Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
ho un problema di matrimonio. Mia moglie non vuole usare i metodi naturali e si affida alla contraccezione.
Ho sperato in un salto di qualità, ma non c’è ancora stato. Mi convinco sempre più che esso sia possibile solo con la sua conversione ma questa ancora appare lontana, anzi, sembra che si sia allontanata, ad esempio è tantissimo che non viene più in chiesa, neanche a Pasqua e a Natale.
Ma le scrivo per un altro consiglio.
Qualche anno fa, ascoltando Radio Maria ho appreso che Siena e Venezia non sono mai state distrutte dalle guerre che nei secoli si sono succedute. 
Padre Livio sosteneva che ciò dipendeva dalla consacrazione che le autorità politiche delle città hanno fatto alla Madonna.
Secondo Padre Livio è proprio il fatto che siano state le autorità politiche a fare la consacrazione che ha dato valore alla cosa.
L’idea mi convince molto.
Ora io non ho una città da consacrare, fossi il sindaco della mia città certo lo farei subito, però ho due case ed è da tanto che vorrei consacrarle.
Il recente terremoto mi ha risvegliato questo desiderio, ho cercato su internet come fare ma ho trovato solo la consacrazione della famiglia, che non è ovviamente la stessa cosa.
Oltretutto in una parte della casa dove non abito risiede gratuitamente un signore che non appartiene alla mia famiglia e l’altra parte non è utilizzata da nessuno.
Consacrando la casa potrei aiutare coloro che in futuro ci abiteranno, magari i miei figli quando saranno grandi o magari i nipoti.
Potrebbe indicarmi come fare a consacrare la casa?
La ringrazio anticipatamente per la sua risposta e prometto preghiere.
Arrivederci,


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. Circa la consacrazione degli edifici:
la consacrazione è un atto per il quale si sottrae un oggetto o una persona dall’uso profano per destinarlo al culto di Dio.
Per questo si possono consacrare Chiese, oggetti (suppellettili sacre) e soprattutto persone (sacerdoti e religiosi).
Quando un edificio continua ad esser adibito per un uso profano, più che consacrarlo, lo si benedice. Si implora una protezione.

2. Su quanto ha detto padre Livio, di cui ho stima, non mi pronuncio: perché non si può arguire dal “post hoc, ergo propter hoc” (è avvenuto dopo questo, dunque è avvenuto a causa di questo).
Quante Chiese e cattedrali, pur consacrate, durante la seconda guerra mondiale sono andate distrutte.
Anche il tempio di Gerusalemme era stato consacrato, ed è andato distrutto.

3. Circa la situazione di tua moglie che si è ulteriormente allontanata dal Signore e non va a Messa neanche a Natale e Pasqua: me ne dispiace, ma sotto un certo aspetto non me ne meraviglio.
Perché se il peccato è un allontanamento da Dio, tua moglie è da tanto tempo che va sempre più lontana dal Signore.
Purtroppo non sta camminando per una strada che conduce a Dio, ma che porta sempre più lontano da lui.

4. Per te c’è questo di diverso: che appena sbagli strada, te ne accorgi e torni subito indietro e vai a confessarti.
Capisco quanto ti pesi questa situazione: per te anzitutto, che non vorresti avere questi lacci che ti impediscono di volare sempre più alto. E per tua moglie soprattutto.

5. Penso che possano essere applicate anche ai mariti, e quindi anche a te, le parole di san Pietro il quale esortava le mogli ad una condotta irreprensibile per poter convertire i mariti.
“Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati considerando la vostra condotta casta e rispettosa. Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti – ma piuttosto, nel profondo del vostro cuore, un’anima incorruttibile, piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio” (1 Pt 3,1-2).

6. Oltre a questo ti suggerisco anche quanto dice San Paolo: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).
Santa Teresina del Bambin Gesù usa altre parole per dire la stessa cosa: “Ah, preghiera e sacrificio formano tutta la mia forza, sono le armi invincibili che Gesù mi ha date, toccano le anime ben più che i discorsi, ne ho fatto esperienza spesso” (Storia di un’anima 315).

Mi unisco volentieri al tuo impegno, ti ricordo nella S. Messa e ti benedico.
Padre Angelo