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Quesito

Carissimo Don Angelo, buongiorno.
È da tanto che non le scrivo accumulando le domande che vorrei fare in una email, per non intasare e appesantire il già tantissimo lavoro che lei svolge, ma questa di oggi mi costringe ad uscire fuori dai ranghi e scriverle chiedendo lumi ed il suo parere. Anche scrivendo poco, ciò non toglie che continuo a pregare per la sua persona e tutti gli amici domenicani.
Ecco il quesito: una famiglia composta da marito, moglie e figli, si recano alla Messa domenicale. Accade che durante il weekend, si trovano a trascorrere con loro alcuni figli di amici, così facendo capita di andare a Messa insieme.
Alcuni di queste famiglie hanno un rapporto un pochino ancora debole con la fede, non hanno problemi di coscienza se mancano ad una Messa domenicale, se risultano in situazioni non proprio regolari con il loro matrimonio o quant’altro.
D’altro canto, la famiglia che attende la messa domenicale e ben felice di vedere altri bambini venire a sentire la Messa, visto che nessun altro li porta.
Le domando, come comportarsi con l’invito a Messa a persone che saltano la Messa domenicale e prendono la Comunione, anche in caso si ripeta nonostante avvertimenti.
In specifico, bisogna confessarsi per aver invitato gente a Messa risultando complice per aver accostato gente alla sacra mensa pur senza confessione?
Sono arrivato ad una mia interpretazione al quesito, ma volevo andare sul sicuro chiedendo il suo parere, e certo di ottenerlo la saluto con affetto e ringraziandola anticipatamente, assicuro la mia preghiera per tutti gli amici domenicani.
Un visitatore di amici domenicani.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. io sono dell’avviso che è sempre opportuno invitarli a Messa per diversi motivi.
Innanzitutto perché hanno l’opportunità di pregare, di sentire la parola di Dio e anche l’omelia. 
E, mentre vedono e ascoltano, il Maestro interiore, Gesù Cristo, fa la sua parte muovendo interiormente il cuore e illuminando la mente.
Sentendo la parola del Signore, facilmente ne vengono conquistati e concludono con le parole delle guardie che erano state mandate per arrestare Gesù: “Non abbiamo mai sentito parlare uno che parla come parla quest’uomo” (Gv 7,46).

2. Inoltre stanno con la comunità cristiana. Ora noi sappiamo che quando la comunità cristiana si raduna per la celebrazione dell’eucaristia lì è presente Gesù, anche se per ora non sacramentalmente.
Gesù ha detto infatti: “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20).
È una presenza che si sente senza accorgersene, in maniera impercettibile, ed è una presenza soave perché si ritorna dalla celebrazione dell’eucaristia con un senso di sollievo, di pace, di contentezza.

3. E ancora: senza saperlo, sperimentano la verità delle parole scritte quasi all’inizio della Sacra Scrittura: “Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò” (Gn 2,3).
Ora la benedizione di Dio non è mai uno sterile augurio ma è sempre efficace e consiste in un’effusione di doni, nella conservazione e nella moltiplicazione di molti beni.
Nello stesso tempo si sperimenta quanto sia bello fermarsi per dedicare una porzione del proprio tempo a saziare la propria anima di Dio.

4. Certo, rimane il problema della Comunione che purtroppo non è Comunione se non in senso materiale.
Perché se non si è in grazia di Dio non si attua nessuna Comunione e non si sperimenta interiormente nulla di nulla.
Proprio per questo la Sacra Scrittura avverte: “Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1 Cor 1,28-29).
Ciò nonostante, la loro ignoranza li può parzialmente scusare perché pensano di compiere una buona azione.
È vero che esiste pure un’ignoranza invincibile ma colpevole.
E tuttavia con determinate persone è necessario procedere con gradualità.

5. Da parte vostra non dovete perdere l’occasione, quando se ne offre l’opportunità, di ricordare l’ammonimento della Sacra Scrittura: che qualora si riconosca di essere in stato di peccato grave, non si può fare la Santa Comunione perché per quanto si assuma la particola consacrata, non si vive alcuna comunione.
Piuttosto cogliete l’opportunità di esortarli alla confessione.

6. Toccando questo tasto, sarà inevitabile parlare del peccato grave e che la sola negligenza di partecipare alla Santa Messa nei giorni festivi costituisce peccato grave ed è un impedimento a fare con frutto la Santa Comunione.
Quello che può nascere da queste conversazioni può avere esiti sorprendenti, non fosse altro quello di astenersi dalla Comunione. Sarebbe già una prima presa di coscienza di non essere del tutto a posto.


7. In conclusione fate bene ad esortare alla partecipazione all’Eucaristia.  Chissà che cosa non può fare il Maestro interiore!
Non vi è da parte vostra alcuna complicità con il loro peccato, tanto più che ne avete parlato e sperate di poterne parlare ancora.

Con l’augurio di ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo