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Quesito
Caro padre Angelo,
La ringrazio per la celere risposta. Ho riferito alla mia amica quanto scritto da lei.
La ringrazio che mi segue con la preghiera, ne ho bisogno. Io ricordo lei e la sua comunità ogni volta che sono davanti a Gesù Eucarestia; è un incontro a cui non posso mancare e almeno 1 ora a settimana sono lì presente, anche se delle volte sono arido. Ma anche come un sacco di patate dimostro la fedeltà. Anche se un sacco di patate sporco per i peccati, non posso che riconoscere nelle mie più intime fibre che Egli è Signore, Dio, Salvatore e soprattutto medico, amico, Padre.
In questo ultimo anno ho alternato momenti di vera aridità a momenti di fervore, anche se questi ultimi sono stati davvero pochi. Ho avuto modo di incrociare sul mio cammino molte persone con cui mi sono confrontato. Mi riferisco per lo più a dei colleghi di università, miei coetanei, che vivono credi differenti. In modo particolare le voglio parlare, mi permetto, di due di loro con i quali ho condiviso una casa per alcuni mesi. Ebbene, uno di loro in particolare lo conosco da molto tempo e abbiamo un buon dialogo sui vari temi, dall’ingegneria, nostro terreno di studio, a temi vari. E’ capitato, che questi un giorno, mentre io ero tornato a casa, lasciasse sul comodino della mia stanza una squadra di legno. Io quando sono rientrato dopo il fine settimana, mi ritrovo questo oggetto sul mio comodino. Ovviamente non capendo ho pensato fosse un pezzo di un mobile. Poi siccome egli era a casa, gli ho chiesto di cosa si trattasse; mi ha risposto dicendomi che era per me, e di pensarci. Insomma, per farla breve, io non avevo idea di cosa fosse. Egli mi disse questa frase. "c’è chi cammina in orizzontale e chi in verticale". A questo punto cominciai a capire e allora scoprii che quell’oggetto era una squadra massone e che il mio collega l’aveva data a me perché pensava ne fossi interessato. Io ho preso quell’oggetto e l’ho posto fuori la mia stanza. Il giorno dopo rientra a casa un altro collega e vede quell’oggetto fuori la mia porta. Entra nella mia stanza, chiude la porta alle spalle e mi chiede: "allora posso chiamarti fratello?"
Caro padre Angelo, avevo beccati due massoni in un sol colpo. Che situazione bizzarra. Insomma dopo che quest’altro era uscito allo scoperto per un malinteso, ebbi modo di parlare con entrambi e in pratica entrambi erano massoni. Uno da due anni e l’altro stava preparando i documenti per entrarvi. Non voglio dilungarmi troppo. Ebbi con loro, riguardo a questo tema, qualche altra conversazione. Non potei non porre loro questa domanda: "Di Gesù Cristo cosa pensate?". Mi risposero che per loro era un uomo come tutti che ha scoperto dentro di sé il divino e ha cercato di insegnare agli altri uomini la via per raggiungerlo e che poi ogni uomo anche inconsapevolmente è immortale. Io ho risposto che non posso accettare questa risposta. Se non credono a Gesù come Dio e uomo incarnato, non posso dialogare con loro più. Hanno la testimonianza degli apostoli e dei santi. Se uno fosse Dio non credo avrebbe bisogno di prendere consapevolezza. Come un bambino che appena nasce vuole il latte. Non c’è un altro che gli dice che ha da mangiare, lo sente perchè è una sua qualità intrinseca. Noi siamo solo miseria, di cui Dio ha avuto tanta compassione e amore di Padre.
Alla fine facendo leggere al collega in procinto di entrare in loggia, le encicliche dei papi, riuscii a distoglierlo. L’ho visto circa un mese fa e mi ha detto che non è entrato. Dio solo sa della sua anima. Spero sia vero. Da quel momento mi sono documentato riguardo alla massoneria e ho letto tantissimo. Questo perchè sento dentro di me, da giovane, di voler capire il motivo che spinge altri miei coetanei, sempre più frequentemente, ad entrare nelle logge. Invece vedo le parrocchie spopolate. Sto comprendendo molto, Dio non ha reso quegli incontri casuali ma per una ragione.
Concludo, dicendole, che, se Dio vuole, termino gli studi universitari in ottobre o dicembre. In estate andrò a fare gli esercizi spirituali. Sento ancora quella ragazza ma dentro me amo troppo Gesù, vorrei poterlo seguire, anche se ancora non so come. Entrare in seminario non mi attira molto. Gli ordini religiosi non li conosco moltissimo. Ma sento che vorrei una vita di preghiera, aiutare gli altri, combattere l’eresia e proclamare la parola. I primi tempi della mia chiamata alla conversione, tre anni fa, avevo un fuoco dentro acceso nel petto. E’ come se volessi cavalcare per ogni angolo del pianeta e gridare a tutti di credere in Gesù Cristo. Questo fuoco non si è spento. Sotto un’apparente strato di cenere superiore continua a bruciare ed infiammare. Spero che entro il termine degli studi Dio mi parlerà.
Nella mia miseria e nei miei peccati non posso che amare e genuflettermi dinanzi al re dei re.
La abbraccio. Grazie per la sua vicinanza.
Fratelli in Cristo Gesù!
Saluti
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. quando san Domenico, diretto in Danimarca col Vescovo di Osma varcò i Pirenei, si trovò in una regione infestata dall’eresia.
Mentre gli altri della comitiva andarono a dormire, lui rimase a parlare tutta la notte con l’albergatore, che era un autorità all’interno dell’eresia e sul fra deò mattino riuscì a portarlo al Signore.
Mi pare che anche tu abbia fatto qualche cosa di simile con quel tuo compagno di studio e di casa.
Qui si tratta proprio di dire che il diavolo ha fatto le pentole, ma non i coperchi. Qui il comune avversario è stato smascherato per un malinteso e quel tuo compagno è stato strappato, me lo auguro, da quella setta che senza dubbio è una delle eresie del nostro tempo.
2. Ti scrivo nella serata dei primi vespri della festa del Corpus Domini.
Ho letto in chiesa le parole del Signore e le ho commentate. In particolare quelle in cui Gesù dice: “e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6,51).
San Tommaso commenta: “questo (dell’Eucaristia) è l’unico sacramento che non giova solo a chi lo riceve, ma a tutto il mondo” (Commento al Vangelo di Giovanni).
Del resto Gesù sulla croce ha donato se stesso per tutto il mondo.
E la Messa non è altro che la ripresentazione del sacrificio di Cristo come se fosse la prima volta che viene compiuto.
Questo sacrificio di Cristo viene offerto sull’altare per la vita del mondo, anche per la vita di questi amici che il Signore non ti ha fatto incontrare per caso.
Ti chiedo pertanto di andare a Messa con vera sete per la loro salvezza. Di unirti al sacerdote e versare il sangue di Cristo in particolare per loro.
Anche quando passi la tua ora settimanale in adorazione davanti a Gesù nell’Eucaristia, persuaso che Gesù nel sacramento è il Cristo immolato per la vita degli uomini come prolungamento e perpetuazione di quanto si è compito sul calvario, sta in adorazione e in continua supplica per questi due giovani e per tanti altri che come loro vengono adescati con miraggi terreni a prezzo del rinnegamento di Cristo.
3. A quel giovane hai risposto meglio di molti teologi.
Gli hai detto: “Se uno fosse Dio non credo avrebbe bisogno di prendere consapevolezza. Come un bambino che appena nasce vuole il latte. Non c’è un altro che gli dice che ha da mangiare, lo sente perchè è una sua qualità intrinseca”.
Gesù ha sempre avuto perfettissima consapevolezza di se stesso, fin dal primo istante della sua esistenza, da quel momento in cui secondo la lettera agli ebrei “entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: «Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà»” (Eb 10,5-7).
Ancora: negando la divinità di Cristo, costoro sono del medesimo ceppo di coloro di cui parla san Giovanni nella sua prima lettera: “In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell’anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo” (1 Gv 4,2-3).
4. Mi scrivi: “Sento che vorrei una vita di preghiera, aiutare gli altri, combattere l’eresia e proclamare la parola. I primi tempi della mia chiamata alla conversione, tre anni fa, avevo un fuoco dentro acceso nel petto. E’ come se volessi cavalcare per ogni angolo del pianeta e gridare a tutti di credere in Gesù Cristo. Questo fuoco non si è spento. Sotto un’apparente strato di cenere superiore continua a bruciare ed infiammare. Spero che entro il termine degli studi Dio mi parlerà”.
Credo che il Signore abbia riacceso quel fuoco attraverso quanto è successo.
Ti ha presentato quasi all’improvviso due giovani che stanno cadendo nel precipizio in cui si cade quando si perde la fede.
Tenendoli insieme ad altri come oggetto continuo delle tue preghiere e dell’offerta della tua vita, terrai quel fuoco costantemente alimentato.
Il Signore provvederà con suo Santo Spirito, presentato nella Sacra Scrittura anche come vento, a farlo divampare.
5. Scrivi anche: “Entrare in seminario non mi attira molto. Gli ordini religiosi non li conosco moltissimo. Ma sento che vorrei una vita di preghiera, aiutare gli altri, combattere l’eresia e proclamare la parola”.
Con queste ultime parole, che io ho messo in corsivo, sai bene da quale parte il Signore ti attira.
E per questo ti assicuro di nuovo la mia preghiera e oso sollecitare anche quella dei nostri visitatori. Si tratta di dare a Gesù Cristo un nuovo araldo del Vangelo, e alla Chiesa e al mondo un nuovo apostolo.
Tanti fratelli, nel senso vero della parola (non in quello massonico), ti attendono. Inconsapevolmente hanno urgenza di te e del tuo ministero.
Quando avranno la grazia di incontrarti, ti benediranno in eterno e ringrazieranno il Signore per sempre per averti messo sui loro passi come messaggero e ministro di salvezza.
Ti abbraccio e ti benedico.
Padre Angelo