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Quesito
Caro Padre Angelo,
le scrivo perché ho bisogno di risposte e di consigli. Non è da molto che ho iniziato quello che spero sia il mio cammino di conversione alla Parola di Dio, è iniziato un paio di mesi fa in seguito alla morte di due persone amiche, giovani, il sacerdote nell’omelia ai funerali ha detto che nonostante la giovane età erano sereni perché erano pronti all’incontro con Dio avendo avuto una vita buona ed avendo molto amato, queste frasi mi hanno fatto riflettere su me stessa…se toccasse a me così all’improvviso io non sarei affatto pronta, raramente prima d’ora, ho pensato a Dio e solo quando avevo bisogno, dimenticando subito dopo e riprendendo la mia vita come se non esistesse. Ora su consiglio del don della mia parrocchia ho iniziato a leggere il vangelo, solo che non riesco a mettere in pratica, mi sento inadeguata, mi vedo già fare la missionaria ma poi mi rendo conto che rispondo male a mio marito e che evito alcuni colleghi e persone che so aver bisogno, che continuo a pensare male di persone che mi sono vicine e che mi da fastidio anche quella persona che durante la messa mi sta vicino e canta a squarciagola nel mio orecchio, lo so in teoria che in ognuno di loro dovrei vederci Gesù, invece vedo solo la parte che mi urta.
Ma come mai io ho scoperto solo adesso di avere un’anima, e faccio così fatica a rapportarmi agli altri in maniera positiva e a volte mi sento il cuore pesante e prima che ero vuota mi sentivo piena e soddisfatta e invece ora che sto cercando di riempire la mia mente e il mio cuore con il Signore a volte mi sento vuota. Avrei bisogno di qualche indicazione pratica per sapere se sono sulla strada giusta o se sto sbagliando, il vangelo mi stimola nel momento della lettura e mi sembra di comprendere quali sono i passi da compiere ma poi alzo gli occhi dal libro esco fuori, incontro gli altri e tutto diventa quasi impraticabile
Ho letto nel vangelo che quando Gesù inizia ad andare giro e chiama i primi discepoli, tutti all’istante mollano quello che stavano facendo e senza neanche chiedere dove andiamo, lo seguono, io penso che stia chiamando anche me per qualcosa e non voglio dire di no, ma ho un po’ paura a dire di si … a parte il fatto che sento la voce ma non capisco le parole
Grazie per i consigli che vorrà darmi
Antonella
Risposta del sacerdote
Cara Antonella,
1. penso che sia una grazia aver scoperto che davanti a Dio siamo miserabili.
Il Santo Curato d’Ars chiese al Signore di fargli vedere quanto grande fosse la sua miseria. Il Signore lo accontentò, ma il santo Curato ne ebbe uno spavento tale che chiese al Signore di allontanare da lui quell’immagine perché lo accasciava.
Ho l’impressione che in questo particolare momento della tua vita spirituale il Signore ti abbia dato un pò del lume concesso al Santo Curato.
Sebbene tu abbia l’impressione di regredire, può darsi invece che stia avvenendo il contrario.
2. Il Signore ti chiede di essere più raccolta e circospetta.
Vedi come la parabola del buon seminatore si addice bene anche alla nostra vita: “Il seminatore uscì a seminare. Parte cadde lungo la strada. Vennero gli uccelli del cielo e la divorarono”.
Quante volte il Signore semina e noi siamo come strada. Finché siamo in Chiesa riusciamo anche a farci dei buoni propositi per calare nella nostra vita la buona semente della Parola di Dio e, appena usciti, ci si dimentica tutto e talvolta addirittura si fa il contrario.
3. Che fare in questa situazione?
Penso alla moglie del grande filosofo cristiano Jacques Maritain. Si chiamava Raissa. Era una grande contemplativa.
Nel suo diario (pubblicato postumo dal marito) si leggono espressioni come questa: “a Messa grande raccoglimento. Lungo il ritorno e tornata a casa: ancora raccoglimento.
Poi viene una tal persona a trovarmi e senza accorgermene non sto più alla presenza del Signore.
Domani mi impegnerò”.
In effetti poi riuscieà a stare alla presenza di Dio anche nella conversazione col prossimo.
Forse a noi non è richiesto un grado così alto di contemplazione.
Tuttavia abbiamo anche noi l’impegno di mettere in pratica quanto il Signore ci ha detto, perché le sue parole sono tutte parole da calare nella vita, capaci di cambiarla e di santificarla.
4. Ecco dunque il consiglio che ti offro: maggiore raccoglimento.
E poi l’impegno a custodire e a proteggere il raccoglimento.
Sicché se intravediamo persone o situazioni che ci possono portare subito fuori dai nostri impegni, dobbiamo moltiplicare l’accortezza. “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione”. Così ci ha detto il Signore.
Ti auguro ogni bene.
Ti ricordo nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo