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Quesito
Caro padre Angelo
Leggevo il CCC riguardo i sacramenti in particolare la Penitenza, e incappai nella frase "la pratica della carità che copre una moltitudine di peccati" (CCC 1434). Volevo chiederle se la pratica della carità può realmente svolgere il ruolo del sacramento della confessione? E che cosa é realmente la vera carità, la quale veniva considerata "merce rara" da alcuni santi?
Sempre riguardo alla penitenza, nello stesso articolo del CCC, trovo scritto "accanto alla purificazione radicale operata dal battesimo o dal martirio…".
Ecco nel caso un fedele dovesse morire come martire ma fosse in peccato grave il fatto del martirio lo salverebbe dalla morte eterna?
Leonardo
Risposta del sacerdote
Caro Leonardo,
1. San Pietro nella sua prima lettera scrive che "la carità che copre una moltitudine di peccati". L’aveva sentito direttamente dal Signore quando in riferimento alla peccatrice che gli aveva profumato i piedi disse: “Le sono perdonati i suoi molti peccati” (Lc 7,47) ).
Non era una perfetta novità perché già Salomone aveva detto che “la carità copre tutti i peccati” (Pr 10,12).
2. La carità infatti è una partecipazione fatta a noi del medesimo modo di amare di Dio, come dice San Paolo: “l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5).
Ora l’infusione dello Spirito Santo, che è quanto dire della vita di Dio, rimuove in noi i peccati nel medesimo modo in cui la luce elimina le tenebre.
3. La carità è il segno più bello della presenza di Dio, come ha ricordato san Giovanni: “Dio è carità. E chi rimane nella carità rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1 Gv 4,16).
4. Mi chiedi se sostituisca il sacramento della Confessione.
Certamente vi supplisce per i peccati veniali.
Per i mortali invece accende il desiderio della confessione. Non vi può essere infatti remissione dei peccati gravi se non in virtù della Confessione.
Gesù l’ha detto chiaramente quando ha istituito questo Sacramento: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati” (Gv 20,23).
Per questo san Tommaso, commentando le parole di san Pietro ha soggiunto: “Qualcuno potrebbe osservare: se basta la carità a cancellare i peccati, non è più necessaria la penitenza. Si deve considerare, però, che nessuno ama sinceramente se non fa sincera penitenza (nullus vere diligit qui non vere poenitet). È evidente che quanto più amiamo una persona, tanto più ci dispiace di offenderla. E anche questo è un effetto della carità” (Esposizione dei due precetti della carità e dei dieci comandamenti, nn. 1139-1154).
5. Anche il martirio copre una moltitudine di peccarti, anzi tutti i peccati.
Il martirio infatti è il più grande atto di carità che si possa compiere.
Secondo la dottrina della Chiesa il martirio rende santo (giustifica) il peccatore, anche se non fosse ancora battezzato ma solo catecumeno, elimina ogni peccato mortale e veniale e sconta tutta la pena temporale per i peccati passati.
6. Ogni martire dunque entra subito in cielo, senza passare per il purgatorio. Innocenzo III scrive che fa ingiuria al martire chi prega per lui (De Contemptu mundi, 3, X, 41, 6).
Questo è il motivo per cui la Chiesa per la beatificazione di un martire dispensa dal processo sul grado eroico delle virtù e non chiede il miracolo.
Lo chiede invece per la sua canonizzazione.
Pertanto se uno fosse in peccato mortale al momento del martirio, se vi è in lui un qualche pentimento dei propri peccati, va direttamente in Paradiso.
7. Per i martiri adulti si richiede però che vi sia almeno un pentimento imperfetto dei propri peccati. Infatti se nemmeno il battesimo rimette i peccati senza un minimo di pentimento, a maggior ragione lo esige il martirio.
Tuttavia giustamente si ritiene che nell’accettazione volontaria della morte per confessare la propria fede in Cristo sia già implicito il dolore dei propri peccati.
8. Il martirio merita un notevole aumento di grazia e di gloria e merita anche una speciale corona nel cielo, chiamata aureola, che secondo San Tommaso consiste in una gioia o in un premio privilegiato, corrispondente alla privilegiata vittoria.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo