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Quesito
Caro Padre Angelo,
Ho sempre condiviso i valori cattolici principalmente la preghiera il rispetto per gli altri il mantenere la parola data e il non approfittare delle situazioni a danno di qualcuno non solo per l’insegnamento della religione ma anche per mia natura personale che mi ha trasmesso papà.
Pero non pratico i sacramenti per un fatto che è successo 30 anni fa quando è morto mio padre, volevo fare la comunione al funerale e il giorno prima ero andato a confessarmi.
Nel dialogo con il confessore ho detto una mia convinzione, e cioè che trovavo ingiusto che una persona non cattolica che si era comportata correttamente nella propria vita magari meglio di un cattolico non avesse il diritto di andare in paradiso.
Il sacerdote mi rispose che non avevo capito niente della religione, non poteva darmi l’assoluzione e dovevo rifare i corsi di catechismo dall’inizio.
Dalla prima elementare per intenderci.
Me ne sono andato molto amareggiato come avessi ucciso qualcuno anzi peggio perché un omicida riceve l’assoluzione.
Ripensando a quanto successo ho trovato ingiusto il comportamento del sacerdote per cui il giorno dopo al funerale ho fatto lo stesso la comunione.
Mi sono poi sentito in colpa per aver fatto la comunione senza essere assolto. Sono quindi andato a confessarmi in un monastero da un frate cappuccino a cui ho spiegato quanto successo.
Questo frate ha minimizzato la cosa dicendo che non era successo niente e mi diede l’assoluzione.
Questa assoluzione non ha risolto i miei problemi ma li ha peggiorati perché ho trovato due persone che mi hanno detto cose diametralmente opposte nell’ambito di una confessione per cui mi ha fatto perdere valore a questo sacramento e non mi sono più confessato pur rimanendo invariati i valori che ho detto all’inizio.
Più tardi ho sposato una ragazza di religione buddista (strana la vita) che posso dire certamente molto migliore di me. Rispetto lei e la sua religione pur rimanendo cattolico e non mi permetterei mai di dirle di diventare cattolica se vuole andare in paradiso.
Volevo chiederle cosa ne pensa.
Mi stia bene.
Mario
Risposta del sacerdote
Caro Mario,
mi dispiace per l’incidente che hai avuto con il primo confessore, tanto più che si trattava di fare la Santa Comunione in occasione del funerale di tuo padre.
1. Forse il sacerdote aveva fretta e ti ha trattato bruscamente. Ma forse che quella domanda di per sé non c’entrava nulla con la confessione.
2. Intanto: chi ha diritto di andare in Paradiso e cioè di entrare nell’intimità di Dio, essere suo familiare e amico?
Nessuno.
Dio però dona agli uomini una realtà che permette loro di essere elevati ad un piano soprannaturale e di diventare familiari e amici suoi, anzi, figli suoi per adozione.
Questa realtà si chiama grazia.
Allora entra in Paradiso e cioè nell’intimità di Dio chi possiede la grazia.
3. Questa grazia Dio la offre a tutti gli uomini perché li vuole tutti salvi e cioè suoi intimi e familiari.
La via ordinaria per la quale dona la grazia è costituita dai sacramenti.
Ma la dona anche a chi non può ricevere i Sacramenti. La dona attraverso vie straordinarie che Lui solo conosce. La può donare anche a tua moglie che è buddista, senza che lei lo sappia.
4. Il primo sacerdote che hai incontrato ti voleva dire questo.
Non è sufficiente essere buoni e onesti per entrare in paradiso. È necessario avere la grazia.
Tanti non vanno a messa la domenica. Tanti convivono, sono divorziati risposati e sono persone buone e oneste.
Ma per tutti, compresi quelli che ho menzionato, ai fini della salvezza è necessaria la grazia.
Per questo quel sacerdote ti diceva che ti mancano i fondamenti del catechismo.
Perché se non conosci questo non possiedi gli elementi basilari.
4. Il secondo sacerdote, il padre cappuccino, ha cercato di trattarti bene perché il primo sacerdote era stato troppo brusco, sopratutto alla vigilia dei funerali di tuo padre.
Anziché dirti di andare a studiare da capo il Catechismo te lo poteva spiegare con poche parole.
5. I due sacerdoti però non ti hanno detto cose diametralmente diverse.
Ti hanno trattato invece in maniera diversa.
6. Nel frattempo hai tralasciato la Confessione.
Con questo non hai guadagnato nulla e hai perso molto.
7. Il mio consiglio è quello di andarti a confessare e poi di fare la Santa Comunione.
Sentirai scorrere la vita della grazia dentro di te, avvertirai una comunione con Dio da cuore a cuore.
Avvertirai, me lo auguro, il salto che c’è tra l’essere buoni e onesti e il vivere in grazia.
Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo