa, è libero di farlo.
Quest’accusa può avere il merito di accrescere il pentimento e cioè la contrizione, ma non è un’accusa sacramentale, né il laico può assolvere dai peccati. Al laico infatti manca quel divino potere che viene conferito ai soli sacerdoti nell’ordinazione sacerdotale.
Il Signore gli accorderà la grazia in virtù del pentimento, che è sempre richiesto, ma non in virtù dell’accusa fatta ad un laico, che neanche in questo caso non è richiesta.
Ti benedico e ti ricordo al Signore.
Padre Angelo