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Quesito

padre
innanzitutto buona pasqua,
volevo chiedere qualcosa a riguardo della giustizia divina.
Ho pregato tanto per perdonare una persona che mi ha fatto veramente del male (truffa e diffamazione) e dietro consiglio di un sacerdote ho pregato lo Spirito Santo per aiutarmi a perdonare e devo dire che mi sento liberato da un macigno che mi faceva soffrire.
Ora sembrerà strano ma quella persona sta avendo dei problemi e tante persone che avevano creduto alle sue parole ora dopo 2 anni si sono ricredute. È possibile attribuire tutto ciò alla giustizia di Dio?
Se sì, ho un dubbio perché per me Dio è buono e misericordioso. Può darmi delle delucidazioni.
Grazie padre per avere un po’ di tempo per me.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la sacra Scrittura dice: “chi pecca danneggia se stesso” (Sir 19,4).
Pertanto la causa dei mali capitati a quella persona non si trova in Dio, ma in quella persona stessa.
Sicché, senza tirare fuori la giustizia di Dio, si può dire che “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

2. Inoltre col peccato grave una persona si mette da se stessa sotto il potere dei demoni.
Sotto il potere significa sotto l’influsso dei demoni i quali con la permissione di Dio possono farle del male.

3. Allora se una persona si apre al demonio oppure patteggia col demonio, anche se inizialmente può credere di ricevere qualche favore, tuttavia alla fine  ne viene sempre danneggiata.
Il Signore ha detto che “il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere” (Gv 10,10).

4. Pertanto è sbagliato tirare fuori la giustizia divina se per essa s’intende che ad un certo momento Dio deciderebbe di colpire.
Dio è amore ed è bontà infinita.
La pena e il castigo sono immanenti al peccato.
Giovanni Paolo II ha definito il peccato un atto suicida (Reconciliatio et paenitentia 15).

6. Sant’Agostino dice che “il peccato è una maledizione e che dal peccato per conseguenza ne deriva morte e mortalità” (Contra Faustum, 14,4).
Lo si direbbe una maledizione o un maleficio che uno fa a se stesso.

7. Giovanni Paolo II dice ancora: “Atto della persona, il peccato ha le sue prime e più importanti conseguenze sul peccatore stesso: cioè nella relazione di questi con Dio, che è il fondamento stesso della vita umana; nel suo spirito, indebolendone la volontà ed oscurandone l’intelligenza” (RP 16).
E così, offendendo gravemente Dio, “finisce col rivolgersi contro l’uomo stesso, con un’oscura e potente forza di distruzione” (RP 17).

8. In conclusione: nel tuo caso hai solo un saggio ben eloquente che chi fa il male, sì, danneggia il prossimo. Ma infine danneggia se stesso e si maledice da sé.
E questo la misericordia di Dio lo permette perché ci si penta e ci si converta.

9. Tuttavia non bisogna dire che se una persona è colpita da qualche male significa che ha commesso qualche peccato.
Perché la Sacra Scrittura ci ricorda il caso di Giobbe che pur essendo giusto subì varie prove per radicarsi sempre di più in Dio.

Ti auguro una felice continuazione della Pasqua.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo