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Quesito
Caro Padre Angelo,
innanzitutto la saluto e la ringrazio per le risposte ricevute a lettere precedenti a questa che scrivo adesso. Risposte ricevute sempre nella carità della Verità e piene di consigli illuminati e illuminanti.
Ma vengo al dunque.
Sono un ragazzo, anzi ormai un uomo, che ha deciso di non fare del matrimonio la sua scelta di vita. Sin da piccolo non ho mai desiderato sposarmi, forse anche perché i miei genitori come coppia non sono stati un esempio luminoso di amore e rispetto reciproco.
Di conseguenza ho sempre rifiutato il fidanzamento, anche con ragazze con cui sarebbe stato possibile intrecciare una relazione, ma sinceramente non ero interessato alle conseguenze di questo legame e cioè il matrimonio con la figliolanza che ne sarebbe derivata (non mi sono mai piaciuti i bambini).
Ora nell’estate del 2013 mi sono recato per la prima volta a Medjugorje e in quel frangente particolarissimo di Grazia e immerso in un gran senso di Pace come solo la Madonna lo può donare mi sono guardato dentro e ho riflettuto che forse dedicarmi alla vita consacrata non sarebbe stato poi così peregrino.
Sentivo l’attrazione a questo tipo di scelta soprattutto per via del fatto che il mio padre spirituale è una persona di grande cultura teologica e misericordia e pensavo che mi sarebbe piaciuto essere come lui. In particolare un mio amico che è più di un amico essendo anche il mio padrino di Cresima, aveva incominciato a dirmi che mi vedeva bene come prete, che secondo lui questa era una mia vocazione nascosta e io, considerando che il padrino ha anche una funzione di guida e che in questo è assistito dallo Spirito, gli credevo. Inoltre una volta, in confessione, al sacerdote che mi chiedeva dei miei progetti per il futuro e che cosa io chiedessi al Signore, risposi che volevo semplicemente fosse fatta la Sua volontà, e lui sbottò quasi gridando: «Sposati!, o fatti prete!». Questo mi colpì molto.
Mi mise di fronte a un inaspettato bivio che non mi si era mai propalato: e visto che, come ho detto, non ho mai desiderato la coppia, forse tutto ciò voleva dirmi che il mio Altro era il Signore. Ma non ne sono mai stato del tutto sicuro. Mi chiedevo infatti e mi chiedo ancora: sarei capace di dire Messa, di pronunciare un’omelia, di confessare, più tutti gli altri adempimenti che un sacerdote deve compiere? Ma, più di tutto, ne sarei degno? (La risposta insita è no, avrei certamente problemi a parlare davanti a decine di persone o a consigliare un penitente, mi sembrano tutte cose più grandi di me. Inoltre c’è molto altro che un sacerdote deve essere capace di fare e a cui io non mi sento portato).
Ci sarebbe pur sempre l’alternativa della vita monastica, ma, per quello che ne so, nemmeno a questa sento di votarmi.
Come vede ci sono molti problemi a riguardo. Ma il problema dei problemi è la mia tendenza alla concupiscenza e all’impurità. Visto che non sono mai stato fidanzato mi riferisco d’obbligo alla masturbazione, peccato in cui cado con una certa regolarità. Inoltre, inutile negarlo, mi piacciono troppo le donne, specie se poco vestite o del tutto svestite, che alimentano mille fantasie. Un sacerdote non dovrebbe mai avere queste debolezze e questo mi spinge a pensare che forse nemmeno quella della vita consacrata sia la mia via. Anche se, come ho detto e non nego, forse per certi versi mi piacerebbe. Soprattutto mi piacerebbe (prete o non prete) essere libero dal giogo dell’impurità che mi obbliga a confessarmi frequentemente (circa una volta alla settimana) e di volta in volta mi vergogno davanti al mio direttore spirituale a confessare sempre i soliti peccati.
Quello che le chiedo a questo punto, Padre, è un qualche lume che possa indirizzarmi non tanto verso la scelta giusta da fare – quella strada dovrò percorrerla io – ma piuttosto che possa inserirmi nel solco della Verità che è in me per capire a cosa sono chiamato dal Signore, cosa che mi sfugge e che mi paralizza come nebbia.
Mi affido alla sua risposta e ai suoi preziosi consigli, nel frattanto la saluto calorosamente.
Gioia Pace Amore,
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. leggendo la tua mail ad un certo punto mi è venuto il desiderio di incoraggiarti per il sacerdozio o comunque per la vita consacrata.
Ma poi ho visto che c’è di mezzo il problema dell’impurità, che però non è insormontabile.
2. Proprio oggi ne parlavo con un giovane con il quale mi ero assuefatto a sentire in confessione che c’era sempre il solito problema.
Mi ero rassegnato ad accompagnarlo per sempre così.
Poi per una serie di cose non è più venuto a confessarsi da me.
Ma oggi incontrandomi a bruciapelo mi ha detto: sa per quel problema, dopo un pellegrinaggio è cessato tutto.
3. Quando gli ho detto: sai, conosco diverse persone che hanno smesso da un momento all’altro.
E lui: così anche a me. Ma penso che a me sia sopraggiunta una grazia.
4. Gli ho chiesto come si sente dopo essere stato liberato.
E lui: mi sento più forte, anche nelle decisioni.
Così dico anche a te: puoi smettere da un momento all’altro. Basta volerlo.
Cerca di volerlo per amore del Signore.
Se lo merita.
Forse per amore del Signore finora hai fatto poche cose.
Questa potrebbe essere una.
5. Appena liberato da questo vizio, avvertirai subito una forza che ti darà la capacità di pendere delle decisioni.
Non solo, ma avrai anche più luce per comprendere i disegni di Dio.
6. Come vorrei che da questa sera fosse cambiato tutto nella tua vita, eccetto una cosa: la confessione settimanale.
Continua a confessarti spesso in maniera regolare e frequente, anche dei soli peccati veniali.
Vedrai quante cose cambieranno.
Questa sera pregherò molto per te perché tu possa iniziare una vita nuova, tutta secondo Dio.
Ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo