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Quesito
Salve Padre Angelo,
mi chiamo A. e sono un ragazzo di 19 anni.
Innanzi tutto vorrei farle i complimenti per il lavoro svolto nel rispondere, a tante persone che nel dubbio spirituale si rivolgono a lei. Tra queste persone ci sono anche io, e le pongo un problema per cui davvero non riesco a trovare soluzione.
Il mio problema è che non riesco a sentire il dolore dei peccati pur sapendo che ciò che ho commesso è sbagliato ma che so anche di non voler più commettere per non offendere più Dio. Premetto Padre che ho iniziato a guardare nel profondo della mia anima solo in quest’ultimo anno e che prima non sapevo neanche cosa fosse il peccato e quanto male facesse all’anima, prima di ciò infatti ero solo preoccupato della vita terrena piena dei suoi vizi e delle sue passioni corrotte. Io padre non desidero altro che confessarmi, ma ho paura che senza un profondo dolore dei peccati la mia confessione risulti sacrilega.
Inoltre vorrei chiederle se attraverso la preghiera del santo rosario (come letto nel testo del Montfort il meraviglioso segreto del santo rosario) io, anche se purtroppo in stato peccato mortale ma deciso a evitare quest’ultimo, possa chiedere a Maria con tutta fiducia, la grazia della contrizione dei peccati.
La ringrazio in anticipo per la risposta Padre.
Saluti
A.
Risposta del sacerdote
Carissimo A.,
1. quando si parla di profondo dolore dei peccati non s’intende dire che si debba avvertire un dolore sensibile.
È più facile avvertire un dolore sensibile per le realtà sensibili che vediamo, che ci commuovono.
Il dolore dei peccati è un dolore diverso, perché è essenzialmente spirituale.
Talvolta è accompagnato anche da un certo dolore sensibile, da una certa tristezza, ma questo di per sé non è richiesto.
2. Quando si parla di dolore spirituale s’intendono due cose.
La prima, che si porta avversione per quello che si è fatto perché ha causato l’estromissione del Signore dalla sua casa (la nostra anima e il nostro corpo) ed è stato causa della morte di Cristo in croce e attualmente porta danno alla Chiesa che rimane privata di una sorgente di grazia.
Per questi motivi il peccato viene detestato e cioè si desidererebbe non averlo mai compiuto.
La seconda, che per l’avvenire ci si propone di non più commetterlo.
3. Questo dolore spirituale è accompagnato da una risoluzione netta di non offendere più il Signore.
Una delle grazie più grandi che una persona può ricevere è proprio quella di provare avversione e sincero dolore per i propri peccati, riconoscendo che si tratta del male più grave.
4. Per ravvivare e accrescere questo dolore spirituale mi piace riproporti una pagina di Santa Caterina Siena, domenicana e dottore della Chiesa:
“La nostra anima sarà tanto più animata a far grossa guerra al peccato quanto più noi
guarderemo il dolce Signore e considereremo che per il peccato il Padre nostro si è lasciato
uccidere” .
Qui Santa Caterina chiama Gesù Cristo Padre nostro, perché è il nuovo Adamo che ci ha generati alla grazia.
Prosegue la Santa: “Faremo allora come il figlio che vede il sangue del proprio padre, e sente crescere in sé l’odio verso il nemico che l’ha ucciso. Così l’anima che contempla il sangue del suo creatore, concepisce e sente crescere in sé l’odio contro il nemico che l’ha fatto morire. E se mi diceste: Chi l’ha ucciso? vi rispondo che solo il peccato è la cagione della morte di Cristo ed è l’uomo che ha commesso e commette il peccato.
Dunque si può dire che siamo noi coloro che abbiamo ucciso il Figlio di Dio e possiamo dirlo tutte le volte che pecchiamo
mortalmente.
Dobbiamo perciò far vendetta sopra noi medesimi, sui nostri perversi pensieri, vizi e peccati: perché il peggior nemico che l’uomo abbia è sé medesimo.
E se l’anima tiene lo sguardo fisso sopra Cristo crocifisso e considera che è stata la propria sensualità ad ucciderlo, non si sazierà mai di farne vendetta, ma sarà anzi contenta di vederla sostenere ogni pena e tormento, come suo mortale nemico.
Così voglio che facciate voi, e, affinché lo possiate fare bene, voglio che vi poniate davanti la memoria del sangue del Figliuolo di Dio, sparso con tanto
fuoco d’amore.
Questo sangue sarà per noi un continuo battesimo di fuoco che purificherà e
riscalderà la nostra anima togliendole ogni gelo di peccato” (Lettera 148).
5. Desidero sottolineare la forza con cui Santa Caterina chiedere di mettersi davanti la memoria del sangue del Figliuolo di Dio, e che il dolore e il rinnovamento spirituale che questo prova è per noi un continuo battesimo di fuoco”, che brucia l’attaccamento ai nostri peccati.
6. Circa la seconda domanda che mi hai fatto: se tu possa domandare a Maria la grazia della contrizione dei peccati anche se qualora ti trovassi privo della grazia, la risposta è affermativa.
Anzi aggiungo: quando cominci a chiedere a Maria la grazia della contrizione sei già raggiunto dalla grazia attuale, che ti dispone a ricevere la grazia santificante che ti viene data in maniera piena nella celebrazione del sacramento della confessione.
Continua dunque così.
Ti auguro di poter mettere in pratica ciò che insegna S. Caterina, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo