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Quesito

Caro Padre Angelo,
mi chiamo R., ho 40 anni, non sono sposata e le scrivo in merito ad un consiglio, sperando che non le sia di fastidio impiegare un po’ del suo tempo per me
Tempo fa una mia conoscente suora mi ha detto che mi vedrebbe bene come laica consacrata, probabilmente sapendo che amo molto il mio lavoro di infermiera domiciliare e che lo faccio come missione (ho accompagnato alla morte diversi miei assistiti, pregando per loro ed offrendo le sofferenze che mi arrivano, non le cerco, è successo così anche per dei parenti lontani da Dio e dalla Chiesa) e avendole io detto che a questo punto della mia vita vorrei fare qualcosa di bello per Dio, (indegnamente) come Madre Teresa….
Lì per lì non le ho dato molto peso, ma adesso è diverso tempo che questa cosa mi risuona nel cuore con molta soavità e non mi lascia tregua, vorrei sapere in che cosa consiste questa consacrazione, se si può fare da soli o è necessario aggregarsi in qualche istituto e se c’è un rito già stabilito o si dichiara semplicemente a Dio l’intenzione di consacrarsi a Lui
Come faccio ad essere certa che il Signore mi chiama su questa strada ?
Grazie anticipatamente di tutto, saluti
R.


Risposta del sacerdote

Carissima,
1. nella storia della Chiesa vi sono sempre stati fin dall’inizio uomini e donne che si sono donati a Dio e al suo regno con la totalità di se stessi.
Le modalità della dedizione sono state e sono ancor oggi molto varie.
Vi è la vita religiosa classica dove ci si consacra con i voti di povertà, castità e obbedienza, si vive sotto una Regola e nella vita comune.
Qui vi troviamo i monaci, che stanno in monastero e conducono vita contemplativa.
Vi sono poi i religiosi che vivono in convento con una finalità apostolica, come i domenicani e i francescani.
Vi sono le Congregazioni religiose, soprattutto a partire dal 1500, che si distinguono dagli Ordini religiosi per la qualità dei voti: gli ordini religiosi hanno voti solenni (rinunciano all’uso e al possesso), mentre le congregazioni religiose hanno voti semplici (rinunciano all’uso, ma non al possesso).
Accanto a queste istituzioni vi sono gli Istituti secolari, sorti soprattutto nel XX secolo, i cui membri (laici o chierici) si consacrano a Dio attraverso la pubblica professione dei consigli evangelici (voti di povertà, obbedienza e castità) ma, a differenza dei membri degli istituti religiosi, non conducono vita comune.

2. I membri degli istituti secolari vivono nel mondo, ognuno per conto proprio e non hanno vesti che li distinguano dalla gente comune.
Svolgono le attività di questo mondo. Un esempio di questi laici consacrati in istituti secolari è stato Giorgio La Pira, sindaco di Firenze e deputato al parlamento italiano.
I membri degli istituti secolari hanno una loro regola, una loro spiritualità. E proprio con questo si aiutano spiritualmente l’un l’altro.

3. Accanto alla consacrazione laicale degli istituti secolari vi è la consacrazione personale o privata, che ognuno fa per proprio conto. In genere la esprime con voto di castità.
Questo voto di castità può essere fatto privatamente oppure alla presenza del proprio confessore o direttore spirituale.
In questa forma di consacrazione privata non vi sono regole da osservare, se non quelle che il soggetto si dà da se stesso.

4. La Suora che ti ha parlato ti ha indicato, senza dirlo esplicitamente, queste due ultime forme di consacrazione: o sotto una regola o per conto proprio.
Nel primo caso si emettono voti riconosciuti dalla Chiesa, sicché si fa parte del gruppo dei “consacrati” all’interno del Popolo di Dio.
La Regola indubbiamente aiuta perché dispone determinate preghiere in varie ore del giorno, prevede alcune penitenze, la partecipazione ad alcuni incontri…
Nel secondo caso si emettono voti privati, non riconosciuti pubblicamente dalla Chiesa, ma che sono ugualmente voti.

5. A questo punto sorge la domanda: a che serve il voto per una persona che vive come te?
Il voto aggiunge all’azione che si compie e alla nostra stessa vita una finalità esplicita nuova: quella di essere totalmente e stabilmente dedicati (consacrati) a Dio.
È una motivazione nuova, che rinforza quanto si compie e si sta vivendo e, in forza della carità che esprime, lo rende più gradito a Dio.

6. Infine: come fai a capire se sei chiamata a questo?
È necessario il discernimento spirituale fatto con il proprio confessore o direttore spirituale.
Se ad esempio una persona non è fatta per stare sotto una regola, non entrerà negli Istituti secolari, ma si consacrerà privatamente.
Se c’è una volontà permanente di stare nel celibato o castità e di servire Dio nell’esercizio della propria professione, vi è una buona premessa per una consacrazione laicale, pubblica o privata.
Se vi è una certa attrazione o contentezza nel sapersi consacrati, e pertanto realizzati in un determinato modo, sia pure segreto, nella vita della Chiesa e del mondo ci troviamo di fronte ad un buon indizio.
Dipende dunque da te optare la forma o anche rimanere così come sei con l’aiuto del discernimento del tuo confessore o direttore spirituale.

Ti auguro pertanto un buon discernimento.
Ti assicuro la mia preghiera e la mia benedizione.
Padre Angelo