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Quesito
Buongiorno padre Angelo e santa Domenica!
Grazie a tutti voi per aiutarci a chiarire e affrontare i temi legati alla fede.
Sono Marco e già ho già avuto modo di ricevere il vostro prezioso aiuto e quando non sono sicuro di essermi spiegato bene, a volte ritorno sull’argomento contando sempre sul vostro conforto e soprattutto sul vostro aiuto sincero e disinteressato.
Faccio una breve premessa (sperando di non essere troppo ripetitivo): negli anni successivi al matrimonio, mia moglie si è lentamente allontanata dai precetti, pur dichiarandosi religiosa e mia figlia, universitaria quasi diciannovenne, ha fatto altrettanto, ma nel suo caso ha anche affermato di non credere in Dio.
Io devo confessare che mi sono riavvicinato alla fede in occasione dello scorso giubileo e poco dopo ho conosciuto mia moglie, ma nonostante gli alti e bassi non ho mai mollato e sono sempre alla ricerca di maturare fede e discernimento.
Io e mia moglie pur avendo sempre avuto un rapporto burrascoso, perché caratterialmente diversi e non solo, grazie a Dio siamo ancora uniti e a nostro modo teniamo tantissimo alla nostra unica figlia.
Da poco ho conosciuto il suo fidanzato, di 22 anni, che sembrerebbe un bravo ragazzo: sa il fatto suo, è empatico, va all’università con ottimi voti ed è capo scout AGESCI.
Gli ho chiesto il perché di quella scelta e mi ha risposto “per etica” e alla mia domanda diretta riguardante la fede che unisce AGESCI, mi ha risposto che “fede ed etica sono parte integrante di questa scelta”.
Vado al punto:
Fino a pochi mesi fa anche mia moglie era d’accordo a non consentire che mia figlia andasse in vacanza con il fidanzato (non l’attuale) ma ora ha cambiato idea e mi ha detto di riflettere in merito.
Essendo contrario per principio, ho pregato tantissimo e ho parlato alla mia coscienza e ne è scaturita la decisione di autorizzarla a partire per il weekend venerdì prossimo, certo del fatto di averla cresciuta conscia delle insidie e dei pericoli della vita, ma anche responsabilizzandola e dandole fiducia mano mano che diventava più grande.
Le ho detto che non ero propenso, ma nel contempo proibirle la vacanza sarebbe stato un atto di sfiducia nei suoi confronti e quindi ho accettato, seppur preoccupato, che partisse.
In cuore mio spero di aver sempre fatto del mio meglio per trasmetterle la mia fede da quando è nata (e continuerò a farlo con tutti i mezzi che la fede mi mette a disposizione) e sono certo che mia figlia apprezzerà questo ulteriore atto di fiducia, frutto della scelta di un genitore cattolico, che non si trincera dietro il diniego solo per paura che sua figlia, non più ragazzina, possa sbagliare.
Lei è rimasta molto sorpresa, mentre prima del mio benestare era apparsa molto triste e rassegnata.
La sua risposta è stata: non ti preoccupare, stai tranquillo e nei suoi occhi ho visto una luce inaspettata che mi ha confortato.
Ovviamente non sono tranquillo, ma chiedendomi spesso in questi giorni se avessi sbagliato o meno, pregando per il nostro discernimento, spero e credo di aver fatto la scelta più giusta e coraggiosa, considerando anche quanto conta per me la famiglia in generale.
Può aiutarmi ancora una volta con la sua preziosa esperienza di uomo di fede?
Un suo giudizio/consiglio aperto e sincero può sicuramente darmi beneficio.
Dio vi benedica sempre.
Marco
Risposta del sacerdote
Caro Marco,
1. mi trovo a disagio nel risponderti perché da una parte vorrei dirti che hai fatto bene a darle fiducia, ma dall’altra dobbiamo essere consapevoli che la nostra natura è ferita dal peccato originale.
Non credo che tua figlia vada a vivere il weekend con il suo ragazzo con il proposito di custodire la purezza. E per parlare ancor più chiaramente: per custodire la verginità.
Se ci tenessero tanto lei quanto lui, farebbero altre scelte.
2. Il discorso si fa ancor più difficile quando non è presente in maniera netta e decisa l’obiettivo della nostra vita: la santificazione.
Già tua moglie ha accantonato questo obiettivo dismettendo la pratica religiosa.
Non basta credere in Dio. Anche il demonio sa che Dio esiste, ma non è religioso!
La fede, senza le opere, è morta, come dice la Sacra Scrittura in Gc 2,26.
3. Tua figlia, purtroppo, è andata più in là: non crede neanche più in Dio.
Ora in genere non si perde la fede in seguito ad un raziocinio, a meno che non sia appesa ad un filo.
Più frequentemente si spegne o perché non viene alimentata o anche per una condotta morale personale che allontana sempre di più da Dio.
4. Il peccato non è qualcosa di innocuo o, comunque, una pura trasgressione della legge, come potrebbe essere il posteggiare la macchina dove c’è un divieto.
Il peccato è un allontanarsi da Dio. Sant’Agostino l’aveva definito così: aversio a Deo et conversio ad creaturas: allontanamento da Dio e un rivolgersi disordinato alle creature,
Il più delle volte questo allontanamento avviene in maniera inconsapevole, perché si continua pure la pratica religiosa.
Ma intanto, a motivo della perdita della grazia di Dio, interiormente non si sente più niente.
E come succede quando ci si allontana da una particolare località che se in un primo tempo voltandosi indietro si vede ancora chiaramente quanto si è lasciato, proseguendo nell’allontanamento ad un certo momento non si vede più nulla.
Così è successo per tua figlia e così succede per molti.
5. Il connubio tra etica e fede fatto proprio dal suo ragazzo è un buon fondamento per la propria vita morale.
Tuttavia non bastano gli ideali. È necessario essere consapevoli che la nostra natura è ferita e inclinata al male.
Ciò significa in altri termini che necessario proteggere gli ideali perché siano di orientamento concreto per la nostra vita.
Anche il poeta pagano e latino Ovidio riconosceva i buoni ideali, tanto che diceva: video bona proboque (vedo che le cose buone e le approvo). Ma subito dopo si soggiungeva: deteriora sequor (però segue il peggio, o se si vuole, seguo gli istinti).
6. Capisco il tuo dramma di genitore, convertito e orientato alla santità, perché non riesci a far camminare secondo le vie di Dio coloro che il Signore ti ha affidato perché tu li custodisca nella vita di grazia e per la vita eterna.
Anche se parli, non sei capito. Perché quando ci si allontana troppo, succede come per la vista: non solo svanisce dall’orizzonte la località da cui ci si è allontanati, ma ancor più in fretta non si sente neanche più la voce che chiama.
7. Cosa puoi fare in questa situazione?
Da un punto di vista umano si direbbe ben poco o nulla. Ormai le persone a te affidate hanno preso la loro strada e il mondo (la mentalità comune) le asseconda.
Da un punto di vista cristiano invece c’è tutto da fare.
Ma che cosa puoi fare in termini concreti se anche tu ti trovi nella condizione di Isaia e di San Paolo che si domandavano: “Chi ascolterà la nostra predicazione?” (Is 53,1; Rm 10,16).
La risposta viene da Santa Teresa di Gesù bambino: “Ah, preghiera e sacrificio formano tutta la mia forza, sono le armi invincibili che Gesù mi ha date, toccano le anime ben più che i discorsi, ne ho fatto esperienza spesso. Una fra tutte queste esperienze mi ha fatto una impressione dolce e profonda” (Storia di un’anima, 315).
È una risposta che fa eco a quanto ha detto Nostro Signore: “In verità in verità vi dico: se il chicco di grano caduto a terra non muore, rimane solo, ma se muore porta molto frutto” (Gv 12, 24-25).
Ed è per questo che Santa Teresa di Gesù bambino dice che “solo il sacrificio può generare le anime” (Storia di un’anima, 229).
8. Tu domandi che cosa sia più giusto tra fiducia, dialogo, fermezza o imposizione.
Sebbene ognuna di queste parole abbia di per sé un profondo significato, dal momento che tua figlia si è molto allontanata, tutto è diventato più arduo e complicato.
In questa situazione però è chiara una cosa: che il Signore ti chiama a salire più in alto.
Salire più in alto è la stessa cosa che seguire la strada indicata da Santa Teresina.
Solo così puoi confidare di far breccia nel cuore di tua figlia e di tua moglie e di custodirle per la vita eterna.
Poggiato sulla speranza che viene da Nostro Signore, anche tu, a modo tuo, sei chiamato a realizzare quanto ha garantito Gesù: “E io quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me” (Gv 12,32).
Questa è anche la mia esperienza.
Ti sono vicino con la mia preghiera e, augurandoti ogni bene, ti benedico.
Padre Angelo