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Quesito
Buongiorno Padre Angelo,
Vado subito al sodo: perché io dovrei perdonare tutti sempre e incondizionatamente quando lo stesso Dio perdona solo dopo che si è chiesto il perdono con la confessione? Il Signore è sì misericordioso ma è anche giusto. Non perdona se non c’è pentimento. Perché io dovrei perdonare chi mi offende o mi fa del male senza che questi se ne penta?
Grazie, Ave Maria! F.
Risposta del sacerdote
Cara F.,
1. quando scrivi che “Dio perdona solo dopo che si è chiesto il perdono con la confessione” usi un linguaggio umano che esprime del vero, ma non è tutta la verità.
È vero che il perdono del Signore ci raggiunge solo quando il nostro cuore è aperto a riceverlo. E questo avviene in particolare col pentimento e con la celebrazione del Sacramento della confessione,
Tuttavia, da parte sua, Dio è sempre disposto al perdono.
Nella sua stessa essenza Dio è amore, bontà, misericordia.
2. Se si può portare un esempio: il sole è sempre infuocato. Nella sua stessa natura è fuoco. Ma il calore del sole ci raggiunge solo se siamo ben disposti nei suoi confronti.
3. Similmente anche il cristiano che nei suoi sentimenti attinge linfa vivificatrice da Cristo come tralcio dalla vite deve essere sempre disposto al perdono.
Ma il suo perdono raggiunge l’offensore solo nel momento in cui questi si dispone ad accogliere tale perdono col pentimento e con la riparazione.
4. Infatti come il perdono di Dio non è una semplice copertura del male, un far finta che non ci sia, ma è un’azione che va a toccare il cuore del peccatore, lo muove al pentimento e lo porta a cambiar vita, così anche la nostra disposizione al perdono deve essere accompagnata dalla preghiera perché chi ci ha offeso rinsavisca, riconosca il suo errore, lo ripari e si apra ad una comunione nuova, umile e sincera.
5. Questa dottrina è stata bene specificata durante il concilio di Trento.
In opposizione ai protestanti i quali dicevano che l’uomo rimane sempre peccatore e ingiusto anche quando riceve la misericordia di Dio perché questa è come un velo che copre il suo peccato e fa finta che non ci sia più, il concilio di Trento ha detto che gli uomini si dispongono a ricevere il perdono (la giustificazione) attraverso un’interiore trasformazione della loro vita:
“Gli uomini si dispongono alla stessa giustizia, quando, eccitati ed aiutati dalla grazia divina, ricevendo la fede mediante l’ascolto (cfr. Rm 10, 17), si volgono liberamente verso Dio, credendo vero ciò che è stato divinamente rivelato e promesso, e specialmente che l’empio viene giustificato da Dio col dono della sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù (Rm 3, 24). Parimenti accade quando, riconoscendo di essere peccatori, scossi dal timore della divina giustizia passano a considerare la misericordia di Dio e sentono nascere in sé la speranza, confidando che Dio sarà loro propizio a causa del Cristo, e cominciano ad amarlo come fonte di ogni giustizia; e si rivolgono, quindi, contro il peccato con odio e detestazione, cioè con quella penitenza, che bisogna fare prima del battesimo; infine si propongono di ricevere il battesimo, di cominciare una nuova vita e di osservare i comandamenti divini.
Di questo atteggiamento sta scritto: È necessario che chiunque nascosta Dio, creda che egli esiste e che ricompensa quelli che lo cercano (Eb 11, 6); e: Confida, figlio, ti sono rimessi i tuoi peccati (Mt 9,2); come pure: Il timore del Signore scaccia il peccato (Sir 1,21); e: Fate penitenza e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per la remissione dei vostri peccati e riceverete il dono dello Spirito santo (At 2,38); e: Andate dunque e istruite tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato (Mt 28, 19-20) Finalmente: Rivolgete al Signore i vostri cuori (1 Re 7,3)” (DS 1526-1527).
6. E poi precisa:
“A questa disposizione o preparazione segue la stessa giustificazione. Essa non è solo remissione dei peccati, ma anche santificazione e rinnovamento dell’uomo interiore, attraverso l’accettazione volontaria della grazia e dei doni, per cui l’uomo da ingiusto diviene giusto, e da nemico amico, così da essere erede secondo la speranza della vita eterna (Tt 3,7)” (DS 1528).
Come vedi, il Signore chiede sempre atti ragionevoli.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo