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Quesito

Caro Padre Angelo,
da tempo nell’ora di religione mi capita di dibattere su varie posizioni con il mio professore.
Ultimamente rimango però stizzito dopo ogni conversazione. Abbiamo infatti parlato di adozione di bambini da parte di coppie omosessuali, di masturbazione, di omosessualità e di valori in senso lato.
Lui non considera peccato o sbagliate nessuna delle cose elencate sopra e crede nel progresso dei valori.
Io gli ho fatto presente che esiste il CCC, lui mi ha risposto che è ora di cambiarlo.
Ciò mi ha provocato un senso di stupore, quasi di ira. Sto pensando di non aprire più il discorso con lui, perché alla fine mi sento sempre amareggiato, ma allo stesso tempo mi sento quasi in dovere di fargli notare i punti in cui sbaglia.
Sono eccessivi i sentimenti che ho provato?
Un saluto e un Ave o Maria per lei


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. riempie non solo di stupore, ma di profondo dolore, ciò che viene detto in classe da un insegnante della religione cattolica.
Perché in questo modo vengono distrutte le coscienze.

2. Il suo compito, come quello di ogni professore, è quella di insegnare la materia.
Nel nostro caso si tratta della dottrina della Chiesa. 
Questa dottrina è fondata sulla Divina Rivelazione ed è stata fissata nel magistero della Chiesa con l’assistenza dello Spirito Santo.
Ha pertanto la garanzia dell’infallibilità.
A questa dottrina i credenti sono chiamati a prestare l’ossequio dell’intelletto e della volontà.

3. Anche qualora il loro personale pensamento fosse diverso, dovrebbero concludere così: il mio personale pensamento non ha nessuna garanzia e pertanto può essere errato. Mentre quello della Chiesa è garantito. Sono certo a priori che non potrà essere cambiato perché non è dottrina degli uomini, ma di Dio.
Nessun papa e nessun concilio potrà mai mutare la legge di Dio.
E supposto il caso che volesse farlo, Dio lo impedirebbe perché ha garantito che “le porte degli inferi non prevarranno sopra di essa” (Mt 16,18).

4. Il professore di religione cattolica non ha il compito di convertire i ragazzi perché non è per questo che è stata fissata quell’ora di insegnamento.
Ha invece il compito di presentare la dottrina della Chiesa, come patrimonio della nostra società e della nostra cultura.
Se qualcuno non vuole aderire, è liberissimo di farlo.
Ma il professore non può dire: “È ora di cambiare il Catechismo”.

5. A un professore di religione cattolica che si esprime in questo modo sarebbe giusto dire: “È ora invece che cambi lei perché deve essere onesto e fedele all’incarico che le è stato dato. Così infatti imbroglia i ragazzi, imbroglia gli studenti”.

6. Ho scritto: “sarebbe giusto”. Sì, è così, ma non è opportuno perché il professore ti potrebbe danneggiare.
Tu però, perché i tuoi compagni non vengono ingannati, hai il dovere di dire: “La dottrina della Chiesa non insegna questo. E la dottrina, proprio perché dottrina, non può essere cambiata perché ha come oggetto i principi”.
Ripeto ancora una volta: il compito del professore di religione non è quello di convertire i ragazzi, ma di esporre la dottrina.
Come cittadini, i ragazzi hanno diritto di conoscere la religione cattolica e di essere a conoscenza del suo patrimonio di cultura e di dottrina che ha inciso profondamente nella storia del paese in cui sono nati.
Gli alunni sono liberi: possono rifiutarla e contestarla. Ma hanno il diritto di conoscerla. Il professore di religione ha il dovere di esporla

7. Infine, tieni presente ciò che ha detto Nostro Signore: “Ognuno parla dall’abbondanza del proprio cuore” (Mt 12,34). 
Da parte tua, conservati integro e senza macchia in tutto perché “c’è un legame tra la purezza del cuore, del corpo e della fede” (CCC 2518).
Che tutti quelli che si avvicinano a te abbiano l’impressione che si accostano ad una persona sulla cui purezza della dottrina si può contare e rimangano contagiati dalla tua limpidezza.

Con questo augurio ti benedico e contraccambio volentieri la preghiera fatta per me. Non solo, ma te ne assicuro il ricordo. 
Padre Angelo