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Quesito
Caro Padre Angelo,
mi è capitato di discutere con un amico ateo, che si diverte a mettere in crisi la mia fede con giochi di parole, su una questione in apparenza di poco conto ma che mi ha disorientato; vorrei provare a riassumerla qui per avere una Sua risposta.
La premessa della discussione è questa: coloro che parlano le parole di Dio perché Dio stesso comunica con loro sono profeti; tuttavia ci sono anche falsi profeti, i quali sono o folli o impostori; i folli però sono assolutamente convinti di parlare davvero con Dio e , nel loro convincimento, non sono differenti dai veri profeti perché non dobbiamo credere che alcun uomo differisca da un altro nella propria percezione ultimativa dell’evidenza (altrimenti Dio avrebbe disposto che l’uomo s’ingannasse perché chi è in errore ma, per così dire, è già al fondo della propria evidenza, non potrebbe decidere a favore della verità neanche se gli fosse del tutto manifesta perché gli parrebbe equivalente all’errore).
Ora, il nodo del ragionamento è questo: non c’è effetto senza causa; posta la causa, posto l’effetto; se è posto l’effetto senza che sia posta la sua causa, allora c’è stato un intervento divino (miracolo) che ha causato quell’effetto; ma nel caso in questione, l’intervento divino consiste tanto nella posizione della causa (Dio stesso) quanto nella sua negazione, cioè: ammesso che l’evidenza di parlare con Dio che hanno sia il folle che il profeta è identica e che quindi solo Dio può esserne la causa altrimenti sarebbe ingannatore (perché Dio non ammetterebbe che si abbia evidenza ultimativa di parlare con Lui), allora Dio, in quanto causa dell’evidenza del folle, deve porre se stesso per negarsi e negarsi per porsi; allora delle due l’una: o Dio, in quanto causa, è assurdo o è ingannatore.
Spero di essere stato chiaro per quanto possibile, data la natura della questione. La ringrazio dell’attenzione che vorrà dedicarmi e le chiedo di ricordarmi nelle sue preghiere.
Donatien
Risposta del sacerdote
Caro Donatien,
1. vedo che, quanto al gioco di parole, anche tu non scherzi…
In fondo alla tua email scrivi: “Spero di essere stato chiaro per quanto possibile”.
Lascio ai nostri visitatori il giudizio.
Dico solo che là dove sei più chiaro si colgono al volo alcune sviste.
Ad esempio: scrivi che vi sono veri profeti accanto a profeti folli o impostori. Asserisci poi che la certezza soggettiva di essere nel vero è identica in tutti.
Su quest’ultimo punto ti posso dare ragione: chi è nell’ignoranza invincibile, ha la certezza soggettiva che le cose stiano in un determinato modo, mentre di fatto stanno in un altro.
Ma se uno è impostore, non è così: sa di mentire, anzi ha la certezza di mentire.
2. Rimane il caso limite del folle che asserisce di essere profeta.
Qui il tuo amico ateo dimentica che la profezia vera (quella chi parla a nome di Dio) è di ordine soprannaturale, quella del folle no.
Dicendo che è di ordine soprannaturale si possono scorgere segni chiaramente evidenti della sua provenienza.
I teologi dicono che, tra le altre cose, va esaminato attentamente il temperamento e il carattere della persona che afferma di ricevere delle rivelazioni.
Se è discreta e giudiziosa, se gode buona salute, se è umile e mortificata, se è molto avanti nella santità, ecc. si può pensare che si tratti di vera profezia.
Ma se il presunto profeta è estenuato a causa delle austerità o delle malattie, se va soggetto a disturbi nervosi, se è propenso all’entusiasmo e all’esaltazione, se divulga facilmente le sue rivelazioni, ecc. allora vi sono segni certi che non si tratta di vero profeta.
A proposito delle apparizione della Beata Vergine a Lourdes coloro che hanno esaminato il caso, hanno affermato che il prodigio più grande di Lourdes è stato Bernadette stessa, la veggente: benché povera e ignorante, non è mai caduta in contraddizione sebbene in estenuanti interrogatori le volessero far credere di aver affermato lei stessa il contrario. È sempre rimasta umile, schiva, nell’esercizio più vero di tutte le virtù.
3. Vi sono poi i contenuti delle rivelazioni. È facile che nel folle o nell’esaltato vi siano errori di dottrina e manifestazione di scarsa conoscenza teologica.
Se poi è folle, lo si capisce subito, come capita quando si leggono scritti di persone mentalmente alterate. La pazzia è evidente.
Anche Bernadette era di scarsa, anzi di scarsissima conoscenza teologica, tuttavia quanto ha riportato si è manifestato sempre irreprensibile sotto il profilo dottrinale.
4. Santa Caterina da Siena è stata soggetto di tanti dialoghi con l’Eterno Padre. Dio stesso la istruì per discernere la vera rivelazione da quella falsa.
Senza andare ai folli, si può invece pensare ad una rivelazione proveniente dal demonio.
Coloro che ricevono l’incarico di esaminare presunti messaggi dall’al di là tengono sempre ben presente questa eventualità, sapendo che “Satana sa mascherarsi da angelo di luce” (2 Cor 11,14).
5. Mi piace riportarti per esteso la testimonianza molto bella di S. Margherita Maria Alacoque, la suora visitandina che ha ricevuto le rivelazioni sulla devozione al sacro Cuore di Gesù.
“Poiché vivevo sempre nel timore che ci fosse qualche illusione nelle grazie che ricevevo da Dio, il mio sovrano Maestro si è compiaciuto di darmi alcuni segni, dai quali avrei potuto facilmente distinguere ciò che proveniva da lui, da ciò che proveniva dal demonio, o dall’amor proprio, o da qualche altro impulso della natura.
«Primo: le grazie e i favori particolari saranno sempre accompagnati in me da umiliazioni, contraddizioni o disprezzo da parte delle creature.
«Secondo: dopo aver ricevuto alcune di queste rivelazioni divine, di cui la mia anima è così indegna, mi sentirò sprofondata in un abisso di annichilimento e di confusione interiore, che mi causerà tanto dolore alla vista della mia indegnità, quanta consolazione ho ricevuto dai doni del mio divino Salvatore. Saranno così soffocati ogni umana compiacenza e ogni sentimento di amor proprio.
«Terzo: queste grazie e queste rivelazioni per me o per gli altri non produrranno mai il minimo sentimento di disprezzo verso chiunque. E qualunque conoscenza egli mi conceda dell’animo degli altri, io non li stimerò meno, per quanto grandi mi sembrino le loro miserie. Anzi, tutto ciò mi porterà a provare compassione e a pregare più insistentemente per loro.
«Tutte queste grazie, per quanto straordinarie, non m’impediranno mai di osservare le regole e di obbedire ciecamente, poiché il divin Salvatore mi ha rivelato che le ha condizionate all’obbedienza tanto che, se me ne allontanassi anche solo un poco, egli si ritirerebbe da me con tutti i suoi favori.
«Infine mi svelò che lo Spirito che mi guida e regna in me con tanta potenza, mi avrebbe portato a cinque mète: 1) ad amare di un amore vivissimo il mio salvatore Gesù Cristo; 2) a obbedire perfettamente sull’esempio del mio signore Gesù Cristo; 3) a soffrire continuamente per amore di Gesù Cristo; 4) a voler soffrire, possibilmente senza che nessuno si accorga che soffro; 5) ad avere un insaziabile desiderio di comunicarmi e di rimanere davanti al santissimo Sacramento.
Mi sembra che tutte queste grazie ricevute finora abbiano prodotto in me tutti questi grandi effetti. Del resto, vedo più chiaro del giorno che una vita senza l’amore di Gesù Cristo è l’ultima di tutte le miserie” (S. Margherita Maria Alacoque, Vita e opere, vol. III. pp. 282-284; ed. volontari della sofferenza).
6. Come vedi, il tuo amico ateo dimentica la cosa più importante: quando si tratta di realtà soprannaturali, i criteri devono esser soprannaturali. Diversamente si prendono fischi per fiaschi.
Le istruzioni date da Nostro Signore a S. Margherita sono sfuggite del tutto al tuo amico ateo, il quale pensava certo di sapere tutto.
Sicché la principale regola di discernimento sono sempre gli effetti che le pretese rivelazioni producono nell’anima: “Non può l’albero buono dare frutti cattivi, né l’albero cattivo dare frutti buoni” (Mt 7,18).
Ti ricordo volentieri nelle mie preghiere.
E poiché ti rispondo il primo giorno dell’anno 2012 ti auguro un anno pieno di felicità e di santità.
Ti benedico e ti saluto.
Padre Angelo