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Quesito
Caro Padre Angelo,
Sono una donna sposata civilmente con un uomo che era già precedentemente sposato con Sacro vincolo, in giovane età, e che poi, a causa mia, ha divorziato dalla moglie.
Aggiungo che il mio attuale marito aveva sposato la precedente moglie, in giovanissima età, con un matrimonio "riparatore", anche per evitare che i genitori di lei la obbligassero ad abortire, essendo lui cattolico e contrario all’aborto. Dalla loro unione è nata una splendida bambina che oggi è una giovane donna di vent’anni.
Allora ero convinta che tutto fosse permesso… e non avevo percepito la gravità di quanto commesso, convinta che perseguire la mia felicità terrena fosse la cosa più importante.
Oggi, sono passati quattordici anni da allora, grazie anche alla nascita di due meravigliose bambine, per l’infinita Grazia e Misericordia di nostro Signore, ho vissuto un lungo e tormentato cammino di conversione e vivo con grande sofferenza il peccato da me commesso, mi sento responsabile del peccato mortale mio e di mio marito, e soffro ogni volta che vado a Messa e non posso né confessarmi né comunicarmi. Soffro ancora di più perché anche mio marito soffre per la stessa privazione.
Contrariamente ad altri divorziati che "protestano" per la scelta della Chiesa, io sono davvero grata che la Chiesa, privandomi dell’accesso ai Sacramenti, mi abbia aiutato a capire la gravità del mio peccato e mi abbia fatto amare i Sacramenti, in un modo tale proprio per la loro privazione. E’ incredibile quanto la lontananza dall’Eucarestia ci faccia capire quanto prezioso è il dono di Nostro Signore e il suo Sacrificio!
So che la sola strada che suggerisce il Catechismo è la castità, ma quando ho provato a parlarne con mio marito, si è molto contrariato. Mi rendo conto che il nostro percorso spirituale non sta procedendo "all’unisono" e se da un lato vorrei tanto riconciliarmi con nostro Signore, dall’altro ho paura di mettere a repentaglio l’unione, che anche se non benedetta, oggi è diventata una famiglia.
Sono stata a parlare con diversi confessori, persone meravigliose, che hanno cercato di consolarmi per la mia situazione dicendo di continuare a pregare. Ma a volte sono presa dallo sconforto e sento che mi sto allontanando da mio marito "spiritualmente".
Insomma sono molto confusa e non so bene come fare. Nel frattempo cerco di pregare e di praticare l’adorazione eucaristica, ma sento sempre che senza la Comunione mi manca qualcosa.
Avrei davvero bisogno di un consiglio, penso che oggi ci siano tante coppie come la nostra! Soffro e prego per tutti quelli che si trovano ad affrontare questa situazione.
La ringrazio e le chiedo di pregare per tutti i divorziati!
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. ti ringrazio per quanto hai scritto.
Penso che la tua testimonianza possa essere utile a molti.
L’umiltà è la premessa della buona riuscita nella vita cristiana.
Per San Tommaso è il fondamento della vita cristiana che si edifica nel vincolo della carità.
Non c’è solida carità se non vi è prima l’umiltà.
E la più bella umiltà consiste nel riconoscersi davanti a Dio e alla Chiesa per quello che si siamo: dei poveri peccatori.
2. Nel tuo caso esprimi l’umiltà su due punti: primo, l’irregolarità del tuo matrimonio; secondo, l’assenza della castità, intesa non solo come astensione totale dell’intimità coniugale, ma anche forse per la presenza della contraccezione.
3. Questo riconoscere la verità delle cose e questa nitidezza mentale ti permette di cogliere meglio la grandezza dei Sacramenti di Cristo e della santità di vita che essi presuppongono e alla quale sono ordinati.
4. In particolare ricordi quanto sia “prezioso il dono di Nostro Signore e il suo Sacrificio!”
Non vi è niente di più puro, di più bello, di più santo che il sacrificio di Cristo che viene perpetuato sui nostri altari e che viene poi consegnato ai fedeli nella Santa Comunione perché la loro vita diventi pura, bella, santa come il sacrificio di cui si nutrono.
5. La partecipazione alla Messa e alla S. Comunione è ordinata ad attuare una singolare trasformazione: quella del credente in Cristo.
In modo che tutta la sua vita diventi “un sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” (Rm 12,1), un continuo “culto spirituale” (Rm 12,1) evitando da una parte di lasciarsi conformare dal modo di pensare e di agire di questo mondo (cf. Rm12,2) e dall’altra impegnandosi a trasformare se stessi rinnovando il proprio modo di pensare (cf. Rm 12,2) perché in tutto sia secondo Cristo.
6. Vorrei sottolineare che anche la confessione sacramentale presuppone una santità di vita: è vero che ci si accosta a questo sacramento perché ci si riconosce peccatori e bisognosi della misericordia di Dio. Ma questo sacramento viene falsato in partenza se non vi è la volontà di conformarsi a Cristo, detestando il proprio peccato e desiderando di estrometterlo del tutto dalla propria vita e facendone penitenza.
7. La tua oggettiva situazione di lontananza dalla S. Comunione e dalla Confessione ti fa soffrire: non tanto perché non sei come gli altri, ma perché ti impedisce di ricevere Dio per via sacramentale.
Giustamente senti che ti manca qualcosa.
E tuttavia potrei dire che, mentre ti senti lontana, realizzi una certa vicinanza attraverso il santo desiderio.
Ci sono tante virtù che eserciti attraverso questo dolore: c’è l’umiltà, c’è la fede, c’è il desiderio (speranza), c’è l’attrazione per il Signore, c’è l’umiliazione per i tuoi peccati.
Mi pare di poter dire insieme con il Signore. “Non sei lontana dal regno di Dio”.
È per questo che la Chiesa dice agli irregolari di non perdere la speranza della salvezza. Non si tratta dunque di presunzione o di minimizzare i precetti del Signore, ma dell’esercizio di quelle virtù senza le quali non si entra nel Regno di Dio.
8. Continua dunque a pregare, a fare l’adorazione eucaristica, a partecipare al Santo Sacrifico della Messa, a dedicarti con grande carità alle persone che ti sono affidate.
Ti consiglio anche di leggere il libro IV dell’Imitazione di Cristo, che è molto utile per accendere il santo desiderio di ricevere Gesù nella S. Comunione.
Ti auguro un buon anno, ti ricordo volentieri al Signore e ricordo volentieri anche tutti i divorziati e ti benedico.
Padre Angelo