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Quesito

Buonasera Don,
non so quando leggerà questa mia mail, spero al più presto…
Senza girarci in torno ho un problema con la purezza, sono riuscito a debellare il vizio della bestemmia, delle parolacce, delle maldicenze, sono ritornato a partecipare alla messa domenicale ma l’atto impuro e la pornografia sembrano peggiorare anziché migliorare.
Ho pregato (da diversi mesi ormai) la Madonna, Gesù e persino San Giuseppe affinché mi concedessero la grazia della purezza ma a quanto pare mi hanno ignorato completamente.
Non nascondo che ogni volta che cado nel peccato nutro un grande rancore verso di me e verso Dio proprio perché ho chiesto tanto aiuto e non ho ricevuto niente di niente.
Ho trovato un confessore fisso e ogni settimana mi confesso regolarmente ma non cambia nulla.
A volte mi pento così tanto da piangere e implorare il perdono e altre volte sono così arrabbiato da avere pensieri blasfemi nella mia testa, io ormai ho perso completamente le speranze.
Non ho più voglia di pregare, mi sembra di perdere solo tempo a chiacchierare con il muro in preda all’agonia ed è uno spettacolo alquanto raccapricciante.
Ho pregato diversi rosari in questi mesi, non è successo nulla.
Sono abbastanza convinto che Dio non ne voglia sapere più di me e credo di capirlo perché dopo che pecco nutro rabbia verso di lui. Quindi ormai è letteralmente la fine.
Sento che tra poco mi arrenderò completamente alle impurità: se prima combattevo con forza e mi rialzavo, ora non ne ho più voglia perché vedo che le mie richieste di aiuto sono state rifiutate.
Grazie per la pazienza e buona serata


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. mi compiaccio innanzitutto per il tuo impegno nella vita di preghiera e nella pratica dei sacramenti.
Mi auguro che da questo impegno tu non abbia mai a tornare indietro. Si tratta di un dono di Dio e nello stesso tempo di una conquista notevolissima da parte tua.
Una volta debellato il problema che ti affligge, sarai abbastanza solidificato nella vita di fede.

2. Veniamo subito al problema che ti causa una grande sofferenza: perché nonostante tutti gli aiuti implorati dal cielo e nonostante tutti gli impegni non riesci a venirne fuori?
Evidentemente c’è qualcosa che non funziona e questo qualcosa va trovato in qualcosa della tua vita che ti impedisce di fruire in pienezza degli aiuti dal cielo.

3. Quando San Tommaso si domanda quali siano i mezzi che aiutano a rimuovere il vizio che ti affligge ne enumera cinque.
“Il primo e principale, dice, è quello di tenere la mente occupata nella contemplazione delle cose divine e nell’orazione. Per questo l’Apostolo dice: “Non ubriacatevi di vino, nel quale vi è lussuria; ma riempitevi di Spirito Santo, intrattenendovi a vicenda con salmi, inni e cantici spirituali” (Ef 5,18), e questo sembra riguardare la contemplazione; “cantando e salmeggiando al Signore nei vostri cuori”, e questo sembra riguardare la preghiera. La stessa cosa dice il Signore attraverso il Profeta: “Con la mia lode ti frenerò per non annientarti” (Is 48,9). La lode divina infatti è un certo freno perché frena l’anima dalla rovina del peccato” (De perfectione vitae spiritualis).

4. Come vedi, San Tommaso parla di contemplazione e non soltanto di preghiera o di pratiche religiose.
Ora la contemplazione consiste nello stare uniti a Dio, nell’avere la testa più in lui che in noi stessi.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce così la contemplazione: “È sguardo di fede fissato su Gesù, ascolto della parola di Dio, silenzioso amore, unione con la preghiera di Gesù e con i misteri della sua vita (CCC 2724).
Quando si vive questa esperienza si prova un godimento che, al dire di San Tommaso, “sorpassa qualsiasi gioia umana” (Commento al Salmo 36,9) ed è “un certo inizio della felicità del cielo, della beatitudine” (“inchoatio quaedam beatitudinis”, Somma teologica, II-II, 180, 4.
).
Questo perché nella contemplazione “l’amore dello Spirito Santo fa irruzione nell’anima come un torrente impetuoso, perché la sua volontà è così efficace che nessuno può resistergli; non si trattiene un torrente.
Gli uomini spirituali sono inebriati di delizie perché tengono la loro bocca aderente alla sorgente della vita” (Somma teologica, II-II, 180, 7).

5. Quando si comincia a gustare queste realtà si avverte subito che qualsiasi sensazione impura viene a rubare e a togliergli qualcosa del clima di cielo che si vive dentro di sé.
Questa è la forza interiore che spinge a fuggire queste tentazioni, a combatterle, ad allontanarle.
È come se si vedesse che il nemico sta per entrare “per rubare, per uccidere e per distruggere” (Gv 10,10) quanto c’è di più bello e prezioso d nella nostra vita spirituale.
Come vedi, ti manca questa esperienza che è indispensabile per custodire la purezza.
Per rimuovere l’immondezza della pornografia e dell’impurità è necessario avere questa risorsa, e cioè il gusto, l’esperienza di una realtà che sorpassa i piaceri materiali come il cielo sorpassa la terra.

6. Per mantenersi in questo gusto della realtà soprannaturali San Tommaso non trova di meglio che “lo studio della Scrittura, secondo quanto scrive San Girolamo al Monaco Rustico: “Ama gli studi della Scrittura e non amerai i vizi della carne”. Perciò l’Apostolo avendo detto: “Sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza” (1 Tm 4,12) subito aggiunge: “Fino al mio arrivo dedicati alla lettura””.
La Sacra scrittura è rappresentata da quel piccolo libro di cui si legge nell’Apocalisse: “In bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza” (Ap 10,10), che secondo un certo significato spirituale può indicare da una parte la dolcezza del paradiso e dall’altra il combattimento duro e aspro per vincere le tentazioni.

7. Se queste due esperienze sono indispensabili per vincere le impurità, non sono tuttavia ancora sufficienti.
È necessario essere impegnati in modo tale che le occupazioni riempiano la mente e l’attenzione al punto che non ci sia spazio per altro.
È un dato di fatto che i giovani impegnati e responsabilizzati in qualche attività, soprattutto nei confronti degli altri, avvertono di meno lo stimolo della tentazione.
Non va esclusa neanche qualche attività che impegni anche corporalmente, come ad esempio qualche lavoretto manuale.
Per questo secondo San Tommaso è necessario “occupare l’animo con alcuni buoni pensieri” e “abbandonare l’ozio esercitandosi anche nei lavori corporali”.

Mi verrebbe da concludere con le parole evangeliche: “Fa’ questo e vivrai” (Lc 10,28).
Sono convinto di averti detto tutto. Adesso c’è solo il problema di passare dalla teoria alla pratica!
Allora sentirai tangibilmente il soccorso che viene dal cielo che tanto giustamente implori.

Con l’augurio di una splendida vittoria, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo