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Quesito

Caro padre Angelo, buonasera.
Da una decina d’anni lavoro nello studio professionale di mio padre, ma fino a quasi un anno fa dire "lavoro" era una barzelletta. Bighellonavo, contando sul buon giro di clienti che mio padre si è creato in più di trent’anni di lavoro e sulla professionalità del suo impiegato. Troppe volte facevo finta di lavorare e invece guardavo Facebook o siti irriferibili, commettendo oltretutto peccato mortale, oppure anche siti di argomenti di estrema importanza, come la storia del Cristianesimo, ma che nulla avevano a che fare col mio dovere, che era guadagnarmi il pane aiutando mio padre, visto che altro non sapevo fare. Invece ho sempre fatto lo stupido, ho sempre lavorato a mezzo servizio o anche meno, quasi mai approfondendo bene le cose, pensando di più a divertirmi e appagare i miei sensi che a fare il mio dovere nel lavoro e verso coloro che mi circondano. E così facendo ho commesso molte leggerezze che potrebbero avere conseguenze enormi sull’attività di mio padre che lo rovinerebbero e ci mangerebbero la casa e tutto quello che mio padre si è sudato in una vita di lavoro. E’ questo che mi opprime in maniera devastante: l’enorme senso di colpa per quello che le mie colpevoli leggerezze potrebbero procurargli. A lui, il cui unico torto è quello di avermi voluto troppo bene, e di non avermi cacciato a pedate da anni come chiunque altro avrebbe fatto. Sto piangendo in questo momento, anche perchè persino in questo frangente mio padre non perde il sorriso e il suo proverbiale ottimismo, e non mi fa pesare la cosa, mentre invece me lo merito. Però sento che quest’angoscia che mi pervade da mesi e che durerà ancora chissà quanto, e avrà certamente delle conseguenze materiali molto rilevanti (non ce la faccio ad essere ottimista come mio padre) è una grazia del Signore, per farmi capire l’errore in cui  ho vissuto per anni, la gravissima condizione di peccato in cui versavo e comunque verso tuttora. Ho riscoperto il bisogno della preghiera, l’importanza del Rosario, l’importanza di confessarmi, cosa che farò al più presto, dopo anni. E, nella prostrazione e nel senso di umiliazione che provo, sto riscoprendo una pietà verso gli altri che mi aveva attraversato in alcuni momenti della mia vita ma che poi era rimasta soffocata. Purtroppo, io sono uno di quelli dove il seme cade sull’asfalto, o comunque non trova terra buona, ma forse faccio ancora in tempo a cambiare. Quello che le chiedo, padre, è di pregare per me, perchè il Signore mi aiuti a non finire vittima della disperazione in questo lungo e difficile periodo che mi si prospetta. A volte infatti ho quasi voglia di farla finita, tale è la vergogna che provo per i miei peccati e per il male che ho fatto alla mia famiglia. Ciò che mi trattiene è solo la consapevolezza della disperazione in cui getterei i miei cari, e ancora di più la prospettiva di finire all’Inferno. Glielo chiedo ancora, padre, mi ricordi nelle sue preghiere, perchè il Signore mi aiuti a non sprecare questa ennesima straordinaria e immeritata grazia che mi ha concesso e non mi capiti di peggio. E le chiedo di pregare anche per mio padre e per tutta la mia famiglia, che merita una preghiera molto più di me e non merita di finire rovinata e svergognata dalla mia dissennatezza. Un caro saluto e un sentito ringraziamento per il preziosissimo aiuto che dona ai peccatori come me.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. ho letto la tua storia, storia di allontanamento da Dio e di peccato.
Tuttavia ho l’impressione che la situazione si stia capovolgendo a favore della fede e  della serietà della vita.
Mi auguro che anche tu possa dire al più presto insieme con San Paolo: “dove è abbondata la colpa è sovrabbondata la grazia”.

2. Intanto ti invito a confessarti.
Anzi a iniziare un itinerario di conversione permanente con la confessione regolare e frequente.
Ti accorgerai che la confessione rimedia a tante cose.
La realtà è che nella confessione tu incontri con Cristo Redentore che ha portato rimedio alle nostre deficienze.
Ora anche tu, come ognuno di noi, hai bisogno di rendere presente Cristo redentore nella tua vita, perché porti rimedio a tanti mali da te causati.

3. Mi chiedi con gli accenti più accorati di pregare per te, per tuo padre e per la tua famiglia.
Lo faccio volentieri.
Ma prega anche tu.
Mi dici che hai riscoperto il bisogno della preghiera, l’importanza del Rosario.
Recitalo secondo le modalità insegnate dai domenicani:
– ripresenta la scena menzionata nel mistero;
– ringrazia il Signore per l’evento compiuto per te;
– domanda a Dio Padre di essere liberato dai mali che ti sovrastano e che sovrastano la tua famiglia. Domandalo in virtù dei meriti infiniti procurati da Cristo in quell’evento e che egli stesso misericordiosamente mentre reciti il Rosario mette nelle tue mani come tuo prezzo davanti al Padre.
È per questo che la preghiera del Rosario, così recitata, è particolarmente potente.
Nello stesso tempo ti santifica e ti unisce al Signore.

4. Dopo che ti sarai confessato, va a Messa e fai la Santa Comunione.
Durante la Comunione tratta col Signore dei problemi che ti assillano.
Santa Teresa dice che non c’è migliore momento per trattare dei nostri affari col Signore che quello della Santa Comunione.
Se gli chiedi le virtù, te le dà e ne farai l’esperienza.
Se gli chiedi di essere liberato, ti aiuterà.
Se gli chiedi di aiutare tuo padre e la tua famiglia, lo farà.

Col Signore accanto a te, anzi in te, potrai affrontare più serenamente tutto. È il tuo Salvatore, il tuo Liberatore, il tuo Redentore.
Rinnovando la promessa della preghiera, a partire dai Rosari e dalla Messa di questa sera, ti benedico.
Padre Angelo