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Quesito

Perché San Vincenzo Ferrer veniva chiamato Angelo dell’Apocalisse?
Grazie 


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. San Vincenzo Ferreri è un santo domenicano. Nacque a Valencia in Spagna nel 1350 e morì in Bretagna, nel nord della Francia, nel 1419 mentre stava predicando in quella zona.
San Vincenzo Ferreri si ispirava nella sua predicazione alle parole solennemente proclamati da uno degli angeli dell’Apocalisse: “E vidi un altro angelo che, volando nell’alto del cielo, recava un vangelo eterno da annunciare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo. Egli diceva a gran voce: “Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio” (Ap 14,6-7).

2. Un suo biografo, Ubaldo Tomarelli, scrive: “Nei luoghi dove Vincenzo svolgeva la sua missione, al successo spirituale di essa tanto contribuivano le schiere dei suoi penitenti, i quali creavano l’atmosfera spirituale nella quale sarebbe poi calata la parola infiammata dell’apostolo. Essi si recavano in processione recitando devotamente canti e preghiere, oppure cantando inni sacri che talvolta Vincenzo stesso aveva preparato. E poi tutti quanti a spalle scoperte e si disciplinavano, gridando a voce alta, spesso rotta da sinceri singhiozzi: tutto in memoria della passione di Gesù e in espiazione dei miei peccati.
Parlando ogni giorno il Santo del giudizio finale è facile immaginare quanto contribuissero all’efficacia della sua parola e delle sue appassionate esortazioni quei piissimi cristiani, che dolenti incedevano lentamente a piedi scalzi, recitando gli inni della penitenza, e invocando da Dio pietà e misericordia.
In questa atmosfera si collocava la presenza, la parola, e il tremendo argomento di essa dinanzi alle folle in trepida attesa” (Ubaldo Tomarelli, San Vincenzo Ferreri, pp. 115-116).

3. A questo punto Tomarelli cita la testimonianza di un biografo più antico quale afferma che la sua voce che aveva flessioni dolcissime quando con amore voleva conquistare gli ascoltatori o quando richiamava a essi la passione di Gesù e la misericordia di Maria. Ma quando parlava del giudizio di Dio prendeva allora una tale potenza da dare l’impressione di essere la voce di colui che alla fine del mondo tuonerà: sorgete morti e venite al giudizio.

4. Continua Tomarelli: “Parlando San Vincenzo nella cattedrale di Tolosa nel 1416 ad un certo punto il tono della sua voce divenne tanto terribile, l’efficacia delle sue parole tanto viva, la descrizione tanto vera che la moltitudine degli ascoltatori cadde a terra come fulminata e dal cuore dalla bocca di tutti, prostrati a terra, si levò per tre volte l’invocazione: Misericordia! Misericordia! Misericordia! Tutti sembravano tramortiti per lo spavento, tanto che San Vincenzo dovette richiamarli, rincuorarli e rassicurarli” (Ib., p.116).

5. Da quanto dice Tomarelli San Vincenzo aveva la consapevolezza di essere l’angelo dell’apocalisse tanto da dichiararlo apertamente a chi gliel’aveva chiesto.
Questa consapevolezza emerge anche dalla lettera che San Vincenzo Ferreri inviò a Papa Benedetto XIII. 
Eccola:
“I tempi dell’anticristo e della fine del mondo saranno presto, molto presto e tanto in breve. E ciò ha un suo fondamento nella rivelazione fatta ai santi Francesco e Domenico, ai quali era stato detto che la durata di questo mondo dipendeva da una proroga della sua fine ottenuta dalla Beata Vergine in vista della conversione di esso realizzata dall’apostolato degli ordini di San Domenico e San Francesco.
Ma poiché tale conversione non è avvenuta, e anzi le cose sono andate peggiorando nel mondo, e negli stessi ordini è rimasta ben poca fedeltà e osservanza, non resta che attendere quanto è stato sopra detto dell’avvento dell’anticristo e della fine del mondo.
E una riprova si può avere da un’altra rivelazione per me certissima – infatti il santo parla di se stesso – fatta un certo religioso di uno dei due ordini, circa 15 anni fa. Mentre egli era ammalato e pregava devotamente il Signore per la propria salute per poter predicare la parola di Dio, come ardentemente e frequentemente aveva fatto, a lui orante e assopito apparvero i santi Domenico e Francesco, in preghiera ferventissima ai piedi di Cristo. E dopo quella grande invocazione Cristo scendendo con loro si pose ai lati del letto dove il religioso giaceva malato, e con la sua santissima mano toccò la guancia, quasi accarezzandolo, e in modo preciso suggeriva alla mente dello stesso religioso che egli andasse per il mondo apostolicamente predicando, come avevano fatto gli stessi santi, e così la sua predicazione prima dell’avvento dell’anticristo realizzasse la misericordiosa correzione e conversione degli uomini. Subito dopo essere stato toccato da Cristo lo stesso religioso pienamente risvegliato, si ritrovò liberato dalla sua malattia.  Il religioso si sforzò di eseguire con diligenza il Legato Apostolico che gli era stato affidato da Cristo, e la provvidenza volle confermare la verità di quanto predicava non solo con numerosi segni, come era avvenuto per Mosè, ma anche con l’autorità della Sacra Scrittura, come era avvenuto per Giovanni Battista.
Infatti per la difficoltà dell’impegno e per la piccolezza del testimone ce n’era molto bisogno; così che dei tre predicatori che dovranno essere mandati successivamente agli uomini prima del giorno del giudizio, raffigurati negli Angeli dell’Apocalisse (cap. 14), secondo alcuni egli sarebbe il primo, del quale Giovanni diceva: “E vidi un altro angelo che, volando nell’alto del cielo, recava un vangelo eterno da annunciare agli abitanti della terra e ad ogni nazione, tribù, lingua e popolo. Egli diceva a gran voce: «Temete Dio e dategli gloria, perché è giunta l’ora del suo giudizio” (Ap 14,6-7).
Il detto religioso ormai da 13 anni (1399) sta andando in tutto il mondo, predicando ogni giorno, e lavorando in tanti modi, e ormai vecchio è vecchio, avendo più di 60 (63) anni di età, per questo gli crede in modo certissimo che si avvererà quanto sopra detto in relazione alla fine del mondo (Ib., pp. 118-120).

6. Proprio perché indicato come l’Angelo dell’Apocalisse, viene rappresentato con le ali. Accanto al Santo viene raffigurato un angelo con la tromba dell’Apocalisse e con la scritta: Temete Dio e dategli gloria perché viene l’ora del suo giudizio (Ap 14,6).
Sopra la testa viene dipinta la fiamma di fuoco per indicare il carisma di cui godeva perché parlando ovunque nell’Europa occidentale nella propria lingua nativa tutti lo intendevano nella loro.
Vi erano folle di venti e trentamila persone che ascoltavano la sua predicazione. Gli ultimi sentivano le sue parole in maniera perfetta come le sentiranno i primi.

7. La sua predicazione fu efficacissima. Portò alla conversione 25.000 islamici e altrettanti ebrei e più di 100.000 peccatori. Fondò monasteri e ospedali. Pacificò province, principati e regni. Promosse il concilio generale di Costanza che lo incaricò di due solenni ambascerie in Francia per trattare a fare importantissimi per la Chiesa.
I miracoli da lui compiuti furono senza numero, tanto che si diceva che era un miracolo se non faceva miracoli.
Alla sera, il termine della predicazione, suonava la campanella dei miracoli e tutta la folla era di nuovo ai suoi piedi.
Era particolarmente potente nella liberazione dai demoni e dai malefici.

Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo