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Quesito

Buonanotte padre,
Le scrivo dopo una lite furibonda con mia moglie. Sono in uno dei miei periodi, che regolarmente si presentano, in cui perdo la bussola e vivo da disperato. Le sofferenze e le fatiche ineluttabili mi gettano nello sconforto, mi sento impotente e impaurito dinnanzi ad esse, e finisco col ribellarmi contro Dio, lo bestemmio e dentro la mia rabbia urla nei suoi confronti. Io non voglio la fatica, non voglio soffrire, è umiliante fare finta di accettare che sia così e basta, non ce la faccio. La logica della croce praticamente   non riesco ad accettarla, è come se riuscissi a vivere la fede solo quando è tutto sotto controllo e va bene. Ma svegliarmi ogni giorno con un problema da affrontare, qualcosa a cui rinunciare, un figlio da sopportare, ecc.. non ce la faccio, esplodo. Mi sento come se portassi un macigno sulle spalle e nel cuore. Sono disilluso con la confessione, sono anni che mi confesso ma mi sembra di essere sempre allo stesso punto, nelle stesse cadute.
Mi sento così solo, padre. Solo davanti a questa fatica continua, davanti alle difficoltà che stanno sorgendo con mia moglie. Siamo sopraffatti dal caos, dai figli e le loro esigenze, e noi non riusciamo a ritrovarci. Provo una grande rabbia, anche nei confronti di mia moglie, perché non mi sento compreso e accolto nella mia necessità di stare con lei, che è estremamente stanca e sempre a servizio di qualcuno.
Avverto anche da parte sua irritazione e rabbia nei miei confronti. Mi manca essere guardato, guardarci con amore. Siamo pieni di stanchezza, di rabbia e di senso di impotenza nel poter cambiare le cose.
Mi spaventa come stiamo ora, avvertire questa distanza mi fa paura, non voglio rovinare il nostro rapporto. Io però non mi riconosco più, non so più chi sono e chi voglio essere, mi fa schifo vivere così, lamentandomi sempre, scappando dai figli perché altrimenti li sgrido solo, facendo pesare tutto a mia moglie perché mi respinge per settimane.
Preghi per me e per la mia famiglia padre, io non ce la faccio a pregare, ho il rigetto. Preghi perché io e mia moglie possiamo ritrovarci il prima possibile. Sto malissimo in questa bolla.
Grazie della pazienza. Buonanotte.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. ti rispondo oggi, giorno in cui la Chiesa fa la memoria di San Giovanni della croce, un santo carmelitano spagnolo.
Ti trascrivo un passo dell’ufficio delle letture di oggi, tratto proprio da San Giovanni della croce: “Per questo san Paolo ammoniva i discepoli di Èfeso che non venissero meno nelle tribolazioni, ma stessero forti e radicati e fondati nella carità, e così potessero comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, per essere ricolmi di tutta la pienezza di Dio (cfr. Ef 3,17).
Per accedere alle ricchezze della sapienza divina la porta è la croce.
Si tratta di una porta stretta nella quale pochi desiderano entrare, mentre sono molti coloro che amano i diletti a cui si giunge per suo mezzo”.

2. Ci sono dei momenti della nostra vita in cui pare di essere come l’uva dentro il torchio: pigiati e pieni di croci da ogni parte.
Eppure l’uva non potrebbe donare il vino, che è il re delle bevande, se non passasse nel torchio.
Così il Signore permette che di tanto in tanto veniamo oppressi per tirare fuori le vere virtù della pazienza, della mitezza e dell’umiltà.
Sarebbe pura illusione pensare di avere pazienza, mitezza e umiltà senza le prove. Nessuno nello sport può risultare vittorioso senza combattimento, senza competizione.

3. Ciò che ci sostiene nelle prove è lo sguardo fisso su Cristo crocifisso: siamo chiamati a portarle con i suoi sentimenti e soprattutto per i motivi per cui lui le sopportate. Le prove infatti, se ben superate, sono uno strumento di conquista e di redenzione per molti.
Solo l’amore per Gesù Cristo dà la forza di saperle portare senza urlare, senza bestemmiare.

4. Santa Teresa di Gesù Bambino, per propria esperienza personale, dice che le prove servono per purificarci e per farci esercitare nell’umiltà.
Scrive questa Santa morta a 24 anni: “Che mistero le prove di Gesù! Anche Gesù ha delle prove! Sì, le ha, e spesso è “solo a spremere il vino nello strettoio. Cerca dei consolatori e non riesce a trovarne” (Is 63, 3.5).
Molti servono Gesù quando li consola, ma pochi sono disposti a tener compagnia a Gesù che dorme in mezzo ai marosi o che soffre nell’orto dell’agonia! (…).
 “Sì, Gesù ci prepara già il suo regno come il Padre l’ha preparato a lui. Ce lo prepara lasciandoci nella prova” (lettera 144, alla sorella Celina).

5. Come sarebbe bello se tua moglie, proprio perché vivi le prove con i sentimenti di Cristo, ti vedesse trasformato: più umile, più mite, più desideroso di dare che di ricevere. In una parola, più ricco di amore, ma di quello vero, di quello che si dona fino a dimenticare se stesso.
Non credi che il fuoco dell’amore tra te e tua moglie a quel punto divamperebbe?

6. Non dobbiamo dimenticare che il matrimonio è stato voluto da Dio come una strada di santificazione fatta insieme.
È interessante sapere che la parola matrimonio nella lingua ebraica viene detta con un termine kadushìm, che significa santificazione.
Certo, il matrimonio ha le sue gioie e le sue consolazioni. Ma la luna di miele non dura sempre. E la gioia che la segue viene alternata con le prove per diventare sempre più bella, più pura e più santa.

7. San Giovanni della croce, a una monaca che per consolarlo si commiserava con lui per tutto quello che gli avevano fatto passare, disse: “Di ciò che riguarda la mia persona, figlia mia, non si prenda pena, perché io non ne prendo affatto.
Quello che invece mi addolora è che se ne dia colpa a chi non l’haperché certe cose non sono opera di uomini, ma di Dio, il quale sapendo quel che è conveniente per noi dispone tutto a nostro bene.
Non pensi altro se non che tutto è disposto da Dio.
E dove non v’è amore, metta amore e ne riceverà amore” (Opere, lett. 24).
Strada che il Signore ti tratteggia e questa!

Ti auguro ogni bene per il Santo Natale che sta per giungere. Il Signore ti consoli nelle tue pene. 
Ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo